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Internet Addiction Disorder: che cosa è e come affrontarla

di Nostrofiglio Redazione - 02.02.2024 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Che cosa è l'Internet Addiction Disorder, la dipendenza da internet? Perché e come si manifesta, e in che modo può essere affrontata?

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Internet Addiction Disorder: che cosa è

L'impatto delle tecnologie digitali, internet, social network e app di messaggistica istantanea nella nostra vita quotidiana è davvero massiccio e hanno aperto nuove opportunità di informazione e comunicazione globale. Tuttavia, questa crescente connettività ha anche portato a nuovi rischi, insidie e dipendenze, in particolare per quanto riguarda la dipendenza da internet. Questa dipendenza comportamentale, nota come Internet Addiction Disorder (IAD), è descritta come un uso eccessivo di internet e dispositivi connessi alla rete, con il potenziale di compromettere il benessere psicofisico di chi ne soffre. La dipendenza da internet è paragonata ad altre dipendenze comportamentali senza sostanza, come la dipendenza da shopping, la ludopatia e la dipendenza da sesso. Per saperne di più, ecco le riflessioni della Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo.

Come si manifesta

L'Internet Addiction Disorder non compare né all'interno del DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, né nell'ICD 11, la Classificazione Internazionale delle Malattie. Nonostante non sia ancora stata universalmente riconosciuta come una condizione clinica distinta, è tuttavia possibile individuare alcune manifestazioni psicologiche e fisiche che possono essere considerate sintomatiche di questa dipendenza. 

"La progressiva perdita di controllo rappresenta un tratto distintivo dell'Internet Addiction Disorder. Nel corso del tempo, chi ne è affetto sperimenta, infatti, un aumento esponenziale delle ore dedicate alla navigazione online, talvolta maturando la consapevolezza di non riuscire più a sospenderne o limitarne l'uso. I soggetti colpiti da questa dipendenza possono trascorrere ore e ore in rete, navigando su siti, utilizzando i social media, chattando, giocando ai videogames, guardando video o facendo acquisti online", ha spiegato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online e società Benefit Unobravo.

"L'IAD può avere un impatto negativo sul benessere psicofisico: mal di testa, dolore muscolare, disturbi del sonno, affaticamento e mancanza di concentrazione sono alcuni dei sintomi che possono emergere nei soggetti affetti da questa dipendenza.

Inoltre, quando l'accesso a internet è impossibilitato, potrebbero verificarsi sintomi di astinenza, come irritabilità o ansia. L'utilizzo prolungato di internet spesso può andare a discapito delle relazioni interpersonali o di altre attività più importanti e necessarie, come impegni quotidiani, professionali o accademici. In molti casi, chi soffre di Internet Addiction Disorder manifesta una marcata tendenza all'isolamento. La dipendenza da internet può, infatti, spingere l'individuo a ritirarsi progressivamente dalla vita sociale offline e a prediligere le interazioni online. Questo comportamento potrebbe, in certi casi, sfociare nella Sindrome di Hikikomori, che porta la persona a un isolamento volontario",  ha aggiunto la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris.

Perché si diventa dipendenti?

"Mettendo a disposizione degli utenti un'ampia gamma di contenuti, attività e intrattenimento immediato, internet è in grado di soddisfare il bisogno di ognuno di ricevere gratificazione personale in modo veloce e diretto. L'interazione online può, inoltre, risultare meno intimidatoria, contribuendo così a mitigare l'ansia sociale che alcuni individui provano quando si relazionano agli altri dal vivo. I social network, in particolare, consentono di interagire con altre persone in qualsiasi momento. Questo senso di connessione costante, può portare a un significativo calo di interesse verso le relazioni offline. In alcuni casi, l'utilizzo di internet potrebbe, inoltre, alterare la percezione che le persone hanno di loro stesse e dell'ambiente. Analogamente a chi è dipendente da sostanze, coloro che soffrono di IAD sono spesso alla costante ricerca di nuovi stimoli emotivi e sensoriali con cui allontanare o placare sensazioni di noia, vuoto e solitudine. Per i soggetti che vivono questa dipendenza, il mondo virtuale potrebbe, col tempo, andare a costituire una vera e propria dimensione parallela. Un luogo mentale in cui rifugiarsi nel tentativo di sfuggire ai problemi e alle difficoltà della vita quotidiana e proteggersi da una realtà percepita come angosciosa e dolorosa", ha dichiarato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo.

