Sempre più ragazzi vanno via dall'Italia in cerca di fortuna, lasciando a casa i genitori spesso in preda ad ansie e preoccupazioni. Qual è il modo giusto di affrontare la situazione? Lo abbiamo chiesto ad Assunta Sarlo, giornalista e autrice di “Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e genitori a distanza” (Cairo).
I dati
Sono circa 500mila i laureati che tra il 2002 e il 2017 hanno lasciato il nostro Paese. Di questi, almeno un terzo, non è più tornato. È quanto emerge dall'ultimo dossier del Centro Studi e Ricerche Idos “L’Europa dei talenti. Migrazioni qualificati dentro e fuori l’Unione Europea”.
Nel 2017 i cancellati alle anagrafi sono stati 114.000, mentre secondo le prime stime dell'Istat per il 2018 il numero sarebbe salito a 120.000. Una stima al ribasso, secondo Idos, se si tiene conto delle registrazioni effettuate nei paesi europei di arrivo. Per conoscere il vero dato bisognerebbe moltiplicare 120mila per un coefficiente di 2,5/3.
«Siamo tornati ai livelli di espatrio degli anni Sessanta, con l'aggravante che vanno via persone istruite e non riusciamo a compensare la loro perdita, perché non siamo un Paese attraente per i giovani laureati stranieri» commenta Assunta Sarlo.
«Tra l'altro, sono sempre più giovani i ragazzi che decidono di partire. C'è chi va all'estero già alle superiori e chi decide di frequentare l'università in un altro Paese, soprattutto quelli anglosassoni».
I vantaggi
Decidere di passare un tempo della propria vita fuori dal proprio Paese ha diversi vantaggi: permette di aprire la mente, confrontarsi con il diverso, conoscersi meglio e crescere. Vivere all'estero è, quindi, un un'esperienza formativa importante: «In genere, si tratta della prima volta che un ragazzo si allontana dalla famiglia. Quindi, si responsabilizza e impara a essere autonomo e a cavarsela da solo».
In più, in molti casi, aiuta i ragazzi ad avere le idee più chiare sui propri desideri e il proprio futuro. «Una consapevolezza che si traduce in un vantaggio competitivo quando ci si presenta sul mercato del lavoro».
Consigli per i genitori
Per i genitori affrontare la lontananza dei figli può essere anche molto difficile.
Ecco quindi qualche utile consiglio.
1. Chiedetevi: «mio figlio è pronto?»
«Spesso i genitori pensano che l'esperienza all'estero sia solo un'opportunità, ma in realtà è anche una grande fatica che non tutti sono pronti per affrontare. Quindi, prima di prendere una decisione di questo tipo, consiglio di riflettere bene sulle caratteristiche del proprio figlio: dalla sua maturità alle risorse che ha per affrontare la situazione».
2. Responsabilizzateli nella scelta
«È importante che i genitori aiutino e sostengano i loro figli in questo percorso, ma non bisogna sostituirsi a loro. Lasciategli la responsabilità di decidere se partire o rimanere: sarà un modo per responsabilizzarli e renderli protagonisti della loro vita».
3. Limitate le aspettative
Un periodo all'estero può essere una grande opportunità, ma anche un'esperienza difficile. «Bisogna vaccinarsi dall'idea che la strada dei figli sia costellata di successi e opportunità ed essere pronti ad affrontare le difficoltà che possono incontrare. La maggior parte delle volte, infatti, l'impatto è molto duro».
4. Procedete per gradi
«Prima di un trasferimento completo all'estero, si può pensare a un percorso graduale. Le possibilità sono molte: si può provare prima a stare uno o due mesi d'estate e poi organizzarsi per una partenza più lunga».
5. Dategli tempo
«Vivere all'estero significa confrontarsi con contesti nuovi e con una nuova lingua. Bisogna quindi considerare un tempo anche lungo di adattamento, in cui è compito del genitore essere presente, sostenendo il proprio figlio senza passargli le proprie ansie».
6. Supportateli nelle crisi
«Il modo migliore per affrontare la crisi dei figli, quando avviene, è quello di continuare a fare quello che si è sempre fatto: fargli sentire che ci siamo e che li supportiamo, ma anche lasciarli stare se è questo ciò di cui hanno bisogno. È importantissimo ascoltarli, senza però far trasparire le nostre ansie per evitare di aggiungere un carico di stress a loro che già stanno affrontando un momento difficile».
7. Dategli fiducia
«Il mondo è cambiato e gli anni del “posto fisso” sono definitivamente tramontati.
Pensate che fate parte di un'altra generazione e che i vostri figli hanno strumenti migliori dei vostri per comprendere il mondo di oggi. Quindi, aiutateli ma abbiate fiducia nelle loro risorse».
8. Non considerate il ritorno un fallimento
«Non è detto che l'esperienza all'estero sia per sempre: può essere anche solo una parentesi. Tornare in Italia non è quindi una sconfitta, ma può trasformarsi in un'opportunità».