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Avere 14 anni oggi: la miglior generazione di adolescenti mai vista

di Giulia Foschi - 03.01.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Gli adolescenti di oggi hanno affrontato con maturità un periodo difficile come quello della pandemia. Lontani dal cliché che li vuole noiosi e disinteressati, stanno dimostrando capacità inaspettate di pensiero e di azione.

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Avere 14 anni oggi: la miglior generazione di adolescenti mai vista

Gli adolescenti rappresentano da sempre una categoria vista con inquietudine dagli adulti, o analizzata solo nelle sue accezioni più problematiche. È facile dimenticare la complessità di questo periodo di crescita e di passaggio, spesso drastico, talvolta violento. Così come fare paragoni con una realtà – la propria – che non esiste più. Eppure, i ragazzi di oggi stanno dimostrando di avere a cuore questioni di fondamentale importanza come le sorti del Pianeta, e hanno saputo affrontare senza cedimenti un periodo difficilissimo, durante il quale a causa della pandemia sono stati privati di un pezzo di vita che non riconquisteranno mai più.

Tre pedagogisti - Mirko Pagani, Matteo Locatelli e Giuseppe Ciccomascolo – ribaltano la visione predominante sull'adolescenza nel libro "Tutti bravi genitori (con gli adolescenti degli altri)", edito dal Centro Leonardo Education. Scopriamo insieme ad uno degli autori, Matteo Locatelli, ciò che non sappiamo di questi ragazzi.

Avere 14 anni oggi

Avere 14 anni oggi: che cosa significa?

"I ragazzi di oggi devono affrontare un futuro incerto, pieno di incognite. Per la prima volta i genitori non possono garantire loro alcuna sicurezza. Purtroppo di frequente neppure la scuola li supporta, con l'eccezione di alcuni insegnanti appassionati. Inoltre, l'idealizzazione dei genitori durante i primi anni di vita dei bambini, l'accento e l'insistenza sui loro talenti, se da una parte li ha dotati di molti strumenti, dall'altra ha generato adolescenti fragili e insicuri, che rischiano di crollare alla prima difficoltà. La pandemia, infine, non è certo stata d'aiuto. Per questo riteniamo la loro reazione apprezzabile e degna di nota".

Perché parliamo di una generazione eccellente

Come mai secondo lei e gli altri autori del libro si tratta di una generazione eccellente?

"Noi abbiamo provocatoriamente descritto i ragazzi di oggi come la migliore generazione di sempre per contrastare l'idea dominante di una generazione stanca, inerte, passiva.

Abbiamo tenuto i nostri ragazzi chiusi in casa per un anno e mezzo, privandoli della scuola e della socialità, e loro si sono adattati, manifestando maggiore maturità di molti adulti. Allo stesso tempo, hanno dimostrato di sapersi battere per ciò in cui credono. Penso alle rivendicazioni per la salvaguardia dell'ambiente, tema del quale bisognerebbe occuparsi con maggiore urgenza e che gli adulti, nonostante le evidenze, continuano a minimizzare o ad ignorare".

Come rapportarsi con i ragazzi nativi digitali

Come possono i genitori non nativi digitali rapportarsi con i ragazzi su temi a loro estranei?

"Facendo domande. Interessandosi realmente al mondo con cui i ragazzi dialogano quotidianamente. I genitori non devono diventare esperti di informatica né aprirsi un profilo su Tik Tok. Però possono chiedere ai figli che cosa stanno guardando, perché lo trovano interessante. E intervenire quando ritengono che i contenuti non siano adeguati. Mamme e papà possono, anzi devono, parlare dei valori che questi strumenti veicolano, toccando anche il piano emotivo: se con un sedicenne può diventare complicato, fino ai 12-13 anni il discorso della privacy non deve neppure esistere. E se la risposta dei ragazzi è che "lo fanno tutti", cerchiamo di scendere nel dettaglio: chi li fa? Perché? Come li fa sentire?  Bisogna, insomma, parlare chiaro e stabilire un dialogo sul piano reale. Senza azzardare giudizi, ma ponendo le giuste domande, con una mente aperta e flessibile".

Avere 14 anni oggi: consigli per i genitori

Che consigli dare ai genitori per imparare a guardare i ragazzi con gli stessi occhi con cui li guardate voi?

"I ragazzi hanno bisogno dei genitori, molto più di quanto i genitori talvolta pensano. Cercano figure autorevoli, di riferimento, con le quali rapportarsi. I genitori non devono diventare amici. Gli adolescenti vogliono adulti che sappiano fare gli adulti. Che dicano le cose con chiarezza, che  fungano da guida.

Non bisogna arrendersi al primo no, al primo cenno di chiusura. Non bisogna prendersela: è normale, è fisiologico che talvolta i ragazzi reagiscano in questo modo. Con il nostro libro abbiamo cercato di veicolare una visione positiva dell'adolescenza, pur nella sua inevitabile complessità. Oggi a un genitore con figli adolescenti si fanno gli auguri come se gli fosse capitata una disgrazia. Quando invece l'adolescenza è un'opportunità di crescita, un viaggio evolutivo non solo per chi la vive in prima persona, ma per tutta la famiglia".

Avere 14 anni oggi: consigli per gli adolescenti

Cosa suggerire invece agli adolescenti per farsi capire dai genitori?

"Di contare fino a dieci prima di parlare. È una battuta, ma con un fondo di verità: spesso la prima cosa che si dice non è quella che si pensa davvero. Bisogna darsi il tempo per dire cosa si vuole dire realmente. Spesso per i ragazzi trovare le parole non è semplice. Pensiamo al fenomeno della Trap, che può piacere o meno, ma serve proprio a questo: dare il nome a determinate sensazioni, magari anche violente. Con un po' di pazienza, si può trovare il giusto canale per aprire un dialogo e riuscire a dire ai propri genitori come ci si sente e qual è il significato di quel mondo che a loro pare incomprensibile".

L'intervistato

Appassionato di cyber-pedagogia, Matteo Locatelli è un esperto di adolescenza e tecnologie che si occupa di progettazione e gestione di servizi innovativi rivolti a minori e formazione di sviluppi digitali per docenti, educatori e genitori. Promuove i concetti di saggezza digitale ed empatia di gruppo, il contrasto ai fenomeni di cyberbullismo e disagio.

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