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Manuale per preadolescenti che vogliono crescere

di Stefano Padoan - 12.11.2022 - Scrivici

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Manuale per preadolescenti: l'articolo che ogni genitore dovrebbe far leggere al proprio figlio dagli 11 anni in su. Le risposte alle domande più difficili

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Manuale per preadolescenti che vogliono crescere

In preadolescenza cominciano le sfide per diventare grandi. Innamoramento, amicizia, sessualità, cyberbullismo, social network: tutte scoperte arricchenti, ma che comportano anche incertezze e difficoltà. Ci vorrebbe una guida per orientare genitori e figli attraverso i delicati passaggi dello sviluppo fisico e psicologico che ogni ragazzo si trova a vivere nel suo viaggio verso l'età adulta. I consigli dello psicoterapeuta Alberto Pellai che, insieme a Barbara Tamborini, nel suo libro "Next Level" (De Agostini, 2022) si è rivolto direttamente ai ragazzi dagli 11 anni in su.

Cosa succede tra gli 11 e 14 anni

Cosa mi sta succedendo? Una domanda abbastanza comune dopo gli 11 anni, quando anche il corpo comincia a dirti che non sei più un bambino o bambina: «Le trasformazioni biologiche non sono solo esteriori - esordisce Pellai - Da un lato senti una nuova potenza, sia in termini fisici che sessuali, che ti spingerà pian piano verso cose che da piccolo non ti interessavano. Dall'altro anche il tuo cervello sta crescendo, producendo un nuovo modo di vedere la vita e nuovi strumenti per attraversarla: non aderisci più ai modelli che, fino a questo momento, ti hanno proposto gli adulti. Passi, insomma, da avere un pensiero "pensato" (pensato da altri) a "pensante", ovvero sei in grado di produrre pensieri nuovi e davvero tuoi». Inizi quindi a intravvedere la vita adulta, quella in cui non ti sarà più solo chiesto di obbedire alle regole di mamma e papà, ma di sviluppare una tua visione del mondo».

Preadolescenza: inizia il tempo della responsabilità

Questo dà la sensazione di poter accedere via via a maggiori libertà, ma comporta anche responsabilità sempre più grandi perché le regole che ti darai dovranno essere in linea con quelle sociali. «Quando eri bambino era tutto più facile, per rimanere in carreggiata bastava seguire le indicazioni dei tuoi genitori.

Di te si curavano loro, ora pian piano dovrai fare da solo. Scoprirai ad esempio il tempo libero: se prima le attività decise dagli adulti scandivano il tuo tempo e avvenivano sotto la loro vista, ora invece aumenta il tempo che passi da solo o con i tuoi coetanei senza supervisione». Qui sei tu alla guida: una bella sensazione e un'occasione per entrare in contatto con delle cose del mondo mai fatte e viste prima. Gestire il tuo tempo e le nuove esperienze in solitaria, però, non è una passeggiata perché i tuoi strumenti emotivi e cognitivi si stanno sì sviluppando, ma non sono ancora pronti per tutto.

Pornografia, social, cyberbullismo: cosa sono e come affrontarli

Vedere un video porno sul tuo smartphone o di quello di un tuo amico o amica; sperimentare la visibilità pubblica di un social; assistere, subire o magari essere l'autore di cyberbullismo. Queste sono tra le cose "più grandi di te" che, tra gli 11 e i 14 anni, potrebbero capitarti. Cose che non capisci fino in fondo; che ti suscitano tante domande, dubbi e a volte paure; e che di fronte alle quali non sai ancora bene come comportarti. «Poiché in questa fase vivi tante nuove esperienze, è importante che tu sappia quando chiedere aiuto. Alla tua età, anche se ti stai rendendo sempre più indipendente, gli adulti sono ancora un punto di riferimento fondamentale. Non vederli, come quando eri piccolo o piccola, solo come quelli che puniscono: sono i tuoi maggiori alleati, al tuo fianco per risolvere e chiarire eventuali cose negative».

Parla con i tuoi genitori

Quando sarai più grande, da adolescente, sarai più autonomo e avrai le competenze sia per cavartela da solo, sia per capire meglio quando le cose si stanno complicando troppo e si renderà necessario, come "ultima spiaggia", parlare con un adulto.

