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Balena blu: i consigli della Polizia Postale per difendersi dal terribile "gioco"

di Alice Dutto - 29.05.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Verità o finzione, non importa: il fenomeno della "Blue Whale" è ormai entrato a far parte della vita dei nostri ragazzi. Ecco perché è importante essere informati e sapere che cosa fare. Ne abbiamo parlato con Lisa Di Berardino della Polizia Postale

In questo articolo

«Non importa che la Blue Whale sia una verità o una finzione: ormai, infatti, la notizia è rimbalzata in televisione, sui giornali e, soprattutto, su internet. Questo ci fa temere il rischio di emulazione da parte dei minori ed ecco perché è importante fare informazione su questo tema» spiega Lisa Di Berardino, vice questore aggiunto del compartimento Polizia Postale delle Telecomunicazioni di Milano.

Un rischio di emulazione che si è già trasformato in realtà: è di ieri la notizia di una ragazza di 14 anni di Ravenna, salvata dalla polizia, che aveva postato sui social una foto con lesioni riconducibili alla terribile pratica.


CHE COS'È LA BLUE WHALE

Il "gioco" della Balena Blu consiste in una serie di prove da superare, assegnate da un "curatore", che prevedono l'automutilazione, la visione di film horror e l'ascolto di musica triste e poi il gesto estremo: "saltare da un edificio alto e perdere la propria vita", facendosi filmare da qualcuno come prova del suicidio.


Un fenomeno di cui si è parlato molto negli ultimi tempi e che è stato ripreso non solo da grandi quotidiani e agenzie di stampa, ma anche da un recente servizio de Le Iene. Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo che ne metteva in dubbio l'attualità, relegando il fenomeno a un insieme di vecchie leggende, ma ha poi pubblicato anche un'intervista a Nunzia Ciardi, direttore della Polizia Postale, che ne ha denunciato la pericolosità.

I DATI

Blue Whale

40 denunce

casi in fase di approfondimento

L'INTERVENTO DELLA POLIZIA POSTALE

«È da lungo tempo che siamo impegnati nell'attività di informazione e prevenzione nei confronti di ragazzi, docenti e genitori. Raccontiamo e sensibilizziamo su ciò che di bello e brutto può accadere in rete. La regola principale, che bisogna sempre tenere a mente, è quella di “usare la testa”: non bisogna infatti credere a tutto ciò che si vede sul web. E poi è importante ricordarsi che online e offline siamo sempre noi: per questo bisogna avere rispetto per se stessi e per gli altri evitando di fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi stessi» prosegue Di Berardino.


CHE COSA FARE


«In merito al fenomeno della “Balena Blu”, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha stilato un vademecum di consigli pratici per genitori e ragazzi».

PER I RAGAZZI

  • Ricordate che nessuna sfida con uno sconosciuto può mettere in discussione il valore della vostra vita: segnalate sul sito www.commissariatodips.it chi cerca di indurvi a farvi del male;

  • Se anche vi siete lasciati convincere, non siete obbligati a proseguire: parlatene con qualcuno e chiedete aiuto;

  • Se un vostro amico dice di essere una balena blu (o una “blue whale”) o di essere un “curatore” per lo stesso “gioco”, parlatene subito con un adulto;

  • Se siete stati aggiunti su gruppi sui social che parlano di questo gioco, segnalatelo ai vostri genitori o sul sito www.commissariatodips.it.

PER I GENITORI


  • Informatevi su che cos'è la Balena Blu;
  • Aumentate e migliorate il dialogo con i vostri figli su questo tema, ma anche sul tema della sicurezza in rete;
  • Fate attenzione ai cambiamenti d'umore che potrebbero avere i vostri bambini: dal rendimento scolastico alla capacità relazionale, al ritmo sonno veglia. Guardate se sul corpo compaiono delle lesioni e ricordate che alcune prove prevedono di svegliarsi alle 4,20 del mattino per vedere video horror e ascoltare musica triste. Se pensate che vostro figlio sia vittima di questo “gioco” potreste pensare di controllare le sue attività a quell'ora;
  • Se avete dei sospetti, parlate senza esprimere dei giudizi ma cercando di capire cosa stia succedendo ai vostri figli;
  • Se vostro figlio vi racconta che c'è un compagno che partecipa alla sfida o che fa il curatore, parlatene alla famiglia, oppure recatevi all'ufficio di Polizia, o segnalate sul sito www.commissariatodips.it.

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