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Fomo: che cos’è l’ansia di essere tagliati fuori e come uscirne

di Giulia Foschi - 25.11.2022 - Scrivici

fomo
Fonte: Shutterstock
Fomo: che cos'è? Dietro l’acronimo di fear of missing out  si cela una forma di ansia sociale oggi molto diffusa tra i ragazzi e strettamente collegata all’uso degli smartphone. Come superarla?

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Fomo: che cos’è l’ansia di essere tagliati fuori e come uscirne

Una recente intervista di Victoria dei Maneskin ha riportato l'attenzione al tema della fomofear of missing ot – la paura di perdersi qualcosa, di essere tagliati fuori. Ma da dove nasce questa forma di ansia sociale, in quali comportamenti si concretizza e come superarla? Ne parliamo con Matteo Lancini, psicologo, psicoterapeuta e presidente dalla Fondazione Minotauro.

Fomo: che traduzione ha questo acronimo e cosa significa

Che cosa significa Fomo?

Fomo è l'acronimo di fear of missing out, traducibile nell'ansia di essere tagliati fuori, di perdersi qualcosa, di venire esclusi dal gruppo di appartenenza, di perdere occasioni di relazione e di socialità. Attualmente questo termine, che è stato utilizzato per la prima volta nel 2004 e che ritorna ciclicamente in voga, è collegato soprattutto al mondo dei social media e alla dipendenza da smartphone.

Fomo: l’ansia di essere tagliati fuori: chi colpisce e come si manifesta?

"Teoricamente l'ansia di essere tagliati fuori può colpire tutti – spiega il Dottor Lancini - tanto i giovani quanto gli adulti. Basti pensare alle chat delle mamme su WhatsApp. Tuttavia, al momento se ne parla con maggiore frequenza ed enfasi in relazione agli adolescenti, che come sappiamo trascorrono buona parte del loro tempo sui social. Per i ragazzi, semplicemente non c'è distinzione tra la vita online e offline, tra reale e virtuale. Chiariamo il fatto che, soprattutto durante l'adolescenza, questa paura di sentirsi esclusi dal gruppo è sempre esistita, anche ben prima dell'avvento del web e dei social. D'altronde, considerando quanto è importante la dimensione relazionale negli anni della crescita, è normale e fisiologico che scatti una forma di ansia se non si viene invitati ad una festa o se non vi si può prendere parte per un altro impegno. Si teme di perdere delle occasioni di contatto, di visibilità e di condivisione. Quindi attenzione a parlare di patologia: molto spesso non c'è niente di cui preoccuparsi in queste manifestazioni di insofferenza.

Come sempre, il problema sorge quando si sposta nettamente l'equilibrio, quando questa necessità di presenziare ad ogni evento o di essere sempre collegati ai social diventa perenne, estremizzata, continua, e quando incide negativamente su altre normali attività, come andare a scuola, dormire, mangiare".

Fomo, ne soffre anche Victoria dei Maneskin

Recentemente ha parlato di fomo anche Victoria dei Maneskin...

"Esatto, ed ecco un esempio di fraintendimento del termine patologia. Se andate a riascoltare l'intervista, cita la fomo raccontando di quando, essendo stanca, era andata a dormire perdendosi così un evento effettivamente importante, ovvero l'incontro con Madonna. E a chi non avrebbe dato fastidio perdere una simile opportunità? Il termine fomo è entrato a far parte del lessico giovanile e non solo, e viene usato spesso nello stesso modo in cui si dice, ad esempio, "mi viene l'ansia", senza necessariamente affermare con questa frase che si soffre di una condizione psicologica seria. Non voglio dire che lo si debba sminuire, al contrario, ma che ogni caso va valutato con serietà e nella sua specificità".

Fomo: esempi pratici e sintomi

Quali possono essere i sintomi della fomo?

"Come dicevamo, la fomo è collegata molto spesso alla dipendenza da Internet e dai social network. La persona scorre compulsivamente i profili per verificare  che cosa stanno facendo gli altri e di non essersi perso niente di importante. A livelli estremi questa tendenza può causare ansia e depressione. Ricordiamo poi la diffusione di un'abitudine uguale e contraria, ovvero l'impulso all'isolamento che molti ragazzi hanno vissuto ed estremizzato durante la pandemia e in seguito ad essa. L'ansia di essere tagliati fuori e il chiudersi tra quattro mura evitando le relazioni sociali reali sono due facce della stessa medaglia. Due espressioni della società altamente complessa in cui viviamo e del periodo storico difficile, diverso, che i ragazzi stanno attraversando e al quale reagiscono come possono.

Occorre allora fare uno sforzo, dedicando attenzione e ascolto, per capire se dietro a queste manifestazioni c'è un disagio personale più profondo".

Fomo: come uscirne

Come si può aiutare un ragazzo a superare la fomo?

"Partiamo dal presupposto che già da quando sono bambini oggi i nostri figli sono spinti a svolgere sempre delle attività organizzate. Il tempo per la solitudine è praticamente assente, e si tende a trasmettere il concetto che la solitudine sia qualcosa di male, da evitare. Così si gettano le basi per l'ansia di essere tagliati fuori. Può invece essere utile trasmettere, con l'esempio pratico, l'importanza di un tempo solo per sé. È giusto sapere che la solitudine esiste, la noia esiste, e va bene così. Al contempo, bambini e ragazzi vanno resi autonomi nell'esplorare il mondo, e non eccessivamente tutelati, in modo che acquisiscano sicurezza".

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