«Adesso invece no: sei ancora inesperto e può capitare che non ti accorga che l'azione che stai compiendo o che stai subendo è più grave di quello che sembra. A volte i preadolescenti capiscono di essere in una brutta situazione o di aver combinato un "pasticcio" solo quando un adulto glielo fa notare. Oppure non parlano con gli adulti perché hanno paura della loro reazione più che della situazione in cui sono. Un po' perché non riesci ancora del tutto a immaginare le conseguenze di alcune azioni; un po' perché potrà sembrarti di esserti messo in una situazione senza via d'uscita, senza immaginare che invece un adulto può vedere le cose in maniera più completa». Prova sempre a mantenere un dialogo con i tuoi genitori, educatori e insegnanti: non per raccontare tutto, ma per sapere di poter contare su qualcuno di cui ti fidi in caso di emergenza.

Primo bacio: cosa si prova?

Circa l'esperienza del primo bacio potrà capitarti di cercare su internet "primo bacio: come fare". Come se la cosa più importante sia sapere la tecnica migliore. Questo è il rischio in cui puoi cadere anche se cerchi informazioni sul sesso guardando un film porno, con in più il problema che le scene in quei filmati sono finte e lontane dalla realtà. «Ti consiglio di non concentrarti tanto sull'azione che dovrai compiere nel primo bacio, ma sull'esperienza. Ogni persona ha la sua storia del primo bacio, e nessuno di essi è stato quello perfetto perché non esiste il bacio perfetto. Lascia piuttosto che la cosa, quando succederà, ti porti poco a poco nel territorio inesplorato delle relazioni amorose unendo ciò che fai con ciò che senti in quel momento».

I miei amici fumano, dovrei farlo anch’io?

Sul tema tabacco e droghe si aggiunge la pressione sociale e il fatto che spesso sperimenti questi comportamenti a rischio quando sei a contatto con altri ragazzi e ragazze, che ti spingono a provare: «È importante che tu abbia la consapevolezza che, anche di fronte alla richiesta di altre persone, tu hai scelta.

E poi informati sull'impatto che hanno le varie sostanze e quanto facciano male. Per quanto riguarda il fumo, il tuo stesso corpo ti dice che non fa stare bene: ti viene la tosse, ti vengono gli occhi rossi, l'alito puzza. Anche un fumatore ti dirà che la sua prima sigaretta è stata schifosa; poi non diventa buona, è solo lui che si è abituato. Ascolta i segnali che ti manda il tuo corpo e non fare quello che fanno tutti solo per sembrare grande. Sei più grande se pensi con la tua testa e non ti fai influenzare».

Bullismo a scuola: come difendersi?

l bullo usa il suo potere in modo sbagliato e va fermato. Se sei testimone di episodi di bullismo e non prendi le difese della vittima né fai nulla per denunciare la cosa, diventi un complice. «Se invece sei vittima e non riesci a fermare da solo il bullo, verifica se altri ragazzi e ragazze sono dalla tua parte, anche perché in futuro quel bullo potrebbe prendere di mira loro. Se ti accorgi che anche insieme ad altri siete impotenti, parlane con un adulto: chi detiene il potere effettivo del luogo dove avvengono gli atti di bullismo (a scuola, insegnanti ed educatori) può fare qualcosa. Crescendo, il mondo diventa sempre più bello ma anche più insidioso e ci sta muoversi un po' guardingo e attivare meccanismi di difesa, come se stessi esplorando un territorio difficile. Se invece ti rendi conto di avere una paura tale da non muoverti e chiuderti (in casa e nelle relazioni), è un campanello d'allarme: parlarne è più coraggioso che stare in silenzio».

L'intervistato

Alberto Pellai (www.albertopellailibri.it) è psicoterapeuta dell'età evolutiva e ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell'Università degli Studi di Milano. È autore di molti famosi libri di parenting e psicologia, tra i quali "Tutto troppo presto. L'educazione sessuale dei nostri figli ai tempi di Internet" e "Mentre la tempesta colpiva forte" e, con Barbara Tamborini, "L'età dello tsunami", "Il metodo famiglia felice" e "Vietato ai minori di 14 anni".

 

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