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Comportamento e linguaggio non verbale degli adolescenti

di Zelia Pastore - 19.08.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
I figli adolescenti spesso non parlano con i genitori. Come fare allora per comunicare con loro? Ecco alcuni consigli tratti dal libro “Figli che tacciono, gesti che parlano” di Susana Fuster, esperta di comunicazione non verbale che vuole insegnare ai genitori a capire il linguaggio del corpo degli adolescenti e leggere i loro stati d’animo

In questo articolo

Linguaggio non verbale e comportamento degli adolescenti

I genitori che hanno figli in età di adolescenza sanno quanto è difficile comunicare con loro. In questa fase di crescita i ragazzi spesso si chiudono e parlano poco con i genitori e le altre figure educative. Cosa fare allora di fronte a questi silenzi? Come decifrare il comportamento dei figli adolescenti? Ecco alcuni consigli tratti dal libro "Figli che tacciono, gesti che parlano" (Salani, 2020) di Susana Fuster, esperta di comunicazione non verbale che vuole insegnare ai genitori a capire il linguaggio del corpo degli adolescenti e leggere i loro stati d'animo.

6 passi per interpretare quello che gli adolescenti non dicono

1 - Impara ad osservare

Anche senza le parole, il corpo parla; e la differenza è che lui non sa mentire. È necessario dunque prestare attenzione ai segnali non verbali dei ragazzi, per capire meglio cosa stanno passando e accrescere quindi empatia e comprensione reciproca. Sono sempre lì da vedere, ma il più delle volte non ci facciamo caso. Se invece impariamo a osservarli davvero, sapremo riconoscere cosa si nasconde dietro una certa espressione del volto, una postura corporea, un gesto o la scelta di un capo di abbigliamento.

2 - Tieni a mente il suo comportamento abituale

Un genitore osserva suo figlio per anni e impara a conoscerlo, ha un'idea di quale siano i suoi schemi comportamentali, ovvero come agisce normalmente. È fondamentale averlo bene in mente per poter interpretare correttamente anche eventuali nuove e insolite manifestazioni. Quanto vostro figlio gesticola, se è riservato o chiacchierone, se parla con tono alto o basso, se mantiene il contatto visivo o no, qual è la sua postura abituale: conoscere quella che gli analisti chiamano linea di base del comportamento o base line consente anche di accorgersi di un cambiamento, importante perché corrisponde a una sua variazione emotiva.

3 - Presta attenzione a questi 8 canali espressivi

La comunicazione non verbale non è fatta solo di gesti intenzionali: trasmettiamo informazioni anche quando non lo vogliamo o non ne siamo consapevoli.

Sono 8 i canali che, oltre alle parole, definiscono le modalità di relazione con il nostro interlocutore; sono tutti indizi che ci aiutano a capire cosa l'altro ci sta dicendo.

  1. Espressioni facciali. Gioia, tristezza, sorpresa, rabbia, paura, disgusto e disprezzo sono le sette emozioni primarie che possono rivelare cosa sta provando vostro figlio.

  2. Gesti. Esprimono il grado di sicurezza, nervosismo, affetto, stress o necessità di autocontrollo che sta sperimentando. Osservate se sono rapidi o lenti, lievi o energici, aperti o chiusi. Alcuni gesti rafforzano quello che si sta dicendo, altri sostituiscono le parole.

  3. Postura corporea. Riflette il grado di interesse, apatia o fastidio che prova verso qualcosa o qualcuno. Le posture espansive e decise indicano soddisfazione e fiducia in se stessi. Se sta ingobbito può essere segno di abbattimento o rifiuto.

  4. Uso dello spazio. La distanza fisica che mantiene con gli altri indica la connessione, la vicinanza emotiva e la relazione interpersonale che intrattiene con loro. Maggiore è la distanza, minore il legame emotivo. Identifica anche se è una persona che ha bisogno di un maggiore spazio privato mentre comunica oppure, al contrario, invade quello altrui.

  5. Contatto fisico. Dal tipo di contatto fisico e dalla durata puoi intuire la complicità che c'è tra voi in una determinata situazione. In generale, anche se dipende molto dal paese e dalla cultura, quando si tocca rispettosamente un'altra persona si crea un miglior legame affettivo e una migliore connessione.

  6. Aspetto. Attraverso l'aspetto esteriore gli altri si formano una prima impressione del ragazzo e lui esprime la sua identità, i suoi gusti, la sua personalità, l'appartenenza a un gruppo, l'immagine di sé che vorrebbe proiettare all'esterno.

  7. Voce. Ritmo, volume, tono e timbro della voce vi permettono di capire lo stato d'animo di vostro figlio.

  8. Sguardo. Con lo sguardo esprime vergogna, timore, rabbia, affetto. La durata del contatto visivo può dipendere dalla sua personalità o dal grado di interesse in quello che dice.

