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Ragazzi che vogliono lasciare la scuola: la dispersione scolastica in adolescenza

di Rosy Maderloni - 18.03.2024 - Scrivici

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Ragazzi che vogliono lasciare la scuola: la dispersione scolastica tra adolescenti è in aumento. Quali fattori incidono su questa scelta?

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Ragazzi che vogliono lasciare la scuola: la dispersione scolastica in adolescenza

Interrompere gli studi è generalmente l'atto culminante di una situazione più complessa e dolorosa che coinvolge gli studenti, le loro famiglie e la società tutta. Per questo quando si intende parlare di abbandono, o meglio, di dispersione scolastica, diventa riduttivo e sbagliato limitarci a 'discettare' di ragazzi che vogliono lasciare la scuola.

Il fenomeno andrebbe osservato superando le rappresentazioni numeriche, seppur resta utile fornire qualche dato: - in Italia, secondo gli ultimi dati disponibili dall'Autorità Garante per l'Infanzia e l'adolescenza "la percentuale di abbandono complessivo, per la scuola secondaria di I grado, è stata nel 2021 dello 0,64% (pari a 10.938 alunni), mentre per la scuola secondaria di II grado questo dato ammonta al 3,79% (pari a 98.787 alunni). In totale sono circa 110.000 gli alunni che abbandonano annualmente la scuola italiana, oltre a quelli che si perdono nel passaggio dal primo al secondo ciclo". Di dispersione scolastica parliamo con la psicologa psicoterapeuta Alessandra Marazzani Visconti, fondatrice del centro Psiche Milano e membro dell'Associazione Laboratorio Adolescenza.

Adolescenti che non vanno a scuola: abbandono o dispersione scolastica?

Di fatto, quando un adolescente abbandona il percorso di studi sta precludendosi delle opportunità: formative innanzitutto, ma anche di crescita come individuo nella società. "Il termine abbandono, soprattutto se riferito agli adolescenti, ha una connotazione negativa e definitoria e non rientra in un percorso di crescita - premette Marazzani -. Parlare di dispersione, invece, è preferibile e consolante perché rispecchia l'idea di cambiamento tipico di questa età. L'adolescenza stessa è un concetto che va compreso con diverse chiavi di lettura: da un punto di vista medico si associa questa fase di crescita allo sviluppo genitale secondario e si differenzia per questo motivo dall'età infantile. Sappiamo però che l'età può variare molto, basti pensare all'arrivo del menarca nelle bambine. Aspetti culturali e sociali ci portano a definire cosa sia l'adolescenza oggi e nel concetto di "cambiamento" troviamo tutte le caratteristiche di questo periodo della vita: i ragazzi cambiano pelle, comportamenti, cambiano nei gusti e nel modo di mostrarsi".

Fattori che incidono sulla dispersione scolastica degli adolescenti

"Nel sistema d'istruzione italiano le bocciature alle scuole medie sono una rarità, di fatto non esistono. Ciò suggerisce ai ragazzi che non possano essere presentati percorsi alternativi, più aderenti ai loro bisogni. I fattori che consideriamo come influenti nella scelta di interrompere gli studi sono la scuola, la famiglia, l'adolescente, i suoi pari, i social". 

  • Dispersione scolastica: la scuola

"Cosa significa buona scolarizzazione? - si chiede Marazzani -. Si tratta di ottenere buoni risultati, di sentirsi accompagnati o di arrivare preparati nel mondo del lavoro? La scuola pubblica è esausta dalle tante richieste di cui viene caricata risultando per questo motivo non rispondente alle esigenze molto diverse di alunni e famiglie. Esiste, inoltre, un tema di distanza, anche anagrafica, tra preadolescenti e adolescenti e la scuola, un divario che potrebbe ostacolare la comprensione e il dialogo con le giovani generazioni".

  

  • Dispersione scolastica: la famiglia

"Il contesto in cui viviamo mostra come oggi questi ragazzi provengano da contesti e vissuti famigliari molto diversi, non soltanto per cultura o disponibilità economica - prosegue la psicologa psicoterapeuta -. è diventato più difficile riconoscersi in comunità e i genitori tendono a educare in modo personale. Ciascuno, però, desidera una buona scolarizzazione per i propri figli. Esistono due atteggiamenti molto distanti, ma entrambi pericolosi.

