Tra gli adolescenti americani i comportamenti criminali sono molto diffusi. Molti incolpano il cervello dei giovani, non ancora sviluppato e immaturo. Ma ora un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'SAGE Open' dimostra che il comportamento criminale degli adolescenti è in rapporto con la loro condizione sociale. Infatti i giovani che vivono in povertà sono più degli adulti. E se si confrontano i comportamenti criminali dei giovani con quelli di adulti poveri, allora il rapporto è uguale.
"Gli adolescenti soffrono tassi di povertà da due a tre volte superiori rispetto alle persone più anziane. E' sorprendente che i ricercatori hanno elaborato per decenni teorie sull'impulsività, la carenza cerebrale, e la predisposizione al crimine dei giovani senza aver mai esaminato se questi comportamenti fossero dovuti alle loro basse condizione socio economiche" dice Mike Males, autore dello studio e ricercatore presso il centro 'Juvenile and Criminal Justice' di San Francisco (Usa).
Males ha esaminato più di 54.000 morti per omicidio in California tra il 1991 e 2012. E ha trovato che quando i livelli di povertà sono bassi, i tassi di omicidio sono bassi tanto tra i giovani che tra gli adulti.
Mentre nelle zone dove gli adulti vivono con alti livelli di povertà, gli omicidi sono alti come tra gli adolescenti che vivono in povertà.

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L'età picco per i decessi da arma da fuoco è 19 anni e poi declina, ma se si analizza lo stato socio economico si vede che questo dato rispecchia solo le situazioni ad alta povertà. Infatti l'83% degli omicidi tra gli adolescenti si verificano solo nelle popolazioni dove ci sono alti livelli di povertà.
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"Solo qualche decennio fa le autorità sostenevano che gli africani, i nativi americani e altre 'razze inferiori' erano biologicamente portate alla violenza, all'impulsività e al crimine. Fino a che questi gruppi sono riusciti a indirizzare l'attenzione sulle loro condizioni sociali. Speriamo che questa scoperta provochi un cambio simile nelle discussioni sugli adolescenti" conclude Males.
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