Sindrome di Tourette e TikTok: il social network fa male alle adolescenti?
Alcuni ricercatori hanno recentemente messo in luce un possibile collegamento fra l'insorgenza di alcuni sintomi come tic, ansia, depressione o altre espressioni legate a sindromi o disturbi ossessivi, e la fruizione dei social media. In particolare, sotto la lente degli studiosi c'è TikTok, dove hanno trovato ampia diffusione video prodotti da ragazze e ragazzi con la Sindrome di Tourette. Un articolo del Wall Street Journal firmato da Julie Jargon, in seguito approfondito e ripreso da Tanya Chen su BuzzFeed, mette in relazione un aumento dei casi di ragazze adolescenti che mostrano nuovi tic fisici e verbali ai video di TikTok che le stesse hanno visualizzato più di frequente.
La Sindrome di Tourette è un disturbo neurologico caratterizzato dalla ripetizione di tic multipli a livello muscolare e fonetico. Normalmente, i sintomi compaiono tra i 4 e i 10 anni di età, e in ogni caso entro i 18 anni: durante l'adolescenza il disturbo può scomparire. Questa sindrome, sulla cui origine non sappiamo ancora molto, si presenta con maggiore frequenza tra i bambini di sesso maschile
La neurologa Caroline Olvera, intervistata da Tanya Chen, conferma la possibilità che una fruizione continuativa di video prodotti da persone con la Sindrome di Tourette o altri disturbi comportamentali possano, in determinate condizioni, suggestionare le adolescenti e provocare l'insorgenza o il peggioramento di alcuni tic. Allo stesso tempo, Olvera evidenzia anche l'aspetto positivo dei social, che fungono in alcuni casi da gruppo di supporto aiutando chi soffre di alcuni disturbi a condividere la propria esperienza e a reagire e a rivolgersi a un medico. Lo scenario è complesso e offre diversi spunti di lettura: Proviamo ad approfondirlo con Alberto Rossetti, psicoterapeuta e psicoanalista.
Sindrome di Tourette e TikTok
La visione di video su TikTok di cui si parla in questi articoli potrebbe avere effettivamente aumentato i casi?
"Non posso esprimermi in merito, né penso sia possibile parlare di una correlazione diretta e scientificamente verificata.
Non abbiamo dati certi né una letteratura a questo proposito. In termini più ampi, posso però affermare di avere assistito a un legame tra l'insorgenza di alcuni sintomi e la fruizione dei social. Guardare i video di persone che manifestano sintomi può generare una forma di suggestione e di emulazione nella fascia adolescenziale tra soggetti predisposti. Di fatto, si riproduce una modalità che, specialmente le ragazze, mettono in pratica anche nella vita reale: stando vicine ad un'amica con un disturbo possono assorbirne alcuni sintomi e viverli sulla propria pelle. I social hanno il potere di amplificare la relazione e quindi possono in questo senso sicuramente provocare un'intensificazione del fenomeno".
Suggestione ed emulazione
Cosa intende esattamente quando parla di suggestione ed emulazione?
"È importante non confondere la suggestione con la finzione. Non sto quindi sminuendo questo fenomeno. La psiche umana è in grado di tradurre una suggestione in un'espressione anche fisica della stessa. Ciò significa che guardando a ripetizioni video che mostrano persone affette da tic di diverso genere posso ad un certo punto iniziare a riprodurli a mia volta. E i sintomi che vivo, anche se indotti da una suggestione e da un'emulazione, sono reali. In presenza di alcune strutture di personalità o in alcuni momenti del percorso di sviluppo e di crescita del ragazzo o della ragazza la suggestione può provocare l'instaurarsi di un disturbo".
L’influenza dei social sui comportamenti degli adolescenti
Nella sua esperienza, ha riscontrato un potere di influenza dei social network sui comportamenti adolescenziali?
"In base alla mia esperienza, quando una ragazza manifesta disturbi del comportamento e in particolari disturbi alimentari quasi sempre sono coinvolti anche i social. Non penso che la responsabilità sia di queste piattaforme, ma rilevo il fatto che vedere a ripetizione certe immagini o leggere certi commenti contribuisca ad incrementare queste situazioni.
Non possiamo basarci su una verità scientifica per confermare questo legame, ma i riscontri nella pratica clinica sono frequenti. È importante allo stesso tempo ricordare che ci sono una serie di variabili fondamentali che riguardano le singole persone che fruiscono dei social network. Tutto dipende dal punto di partenza. Lo stesso video non avrà mai lo stesso effetto su persone diverse. È più probabile che l'utilizzo di un social come TikTok possa inasprire una situazione di fragilità o di disagio già insita in una ragazza piuttosto che generare un disagio da zero: su questo bisogna essere molto cauti".
La funzione positiva dei social in caso di disturbi
I social network possono anche avere una funzione positiva in caso di disturbi di questo genere?
"Assolutamente si. Ho riscontrato di frequente questo effetto. Trovare su TikTok o su altri social qualcuno che parla di problemi di cui soffriamo può aiutare molto. I social in questo caso diventano fonte di confronto, di dialogo e anche di conforto. I ragazzi e le ragazze si sentono meno soli e imparano a sentirsi liberi di parlare dei propri disagi. Come sempre, non è lo strumento ad essere buono o cattivo: tutto dipende da come lo si usa. In questo senso i genitori possono indirizzare i ragazzi ad un uso positivo dei social. Ed anche intervenire bloccandone la fruizione se questa dovesse invece rivelarsi dannosa".