"Sono molteplici i fattori che possono concorrere all'insorgenza della dipendenza da internet. Tra questi, vi sono aspetti temperamentali, bassa autostima, fattori ambientali e aspetti neurobiologici che potrebbero implicare uno squilibrio nel circuito della ricompensa legato a serotonina e dopamina. Studi recenti hanno, inoltre, evidenziato come la dipendenza da internet si manifesti più frequentemente in individui con una stabilità emotiva precaria o in comorbilità ad altre condizioni, quali ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo o bipolarismo. Anche la presenza di altre dipendenze può predisporre all'IAD. Nonostante siano emerse delle categorie più a rischio - come uomini single, giovani universitari e donne di mezza età - è evidente che l'accesso indiscriminato alla rete sia, a prescindere, un fattore da non sottovalutare mai. La dipendenza da internet può, infatti, colpire individui di diverse età, sesso e background e ciò lo rende un problema molto insidioso", ha aggiunto la Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris.

La dipendenza da internet e gli adolescenti

Durante l'adolescenza, l'uso eccessivo della tecnologia può essere complicato poiché gli individui stanno sviluppando le loro capacità cognitive ed emotive. Se da un lato, internet facilita la creazione di nuove amicizie e il dialogo, dall'altro può esporre i giovani a rischi come il cyberbullismo e contribuire all'isolamento sociale, talvolta sfociando nella sindrome di Hikikomori.

Negli adulti, la dipendenza si manifesta con segnali diversi rispetto all'adolescenza, inclusi problemi relazionali, difficoltà lavorative, gestione dello stress compromessa e mancanza di autocontrollo nell'uso di internet. La connessione al web può diventare un modo per evitare situazioni emotive complesse e sconvenienti.

Prevenire e contrastare grazie all'educazione

"Internet e le nuove tecnologie hanno contribuito in modo significativo a trasformare il nostro modo di vivere, lavorare e connetterci con il mondo. La digitalizzazione ha aperto le porte a opportunità straordinarie, ma, al contempo, ha fatto emergere anche alcune criticità, spesso legate a un uso poco equilibrato, responsabile o consapevole delle tecnologie, specialmente del web.

Adottare alcune strategie mirate può essere d'aiuto al fine di favorire un utilizzo più sano di internet. Ad esempio, creare una routine giornaliera che includa momenti senza l'utilizzo di dispositivi digitali può contribuire a limitare il tempo che si trascorre in rete. Anche prevedere dei periodi di digital detox, ovvero di disconnessione completa da internet, può aiutare a mantenere un miglior equilibrio tra vita online e offline", ha commentato la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris.

"Oltre a ciò che ciascuno di noi può fare individualmente, un ruolo cruciale lo rivestono le attività di sensibilizzazione e prevenzione di ampio respiro, soprattutto quelle destinate alle nuove generazioni. Sia a casa che a scuola, è imprescindibile che venga fatto un profondo lavoro di educazione alle tecnologie, promuovendone un uso moderato e informando i più giovani sugli eventuali rischi in cui possono incorrere in rete. Parallelamente, è importante incoraggiarli a coltivare maggiormente le relazioni offline e valorizzare le connessioni reali, soprattutto partendo con l'approfondire quali siano le loro paure e resistenze. Educare le nuove generazioni a un uso responsabile della tecnologia e supportarle nel potenziare le proprie competenze relazionali è la chiave per creare individui più consapevoli per la società del domani", ha aggiunto la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris.

La terapia psicologica

"Affrontare e superare una dipendenza può non essere semplice. Per questo chiedere aiuto è un primo, ma fondamentale passo. È, infatti, dimostrato che avvalersi di un supporto esterno dia maggiori possibilità di successo rispetto al cercare di sconfiggere una dipendenza da soli. In questo senso, la terapia psicologica può essere uno strumento molto prezioso. In prima istanza, è importante giungere a una diagnosi accurata. Per fare ciò, il professionista può avvalersi di diversi strumenti, come test e questionari.

Il test sulle dipendenze da internet IAT (Internet Addiction Test) è molto utile per effettuare una prima autovalutazione del grado di coinvolgimento e rilevare eventuali problematiche legate alla dipendenza da internet. Solo una volta diagnosticata la dipendenza sarà, infatti, possibile intraprendere un percorso che sia davvero efficace. Concentrandosi sull'analisi dei fattori scatenanti e degli eventi interni ed esterni che hanno portato all'instaurarsi del comportamento dipendente, la terapia psicologica permette di trattare la dipendenza in modo mirato, fornendo sostegno, motivazione e strumenti pratici. In particolare, la psicoterapia cognitivo-comportamentale offre un approccio molto valido. Anche con Unobravo è possibile svolgere terapie online con professionisti esperti nel trattamento delle dipendenze, inclusa quella da internet. Con il giusto supporto, qualsiasi condizione può essere affrontata. Ciò che conta davvero è avere pazienza, non scoraggiarsi e affidarsi a professionisti competenti, tenendo sempre a mente che una vita libera dalle dipendenze è possibile", ha concluso la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online Unobravo.

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