“Ma chi è quello sconosciuto che bivacca sul divano?” o meglio ancora “Chi è questo alieno che vaga in casa mia?”: sono solo alcune delle frasi che i genitori di figli adolescenti si trovano a dirsi tra di loro, soprattutto se i giovani in questione hanno una spiccata tendenza alla lite. Come possiamo gestire il rapporto con questi, per certi versi “nuovi”, figli che ci troviamo in casa? Lo abbiamo chiesto a Laura Petrini, formatrice e counselor pedagogica del CPP.
Come gestire un adolescente conflittuale
«Cerchiamo di capire innanzitutto che cos'è l'adolescenza: dopo un periodo, l’infanzia, in cui contatto, intimità, carezze e accudimento fanno parte del rapporto genitori - figli, arriva l’adolescenza, che per certi versi è come una seconda nascita: il ragazzo, ben diverso dal bambino amorevole che ricordavamo, manifesta un sano bisogno di distacco dalle figure genitoriali». Che cosa vedono mamma e papà? «Un figlio che si sta allontanando, che “non mi dice più niente, quasi come se si vergognasse di me”. Se vedete questo potete stare tranquilli, è tutto normale. Vostro figlio sta decidendo sulla spinta del suo sviluppo fisico e cerebrale che è arrivato il momento di “schiodarsi”, di sperimentarsi come individuo separato da voi. Il vostro compito è quello di traghettarlo verso l’età adulta ».
Ma in che modo i ragazzi cercano di sganciarsi dal mondo degli adulti, che rappresenta la loro infanzia? «Entrando in conflitto. Iniziamo col dire che un adolescente conflittuale è un adolescente normale e sano».
Come l'adolescente entra in conflitto
In che modo l’adolescente entra in conflitto con i genitori? «In qualunque modo, ad esempio trasgredendo le regole che fino all’altro ieri erano valide. Un esempio? Se fino a ieri l'orario previsto per il rientro era rispettato da un giorno all’altro questo può diventare un argomento di rottura. Oppure può osare nell’abbigliamento, scegliendo abbinamenti a vostro avviso inappropriati, o con gli amici, preferendo compagnie che mai avreste scelto per lui».
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Come gestire il conflitto con gli adolescenti
Come gestire dunque questo inevitabile e necessario conflitto? «Tanto lavoro va fatto prima, durante l'infanzia e poi in pre-adolescenza. Una gestione educativa basata su regole e organizzazione andrebbe impostata già in precedenza perché poi in adolescenza il conflitto sarà all'ordine del giorno». Vediamo alcuni passaggi che possono essere utili da tener presente per i genitori.
1 - Basta con il "genitore confidente"
«Sfatiamo il mito del "mio figlio mi racconta tutto" e del "siamo come sorelle". Per gestire il conflitto una scorciatoia potrebbe sembrare quella di diventare "amici" dei propri figli con l'idea che l'educazione sia una questione di buona relazione, di dialogo e confidenzialità. Questo è un grosso errore. Quello di cui hanno bisogno non è avere genitori confidenti, ma adulti di riferimento in grado di affrontare e gestire il conflitto di cui loro sono portatori "sani"».
2 - Essere presenti, ma mantenere la giusta distanza
Collegato al punto 1, è importante assicurare la propria presenza «ma va contemporaneamente mantenuta una sorta di distanza di sicurezza: "Io sono qui ma sei tu che devi scoprire che persona vuoi essere, ce la puoi fare da solo anche se questo richiede impegno e fatica". Questo è il messaggio che dobbiamo trasmettere. Si tratta di adottare sempre di più un codice educativo paterno, che sappia incoraggiare, orientare e quando necessario stabilire dei limiti».
3 - Imparare a negoziare
Le ritualità della famiglia continuano ad essere importanti in questa fase ma diventa necessario imparare a negoziare su alcune regole riconoscendo che il figlio ha nuovi bisogni. «Un esempio? L'orario di rientro.
L'adolescente ha un bisogno crescente di confrontarsi con il gruppo dei pari e di questo bisogno dobbiamo tenere conto quanto stabiliamo delle regole per il rientro. Si può quindi, in determinate occasioni, autorizzare un'uscita eccezionale piuttosto che un rientro più tardi sapendo però che ci sono dei confini da presidiare. "Dobbiamo sapere con chi sei e con chi torni ma possiamo negoziare su altri aspetti, come l'orario previsto per rincasare"».
4 - Stabilire regole e non dare comandi
Nella negoziazione cerchiamo di renderli partecipi dell'accordo che proponiamo: «inutile dare comandi o divieti, sono inefficaci e portano immediatamente allo scontro. E' importante provare a responsabilizzarli ponendo dei confini necessari ma negoziando con domande che possano facilitare lo sviluppo di autonomie». Facciamo un esempio sullo studio: la frase con cui si potrebbe esordire è "devi recuperare l'insufficienza in matematica: come pensi di organizzarti nei prossimi giorni per poter recuperare?". «La questione è aiutarli ad attivarsi autonomamente, senza però aspettarsi che lo sappiano già fare. Non sono ancora degli adulti, vanno accompagnati in questo passaggio».
