Gestire la preadolescenza
Escludendo i nove mesi che ognuno di noi passa nella pancia della mamma, la preadolescenza può essere considerata la fase della vita nella quale il nostro corpo subisce più sconvolgimenti. La differenza sostanziale è che nel periodo della gravidanza non siamo coscienti mentre, tra la fine delle elementari e la fine delle medie, siamo pienamente consapevoli di quello che ci sta succedendo e in molti casi finiamo per ritrovarci in un corpo da semi adulti conservando ancora i pensieri e la maturità di un bambino.
La preadolescenza coincide con lo sviluppo puberale e la maturazione dei caratteri sessuali, e oggi si tende a dedicargli maggiore attenzione, dopo anni in cui è stata sostanzialmente ignorata, a causa di una "precocizzazione" del fenomeno. «Spesso i bambini che attraversano questa fase – spiega Simona Rivolta, psicoterapeuta e psicologa della Cooperativa sociale Minotauro – vengono turbati dal cambiamento del loro corpo e dalle aspettative sociali che ne conseguono cedono sotto una pressione psicologica che non sono in grado di tollerare». Ma come gestire la preadolescenza quindi? E un preadolescente?
ERRORI DA NON FARE: non sono dei mini adulti
In questa fase molti genitori, secondo la dottoressa, fanno l’errore, seppur in maniera inconsapevole, di trattare i propri bambini come fossero dei mini adulti. «Una bambina di dieci anni può risultare brillante, intelligente e anche molto matura, oltre che fisicamente strutturata, ma non bisogna cadere nell’equivoco di crederla più grande di quello che è – chiarisce la psicologa – dal punto di vista cognitivo i preadolescenti di oggi si muovono in modo più disinvolto nel mondo, come fossero piccoli uomini e piccole donne, ma lo sviluppo emotivo rimane lo stesso delle generazioni precedenti».
Per la dottoressa Rivolta i principali problemi da affrontare in quest'età sono legati: da una parte alle forme di disagio, spesso derivanti dalla percezione del proprio corpo, che portano a forme di ritiro sociale come il non voler andare a scuola; e dall'altra alle difficoltà a osservare le regole e a riconoscere l'autorità degli adulti.
Per affrontare al meglio queste criticità abbiamo chiesto alla psicoterapeuta della Cooperativa sociale Minotauro di darci qualche consiglio che possa essere utile ai genitori che vogliono accompagnare i figli nel percorso della preadolescenza.
1 - Non scambiarli per adulti
Per prima cosa, come accennato in precedenza, non bisogna sposare l'idea di avere di fronte delle persone adulte. L'approccio migliore è quello graduale che passa attraverso il riconoscimento della maturità del proprio figlio senza caricarlo di troppe aspettative e responsabilità.
2 - Poche regole ma inderogabili
I famosi paletti sono fondamentali per tracciare la strada maestra durante la preadolescenza. Dal rendimento scolastico all'orario di rientro bisogna mantenere un equilibrio tra divieti e concessioni. È giusto dare fiducia ai propri figli e caricarli di responsabilità ma bisogna farlo in maniera progressiva perché un bambino troppo libero può diventare ansioso.
3 - Proteggere senza invadere
Il mestiere del genitore è un po' come quello dell'equilibrista, soprattutto quando si parla della privacy dei propri figli. Per far riferimento al più classico degli esempi è sconsigliato spiare nel telefono della bambina, anche se si è animati dalle migliori intenzioni. Si tratta di una vera è propria invasione di campo: è come voler essere presenti all'interno di una stanza in cui vostra figlia si sta confidando con la migliore amica. L'unica soluzione per costruire un rapporto sano è il dialogo diretto nel quale ci si sforza di ascoltare più che dare indicazioni. I preadolescenti mandano in continuazione segnali, bisogna saperli cogliere.
4- Non giudicare
Può succedere che vostro figlio durante la preadolescenza sia diventato una persona che non vi piace. Le sue passioni non vi convincono e glielo fate notare. Questo non è l'approccio giusto perché la preadolescenza è l'età della sperimentazione nella quale i ragazzi vanno alla ricerca della propria identità.
Un genitore dovrebbe riuscire a sospendere il giudizio e accompagnare il figlio alla scoperta delle molte possibilità che ha disposizione.
5 - Dategli gli strumenti per cavarsela da solo
Nei limiti della sicurezza fisica e psicologica, bisogna permettere ai propri figli di cavarsela da soli. Far fronte a un litigio con un compagno di classe o sopportare una presa in giro dà la possibilità al preadolescente di crescere attivando risorse che altrimenti rimarrebbero sopite. Bisogna evitare di essere troppo protettivi. Anche qui l'atteggiamento giusto è quello attendista che studia la situazione e che interviene solo in caso di reale bisogno.