    Se sta elaborando idee difficili tenderà a distogliere lo sguardo.

4 - Interpreta i suoi gesti nell’insieme e non in modo isolato

Proprio come una parola può avere diversi significati in funzione della frase in cui è inserita (pensiamo a 'capo' come 'superiore' o come 'testa'), la stessa cosa succede con i gesti, le espressioni facciali e le posture. Ogni singolo elemento del linguaggio non verbale può essere polisemico, per questo ha bisogno degli altri elementi per acquisire significato. Ad esempio non è detto che vostro figlio non sia stato sincero perché ha abbassato lo sguardo; ma se ha abbassato lo sguardo, ridotto il tono della voce, si è grattato il naso, non ha gesticolato quando invece lo fa sempre e ha dato risposte evasive… forse allora vale la pena indagare ancora.

5 - Non dimenticare il contesto in cui è inserito il suo comportamento

È possibile interpretare un comportamento solo considerando le coordinate temporali, spaziali e ambientali in cui si verifica. Anche qui è importante valutare i segnali nel loro insieme: ad esempio le braccia conserte potrebbero significare che lui sia sulla difensiva o arrabbiato; oppure potrebbe essere semplicemente un po' infreddolito. Provate perciò a pensare anche a possibili cause esterne di un dato comportamento e, nel dubbio, condividete con lui le vostre supposizioni per evitare di male interpretare: "Ti vedo un po' ingobbito, hai freddo o c'è qualcosa che ti preoccupa?".

6 - Verifica se c’è coerenza tra le sue parole e quello che esprime il suo corpo

Per una comunicazione efficace deve esserci coerenza tra quello che diciamo e come lo diciamo. Se il linguaggio corporeo e facciale di vostro figlio o la sua voce contraddicono quello che sta esprimendo a parole, date più credito alla sua condotta non verbale, perché è più sincera e spontanea.

Come capire se tuo figlio ti mente: cinque indicatori non verbali

Non è mai facile capire quando qualcuno non è sincero. Un modo per andare più a fondo in una storia è certamente quello di lasciar dilungare l'interlocutore per vedere se ad un certo punto si inganna da solo.

Ci sono però anche degli indicatori non verbali che possono aiutarci a smascherare una bugia.

1 - Sguardo fisso

È solo una credenza che i bugiardi non guardino negli occhi l'interlocutore: anzi, se una persona si è preparata bene la storiella, tenderà a fare l'opposto. Se poi vostro figlio normalmente parla senza mantenere il contatto visivo, quando vi fisserà potrebbe farlo per prestare massima attenzione alla vostra reazione dopo l'ultima frase che ha detto… quella potrebbe essere una bugia. Anche un cambio brusco di direzione dello sguardo potrebbe essere indice di stress e disagio di fronte a una domanda scomoda.

2 - Microespressioni facciali

La tensione provocata dallo stare mentendo deve sfogarsi in qualche modo: spesso succede attraverso piccoli movimenti involontari dei muscoli della faccia. La fronte aggrottata mentre dice di essere contento, la bocca leggermente tirata verso le orecchie che riflette paura o le labbra serrate che denotano tensione possono aiutare a interpretare l'incongruenza tra ciò che dice e ciò che prova. Le microespressioni non sono sempre un segno affidabile di menzogna, ma permettono di osservare emozioni che sfuggono al suo controllo.

3 - Scarsa gesticolazione

Contrariamente a quel che si pensa, cioè che i bugiardi non stiano mai fermi, se l'adolescente non è sincero ed è concentrato nell'elaborare la sua bugia, diminuirà la gesticolazione perché concentrerà le energie nello sforzo cognitivo che sta compiendo. Ricordate sempre però che la cosa più importante è conoscere il modo abituale di esprimersi di vostro figlio e osservarne i cambiamenti nel comportamento. Se di solito accompagna il discorso con il movimento delle mani e a una domanda inaspettata aumenta ancora di più i gesti, anche questo è segno di disagio.

4 - Frequenza del battito delle palpebre

La rigidità corporea che accompagna una bugia interessa anche il movimento delle palpebre. Anche per questo motivo di solito subito dopo aver raccontato una bugia, il battito delle palpebre può aumentare in modo significativo.

5 - La voce diventa più acuta

È provato che lo stress e l'ansia influiscono sulla frequenza e sulla vibrazione delle corde vocali, che tendendosi provocano un tremito. Il tono si alza in presenza di turbamento emotivo, perciò la sua voce sarà più acuta del normale se ha paura di essere scoperto. Prestate attenzione anche se dice qualche parola a un volume più basso rispetto al resto del discorso.

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