5 - Essere genitori organizzati
«Nel trattare con un adolescente conflittuale, bisogna uscire dal principio di immediatezza: staccarsi dall'idea che il conflitto abbia una ricetta per l'uso valida sempre ed entrare in una logica di organizzazione, talvolta di attesa».
Cosa significa nel concreto? «Organizzarsi è fare gioco di squadra tra i genitori, avere una buona coesione educativa tra mamma e papà, accordarsi sulla regola che stiamo dando a nostro figlio e definire una procedura condivisa. Il conflitto può raggiungere toni aspri ma se come genitori abbiamo ben chiaro l'obiettivo che ci guida, se riusciamo a fare fronte comune, ecco che riusciamo ad essere efficaci.
"Qual è il bisogno del mio adolescente? Che età ha? E di conseguenza, quali sono le esperienze che gli servono per crescere in funzione della sua età?" Sono queste le domande che devono orientare il nostro agire educativo».
6 -Trovare delle soglie di tolleranza
«Una volta che abbiamo stabilito delle regole dobbiamo anche definire una soglia di tolleranza che tenga conto dei bisogni reali di tutti. Facciamo un esempio pratico: il riordino della stanza. Vederla perfetta e immacolata è un bisogno dell'adulto o dell'adolescente? Stiamo seguendo un obiettivo educativo o serve ad appagare una nostra fissazione per l'ordine? Stabiliamo quindi dei principi organizzativi di base: lo zaino per la scuola va fatto ogni sera autonomamente, i quaderni e i libri di scuola vanno messi in ordine e non vanno persi. Se poi la scrivania è un campo di battaglia, dobbiamo metterci l'anima in pace, In questo momento a nostro figlio va bene così, in fondo il disordine in cui vive rispecchia la rivoluzione che è in corso nel suo cervello. E ricordiamoci che non sarà così per sempre».
7 - Fare manutenzione dei propri tasti dolenti
Il genitore in questa fase della crescita deve allenarsi al conflitto: « L'adolescente ha bisogno di un genitore resistente in grado di stare nel conflitto: vuole distanziarsi e rompere il legame forte e talvolta simbiotico tipico dell'infanzia. Per fare questo, deve necessariamente innescare un conflitto con chi, simbolicamente ma non solo, rappresenta l'infanzia. Non lo fa perchè ce l'ha con i genitori, lo fa per congedarsi da una fase della crescita che non lo interessa più. Spesso i genitori fanno fatica ad accettarlo. Madri e padri di figli adolescenti sono chiamati a monitorare i propri vissuti emotivi e le proprie fragilità imparando a distinguere ciò che riguarda la loro storia da ciò che invece riguarda la storia di loro figlio».
8 - Fare attenzione quando i figli cercano il conflitto
Un figlio sempre ubbidiente è il sogno di ogni genitore, ma potrebbe non essere un bene reale. «Un adolescente che asseconda sempre mamma e papà è come se non volesse crescere, se desiderasse stare sempre nell'infanzia e rimanere ancora bambino. Come genitori, c'è da chiedersi se non ci sia un eccessivo protrarsi dell'accudimento e se stiamo realmente facilitando il distacco dall'infanzia sostenendo il suo sviluppo o se viceversa lo trattiamo ancora come se fosse un bambino, magari sostituendoci a lui con l'idea di preservarlo dalla frustrazione. In questi casi bisogna domandarsi: "Questo è l'uomo o la donna che vorrei che diventasse? saprà essere cittadino del mondo con queste caratteristiche?"».
9 - Capire perché lo stiamo facendo
Gestire un adolescente conflittuale può essere difficile, talvolta snervante. Ricordiamoci che nostro figlio sta diventando grande: «L'obiettivo è aiutarlo a distanziarsi dal nostro mondo imparando però a tenerne conto, imparando a rispettare i confini e i limiti che ogni relazione porta con sé. In questo modo cresceranno individui competenti nella gestione del conflitto e in grado di rifiutare la violenza come soluzione ultima alla frustrazione del sentirsi dire no. Le pagine di cronaca, anche recenti, sono piene di storie legate all'incapacità di stare nelle relazioni in modo sano e rispettoso, ad esempio di uomini e donne che ricorrono alla violenza perché non tollerano l'abbandono o non tollerano di essere contraddetti. L'obiettivo dei genitori dovrebbe essere quello di crescere adolescenti capaci di riconoscere che il conflitto può essere una reale opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inedito di sé ma anche dell'altro, del proprio mondo emotivo e dei desideri che lo animano», conclude Laura Petrini.
Per approfondire questi temi, si può partecipare al convegno del 12 ottobre a Milano, dal titolo “Né buoni né cattivi”. Perché questo titolo? “Non si tratta di diventare più buoni o più cattivi, più docili o aggressivi ma di imparare a trovare l’interesse comune - spiega il pedagogista Daniele Novara, il fondatore del CPP - dobbiamo aiutare i nostri figli a litigare bene, per tutelarsi dall’ aggressività in tutte le sue forme”. Per i lettori di Nostrofiglio.it c’è uno sconto di 30 euro. Scopri il programma e iscriviti
Aggiornato il 18.01.2022