Coma etilico a 12 anni: che cosa sta succedendo
Bevono fino a perdere i sensi, correndo più rischi di quanti ne possano immaginare. Sono gli adolescenti, o più giovani ancora, che si concedono vino, birra o cocktail come abitudine o come forma di "sballo" del fine settimana con gli amici.
La legge in Italia vieta il consumo di alcol fino ai 18 anni, ma il 17% delle 38mila persone intossicate dall'alcol che si reca al Pronto soccorso ha meno di 14 anni.
Tra i casi di cronaca, ricordiamo la ragazzina di 12 anni che è finita in coma etilico a Rovigo a Capodanno e le dichiarazioni di Luigi Sparano e Corrado Calamaro, medici di medicina generale intervistati dal Corriere della Sera: sono convinti che a Napoli il binomio alcol-giovanissimi «sotto i 16 anni» sia «ormai una vera emergenza sociale.
Cerchiamo di capire cosa sta succedendo e come arginare il fenomeno.
Coma etilico a 12 anni: ma quanto si beve tra i ragazzi in Italia?
Ci si ubriaca per reggere la richiesta del gruppo dei pari, per non sentirsi esclusi o per trovare rifugio contro le proprie insicurezze. Si beve perché in casa si è soliti vedere una bottiglia in tavola a pranzo e a cena in famiglia.
Dei circa 35 milioni di consumatori di bevande alcoliche nel nostro Paese, secondo le analisi più recenti elaborate dall'Istituto superiore di Sanità su dati Istat, oltre 8 milioni sono consumatori a rischio. Tra questi, 800 mila sono minorenni.
Il fenomeno più preoccupante è quello del "binge drinking", il bizzarro gioco di bere molto alcol in un breve lasso di tempo: ne abbiamo parlato con Gianni Testino, Primario Sc Patologia delle dipendenze ed epatologia, ASl 3 / Ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana di alcologia.
"E' cambiato il modo di consumare alcol, oggi più simile allo stile anglosassone – premette il professor Testino -: è in aumento il consumo di super alcolici ma si bevono ancora soprattutto vino e birra, che vengono consumati in maniera concentrata in poco tempo.
Tra gli adolescenti nella fascia 14-16 anni, circa il 20% dei maschi e il 10% delle femmine consuma abitualmente alcolici, percentuale che sale al 50% nella fascia 16-17 anni. Bere sotto i 25 anni aumenta di 6 volte il rischio di diventare alcolisti".
I rischi da consumo di alcol
Ci sono differenze nella tipologia di alcolici più diffuso tra i giovani?
"Un'unità alcolica corrisponde a 12 grammi di etanolo che si possono trovare in una birra media di 5 gradi, in un bicchiere di vino da 125ml di 12 gradi o in un dosaggio standard di un superalcolico. L'unità alcolica non cambia in base al tipo di bevanda, l'etanolo contenuto è una sostanza che un individuo fino ai 20 anni non è in grado di espellere perché manca, o funziona ancora parzialmente, l'enzima necessario. Se un adulto sano smaltisce un'unità alcolica in circa 90 minuti, per un ragazzino occorre molto più tempo e quando si consumano 1, 2 o 3 unità alcoliche i rischi per la salute aumentano notevolmente".
- RISCHIO DIPENDENZA. "Bere tra i giovani, infatti, significa essere a maggiore rischio di dipendenza da adulti. Ancora, il consumo di alcol è prima causa di morte sotto i 25 anni, per incidenti e per violenza: il consumo di etanolo facilita ad atti di violenza attivi e passivi e in particolare le ragazze possono diventare vittime di violenza passiva in quanto con il consumo di alcol si riduce la percezione del rischio".
- TUMORI. L'alcol è un potente cancerogeno. I danni all'organismo riguardano prevalentemente 4 organi: il primo, nelle femmine, è la mammella: le adolescenti che consumano circa 2 unità alcoliche alla settimana hanno un rischio doppio di sviluppare tumori benigni, questo rischio è dalle 3 alla 4 volte superiore se si consumano 5-6 unità alcoliche alla settimana con l'aumento delle probabilità di avere giovani donne a grande rischio di cancro alla mammella quando saranno grandi.
- FERTILITA', FEGATO E CERVELLO: I DANNI DELL'ALCOOL. "Nei maschi si riduce la capacità del testicolo del 40% in termini di produzione del testosterone, una delle grandi cause dell'infertilità. Il fegato è a rischio, 25% degli adolescenti, infatti, ha il fegato grasso e infine a risentirne è il cervello: il ragazzo che fa uso di alcol progressivamente avrà una perdita di memoria, di concentrazione e una minore compliance fisica e psichica per affrontare i problemi della vita".
Consumo di alcol, l’esempio in famiglia
La cronaca ci dice che ci sono ragazzini che vanno in coma etilico a 12 anni: una volta compresi i rischi del consumo di alcool, come può intervenire la famiglia?
I genitori hanno un ruolo fondamentale nell'educare, nel cogliere i segnali di un disagio e nell'aiuto quando l'alcol diventa un vero problema.
"Gli esempi sono fondamentali sempre – ribadisce il presidente della Società italiana di alcologia -, ma prima dei 12 ancora di più. Fino ai 12 anni le emozioni, gli istinti o anche la predisposizione genetica può essere modificata dagli esempi e dall'educazione: se il minore vive in una famiglia dove tutti i giorni c'è il vino a tavola, il suo cervello assorbirà quel tipo di ragionamento ed entrato nella fascia di preadultizzazione gli sarà naturale bere. E' più difficile lavorare con gli adulti su questo: gli adulti sono schiavi del loro piccolo piacere, ma noi, attraverso il lavoro di sensibilizzazione ed educazione sui rischi causati dall'alcol, insegniamo ai più piccoli a diventare adulti liberi".
Coma etilico a 12 anni: segnali e atteggiamenti da non sottovalutare
Come riconoscere e capire se nostro figlio beve di nascosto? "I ragazzi di oggi hanno a disposizione anche altre sostanze oltre alle bevande alcoliche, purtroppo" commenta Gianni Testino.
Stiamo attenti ad alcune raffinate alterazioni come:
-
la difficoltà ad alzarsi al mattino
-
la minore attenzione scolastica
-
l'irritabilità
-
la tendenza a non alimentarsi in modo adeguato.
"Il venerdì e il sabato sera, quando i figli rientrano a casa, fermiamoci ad osservarli attentamente. In alcuni casi poi i giovani iniziano a rivelare problemi con l'alcol attraverso altre manifestazioni psico-patologiche ed è importante, dunque, una diagnosi corretta. Generalmente si tende a definire dipendente da alcol una persona a partire dai 20-22 anni ma se si dovessero riscontrare abitudini preoccupanti ci sono diverse opzioni possibili".
I possibili aiuti
"Si possono intraprendere percorsi psicologici, come la terapia cognitivo comportamentale che funziona molto bene: meglio non usare farmaci anti alcol perché non abbiamo la certezza dal punto di vista scientifico che non diano effetti collaterali importanti. Ci sono, e sono una soluzione ottima, i gruppi di auto aiuto. Ce ne sono di 2 tipi, i club alcologici territoriali dove ragazzi e famiglie intraprendono insieme un cammino di cambiamento; ci sono, infine, i gruppi di alcolisti anonimi: qui i ragazzi e le famiglie seguono percorsi paralleli ma separati.
I famigliari possono fare riferimento ai gruppi dedicati (gruppi Al-Anon) di auto mutuo aiuto".