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Che fare se alla ragazza saltano le mestruazioni

di Angela Bisceglia - 11.12.2017 - Scrivici

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Fonte: Foto: Pixabay
In termini medici si chiama amenorrea. In adolescenza ci può stare che il ciclo non sia ancora regolarizzato oppure che si ‘sballi’ in seguito a diete troppo sbilanciate o in periodi di stress. Perché può succedere e come comportarsi? Ne parliamo con la ginecologa Rossana Sarli

In questo articolo

Fino ai 18 anni può capitare che il ciclo sia irregolare


Nell’adolescenza può capitare che il ciclo salti alcuni mesi o che non abbia la regolare periodicità dei 28-30 giorni canonici. “Ci può stare, anche senza una causa ben precisa: fino ai 18 anni circa, infatti, l’assetto ormonale non si è ancora stabilizzato", osserva la ginecologa Rossana Sarli. “In ogni caso, la mancanza delle mestruazioni non interferisce con lo stato di salute generale della ragazza se non si protrae per un periodo superiore ai due anni circa”.

A volte può succedere in seguito a diete sbilanciate

L’andamento del ciclo può anche essere condizionato dal livello di massa adiposa e dalle variazioni di peso. Non per niente l’arrivo del menarca (le prime mestruazioni) è in genere più precoce in ragazzine ‘in carne’ rispetto alle coetanee dal fisico più magrolino.

“Nel tessuto adiposo avviene la maggior parte dei meccanismi di costruzione e trasformazione degli ormoni” spiega la ginecologa. “Per lo stesso motivo, qualsiasi modifica del tessuto adiposo può incidere sulla regolarità mestruale. Se per una dieta drastica o sbilanciata, la ragazza perde peso troppo velocemente, l’organismo interpreta questo calo di tessuto adiposo come un momento di carestia, in cui non può permettersi di consumare ulteriore energia attraverso la perdita di sangue del ciclo”.

Altre volte c’entra l’insulina

In una minoranza di casi la scomparsa del ciclo, accompagnata da altri segnali come aumento di peso ed irsutismo (peluria abbondante) può dipendere da un fenomeno di resistenza all’insulina, che è la sostanza deputata al trasporto degli zuccheri nelle cellule: “Per varie ragioni, cioè, lo zucchero introdotto con l’alimentazione viene immagazzinato ed utilizzato a livello più di tessuto adiposo che di muscoli e ovaie (come invece dovrebbe essere)” dice Sarli. “Questo fa sì che l’ovaio non funzioni al meglio e non avvenga l’ovulazione, mentre i follicoli, non giungendo a maturazione, si trasformano in tante piccole cisti, dando origine al fenomeno dell’ovaio policistico”.

Le amenorree psicogene

Anche stress e problematiche psicologiche possono influire sul ciclo, perché influenzano l’attività dell’ipofisi, che è la centralina da cui parte lo stimolo ormonale per far arrivare il ciclo. “In momenti di stress, l’asse ipotalamico-ipofisario è sensibile agli oppioidi endogeni prodotti dal cervello che, oltre ad avere un’azione consolatoria e di sedazione naturale (sono gli stessi che si producono quando si piange), inibiscono la secrezione degli ormoni responsabili delle mestruazioni” osserva la ginecologa.

Che cosa fare: correggere innanzitutto dieta e stile di vita

Se l'irregolarità mestruale si protrae per alcuni mesi, occorre innanzitutto correggere l'alimentazione e recuperare un'eventuale perdita eccessiva di peso, garantendosi un giusto apporto di alimenti energetici durante il giorno e riducendo l'apporto calorico alla sera. Ok praticare attività fisica, soprattutto di tipo aerobico, per scaricare lo stress.

Se non torna, rivolgersi al medico

"Se, nonostante questi accorgimenti, il ciclo non torna, si consiglia in genere di fare un'ecografia pelvica per valutare l'attività ovarica e, inoltre, di controllare il dosaggio di alcuni ormoni come Fsh, Lh, prolattina, estradiolo, testosterone, che consentono di inquadrare la situazione ormonale" consiglia la ginecologa. "In base al risultato, si valuta se aspettare semplicemente che il ciclo torni da sé o stimolare la ripresa dell'attività dell'ipofisi e il ripristino dell'equilibrio ormonale con la pillola anticoncezionale.

In caso di ovaio policistico, si può seguire una terapia a base di citrato di clomifene, un farmaco che aumenta la produzione dell'ormone Fsh e favorisce la maturazione dell'ovulo. Una possibile alternativa è l'utilizzo di farmaci antidiabetici, dal momento che si è riscontrata una correlazione tra diabete e policistosi ovarica.

Per correggere l'insulino-resistenza, infine, si può ricorrere anche ad integratori a base di D-chiro-inositolo o myo-inositolo, molecole di origine naturale che, in base a recenti studi, sono in grado di migliorare la funzionalità ovarica e regolare l'utilizzo del glucosio a livello delle cellule delle ovaie.

Sarà il ginecologo a valutare, caso per caso, l'eventuale terapia più appropriata".

Per approfondimenti: Linee guida del Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism

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