  1. L'inconsapevole atteggiamento che vuole lasciare i ragazzi liberi di scegliere, ad esempio, la scuola superiore senza intervenire non aiuta perché l'adulto è responsabile di questa decisione. Questo approccio è molto diffuso perché ritenuto rispettoso dei desideri dei figli ma non tiene in considerazione il ruolo di guida e accompagnamento che anche in adolescenza il genitore è tenuto a perseguire.
  2. La spinta verso scelte che soddisfino i desiderata dei genitori, piuttosto che le inclinazioni e le caratteristiche dei figli".
  • Dispersione scolastica: l'adolescente

"Riconoscere ciò che mi riesce bene, da ciò che mi piace o ciò che trovo facile non è immediato a 14 anni: spesso i ragazzi ritengono che la scelta di un liceo incentrato sulle scienze, ad esempio, sia adatta perché alle elementari o alle medie veniva facile andare bene in questa materia senza considerare che il carico di studio riguarda tutte le materie, anche molto diverse, presenti in questo indirizzo di studi.

Proprio per questo è bene che l'orientamento scolastico sia preso seriamente".

  • Dispersione scolastica: i pari

"I ragazzi spesso scelgono sulla base delle amicizie del momento, per desiderio di continuare a frequentare i propri amici concentrandosi meno sugli insegnamenti più adatti al proprio percorso - aggiunge l'esperta -. Eppure, a quest'età i ragazzi si allenano nell'amicizia, imparano a coltivare i rapporti e non necessariamente le amicizie delle scuole medie dureranno anche dopo. Scegliere la scuola che si frequenterà per i prossimi 5 anni non può dipendere in prima istanza dalle amicizie". 

  • Dispersione scolastica: i social network

"Senza girarci troppo attorno, i social invitano al disimpegno, alla ricerca costante di momenti di divertimento, di piacevolezza e distrazione - chiarisce Murazzani -: non c'è niente di male se questa attività è gestita entro un tempo limitato, ma quando crea dipendenza o quando si trascorrono molte ore al giorno con lo smartphone, l'idea che si insidia nell'adolescente è che tutto il suo tempo di vita debba essere rivolto alla ricerca del piacere, contro ogni forma di impegno verso corsi di studi più richiedenti. Noi adulti dobbiamo avere uno sguardo critico su questa loro vita virtuale e provvedere a fornire loro gli anticorpi ai social affinché il loro utilizzo sia positivo, non risucchiante".

Ragazzi che lasciano la scuola: i segnali che precedono la dispersione

"I genitori e gli adulti che accompagnano la crescita dell'adolescente possono osservare alcuni segnali di affaticamento, non soltanto scolastico, che persistono per diverse settimane: 

  • una certa passività negli interessi in generale, 
  • distanza dalla vita attiva (anche nelle passioni extrascolastiche),
  • trascuratezza nell'abbigliamento fino a forme di ritiro sociale.

Di fronte a questi segnali occorre aprire a una riflessione su cosa sta succedendo, aprendosi a un ascolto attivo". 

Ragazzi che lasciano la scuola: consigli per i genitori

"Ai genitori che incontro mi trovo spesso a suggerire di non ricorrere subito all'azione - conclude la psicologa psicoterapeuta -.

E' sempre sbagliato cambiare subito scuola di fronte ai primi insuccessi. Ai genitori raccomando di riservarsi uno spazio di attesa, di sopportare la preoccupazione per quanto sta accadendo pur nello spirito di capire quali siano i fattori che stanno incidendo maggiormente sulla sofferenza del proprio figlio. Va ricordato, infatti, che un ragazzo che lascia gli studi è un ragazzo che soffre, non è mai una decisione che si prende a cuor leggero: che sia per una forma di trasgressione, di brutte frequentazioni, di disimpegno o di altre problematiche che insorgono nel contesto classe o scolastico, al genitore spetta il compito di approfondire, recuperare informazioni e aiutarlo a ricercare proposte di ri-orientamento scolastico".

L'intervistata

L'intervistata è Alessandra Marazzani Visconti, psicologa psicoterapeuta fondatrice del centro Psiche Milano e membro dell'Associazione Laboratorio Adolescenza.

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