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Studio Usa: la criminalità tra gli adolescenti dipende dalle condizioni sociali e non dal loro cervello

di Nostrofiglio Redazione - 09.03.2015 - Scrivici

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I comportamenti criminali degli adolescenti non dipendono dalla loro immaturità o dal loro sviluppo cerebrale, ma dalle condizioni economiche. Infatti i giovani vivono in situazioni di maggior povertà rispetto ai più anziani e dove i tassi di povertà sono alti, ci sono alti tassi di criminalità. Lo sostiene uno studio fatto da ricercatori di San Francisco (Usa).

Tra gli adolescenti americani i comportamenti criminali sono molto diffusi. Molti incolpano il cervello dei giovani, non ancora sviluppato e immaturo. Ma ora un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'SAGE Open' dimostra che il comportamento criminale degli adolescenti è in rapporto con la loro condizione sociale. Infatti i giovani che vivono in povertà sono più degli adulti. E se si confrontano i comportamenti criminali dei giovani con quelli di adulti poveri, allora il rapporto è uguale.

"Gli adolescenti soffrono tassi di povertà da due a tre volte superiori rispetto alle persone più anziane. E' sorprendente che i ricercatori hanno elaborato per decenni teorie sull'impulsività, la carenza cerebrale, e la predisposizione al crimine dei giovani senza aver mai esaminato se questi comportamenti fossero dovuti alle loro basse condizione socio economiche" dice Mike Males, autore dello studio e ricercatore presso il centro 'Juvenile and Criminal Justice' di San Francisco (Usa).

Males ha esaminato più di 54.000 morti per omicidio in California tra il 1991 e 2012. E ha trovato che quando i livelli di povertà sono bassi, i tassi di omicidio sono bassi tanto tra i giovani che tra gli adulti.
Mentre nelle zone dove gli adulti vivono con alti livelli di povertà, gli omicidi sono alti come tra gli adolescenti che vivono in povertà.

L'età picco per i decessi da arma da fuoco è 19 anni e poi declina, ma se si analizza lo stato socio economico si vede che questo dato rispecchia solo le situazioni ad alta povertà. Infatti l'83% degli omicidi tra gli adolescenti si verificano solo nelle popolazioni dove ci sono alti livelli di povertà.

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"Solo qualche decennio fa le autorità sostenevano che gli africani, i nativi americani e altre 'razze inferiori' erano biologicamente portate alla violenza, all'impulsività e al crimine. Fino a che questi gruppi sono riusciti a indirizzare l'attenzione sulle loro condizioni sociali. Speriamo che questa scoperta provochi un cambio simile nelle discussioni sugli adolescenti" conclude Males.

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