Un adolescente su due si dice "abbastanza preoccupato" dell'emergenza coronavirus, poco più di uno su dieci "molto preoccupato" e poco più di tre su dieci "poco o per nulla". E ancora: l'86% ritiene corrette le precauzioni anti-contagio indicate da Governo e autorità sanitarie (evitare luoghi affollati e contatti fisici, mantenere una distanza minima di un metro tra le persone, igiene accurata delle mani), ma poco meno della metà – il 49% - afferma di rispettarle solo a volte e il 3% raramente o mai (il 47,6% invece dichiara di rispettarle sempre). Sono alcune delle risposte fornite dai ragazzi a un'indagine online avviata dal Laboratorio Adolescenza, in collaborazione con l'Istituto di ricerca IARD e di tanti insegnanti e dirigenti scolastici.
Rischio emergenza sociale, soprattutto per gli adolescenti
"Siamo di fronte ad un'emergenza che non ha precedenti recenti in Italia – afferma il presidente di Laboratorio Adolescenza, Maurizio Tucci – con il rischio che l'emergenza sanitaria possa trasformarsi anche in emergenza sociale. E a fare le spese maggiori dell'emergenza sociale rischiano di essere proprio gli adolescenti per i quali la socialità è l'essenza della vita". Secondo Tucci, tuttavia, c'è una buona notizia ed è il fatto che, come spesso accade, dai risultati dell'indagine avviata "i giovani si stanno dimostrando più maturi e ragionevoli di quanto, con troppa superficialità, vengono descritti".
Per come è stata condotta, l'indagine non può essere considerata completamente rappresentativa della popolazione degli adolescenti italiani: per esempio prevalgono le risposte delle ragazze (61,5% del totale) e dei giovani della Lombardia (poco più della metà del campione). Secondo il sociologo Carlo Buzzi, professore all'Università di Trento e direttore scientifico dell'area ricerca di Laboratorio Adolescenza, tuttavia, "i risultati misurano certamente delle tendenze", anche in ragione dell'elevato numero di risposte ottenute in poco tempo (circa 2200). A proposito: tutti i dati della ricerca, costantemente aggiornati, sono disponibili sul sito di Laboratorio Adolescenza.
Altri risultati dell'indagine
Come prevedibile, il coronavirus è l'argomento "del giorno" di conversazione con gli amici (60,8% dei partecipanti all'indagine) e soprattutto con i genitori (80,6%), meno con gli insegnanti (24,2%). Il 52% ritiene che i genitori siano mediamente più preoccupati di loro, ma il 44% sostiene che il livello di preoccupazione genitori-figli sia sostanzialmente uguale. Una larghissima maggioranza (76%) è convinta che l'emergenza durerà dei mesi, mentre c'è un 22% di ottimisti che ritiene si possa esaurire in qualche settimana.
Al di là della chiusura delle scuole, per il 44,7% sono cambiate molto le abitudini di vita e per il 41% parzialmente. Il 23% soffre già una riduzione delle relazioni sociali con gli amici, mentre il 68,2 compensa il vedersi meno con un incremento dei contatti attraverso i social. È maggiore la percentuale delle ragazze, rispetto ai maschi, che ha ridotto gli incontri con gli amici e si è riversata sui social.
Circa l'informazione fornita da giornali e TV sul coronavirus, il 43% la considera corretta ed adeguata, il 36,6% troppo allarmistica e il 20,2% reticente per non spaventare. Il 71,6% concorda invece nel dire che l'informazione sui social è imprecisa, per cui è difficile valutarne la veridicità, a cui si aggiunge un ulteriore 10% che ritiene sia prevalentemente falsa o non affidabile.
Come aiutare gli adolescenti a gestire l'ansia da coronavirus: cinque consigli per gli adulti
Per sostenere i ragazzi più preoccupati dalla situazione di emergenza che stiamo vivendo vengono in aiuto i cinque consigli agli adulti rilanciati sul New York Times dalla psicologa Lisa Damour:
- Normalizzare l'ansia
- Offrire una giusta prospettiva
- Spostare l'attenzione
- Incoraggiare la distrazione
- Imparare a gestire l'ansia
1 Normalizzare l'ansia
"L'ansia può essere salutare – scrive la psicologa – ma non tutti sanno che si tratta di un'emozione protettiva e molti ragazzi si preoccupano del fatto di essere preoccupati, temendo che stiano per manifestare un vero e proprio disturbo d'ansia".
Che fare, allora? "Gli adulti possono aiutare i giovani ad apprezzare il fatto che c'è un'ansia salutare, con un scopo ben preciso: accendere l'attenzione su potenziali minacce, aiutandoci a fare scelte sicure.
Si può dunque ricordare ai ragazzi che è non solo normale ma salutare provare una certa apprensione di fronte alle notizie relative al coronavirus". Il passo successivo sarà invece incoraggiarli a incanalare quest'ansia in azioni utili, come cercare informazioni valide sull'argomento e seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie.
2 Offrire una giusta prospettiva
"Per gli psicologi – ricorda Damour – l'ansia diventa negativa solo quando si manifesta in assenza di una minaccia o quando è sproporzionata rispetto alla minaccia stessa, per esempio in caso di un attacco di panico a fronte di un compito in classe". In questa circostanza bisogna aiutare i ragazzi a non sovrastimare i pericoli del coronavirus e a non sottostimare la loro capacità di proteggersi da questi pericoli, seguendo le raccomandazioni delle autorità sanitarie.
3 Spostare l'attenzione
"I risultati della ricerca scientifica suggeriscono che in momenti difficili gli adolescenti si sentono e reagiscono meglio rivolgendo la loro attenzione verso il supporto agli altri", spiega la psicologa. In questo caso ovviamente non può trattarsi di un sostegno concreto, ma si può ricordare ai ragazzi che seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie è un modo per proteggere non solo loro stessi ma anche gli altri, alleviando la pressione sul sistema sanitario.
4 Incoraggiare la distrazione
Se cercare informazioni valide e verificate sull'emergenza coronavirus può essere un modo per incanalare positivamente l'ansia, rimanere esposti a un flusso continuo di informazioni – e spesso di fake news, anche veicolate via social – è invece del tutto controproducente. In questo caso i ragazzi che già manifestano livelli elevati di ansia dovrebbero essere incoraggiati ad attenuare questa esposizione, magari lasciando temporaneamente da parte i social per dedicarsi ad altre attività, com fare i compiti o guardare il programma preferito in tv.
5 Imparare a gestire la propria ansia
"Più sono ansiosi i genitori, più è probabile che lo siano anche i figli" ricorda Damour.
Per questo, la prima cosa da fare per aiutare i ragazzi a mantenere la calma è rimanere calmi per primi, per esempio seguendo le strategie indicate sopra. Anche perché i ragazzi si accorgono se le rassicurazioni sono solo "a parole", mentre in realtà mamma e papà sono divorati dall'ansia.
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