Sono immagini forti e toccanti, che lasciano senza fiato. Un pugno nello stomaco. Come può una bambina o appena adolescente affrontare il dolore del parto e la maternità? Non è giusto, il suo posto dovrebbe essere a scuola o a casa con i genitori.
“Teen Mom”, progetto fotografico sulle madri adolescenti in America Latina
vai alla galleryIl fotografo uruguayano Christian Rodriguez ha documentato con un reportage fotografico che si chiama “Teen Mom” la vita prima, durante e dopo il parto di alcune madri adolescenti in...
Il fotografo uruguayano Christian Rodriguez, 34 anni, ha avuto il coraggio di portare alla ribalta e di denunciare il fenomeno delle Teen Mom in Messico, Brasile e Uruguay, Paesi dell'America Latina con un triste primato per il numero di mamme giovani. Lo abbiamo intervistato a Madrid e abbiamo scoperto che lui stesso è figlio di una mamma giovanissima.
Christian, hai realizzato un reportage fotografico che si chiama "Teen Mom" e che documenta i parti di mamme adolescenti in America Latina, in particolare in Messico, Brasile e Uruguay. Il tuo lavoro ha ricevuto il prestigioso premio fotografico “Pictures of the Year” in America Latina. Come mai hai scelto di voler ritrarre scene di vita quotidiana relative alla maternità di donne giovanissime?
Da quattro anni i miei progetti fotografici riguardano l’America Latina, il mio Paese, poiché detiene un primato mondiale purtroppo per quanto riguarda le gravidanze di giovani adolescenti. Questo fenomeno coinvolge anche bimbe di 10-14 anni.
Io ho portato avanti il mio lavoro fotografico in tre paesi: Messico, Brasile e Uruguay e ho assistito personalmente a 20 parti naturali e 4 cesarei. (Leggi anche: Parto cesareo, tutto quello che c'è da sapere)
Le tue sono immagini emozionanti e coinvolgenti. Colpiscono come un pugno nello stomaco e non hanno filtri. Sappiamo che “Teen Mom” è anche il tuo lavoro più personale. Hai deciso di affrontare questo progetto fotografico anche per il tuo alto livello di coinvolgimento?
Sì, ho preso spunto dalla mia vita personale per lavorare con la fotografia. I miei progetti hanno una stretta relazione con la mia vita privata. Lavoro sul tema delle donne, in modo particolare però mi sono concentrato sul tema delle madri adolescenti, prima di tutto perché io sono figlio di una madre adolescente e single.
Infatti, a me interessa cercare e ritrovare le mie origini, anche se si tratta di uscire da una zona di comfort. Credo sia importante conoscere bene il proprio passato per capire da dove si viene, chi si è, come si è cresciuti. A mio parere, la consapevolezza della propria identità è un modo per agire correttamente nel presente.
Io ho vissuto a Madrid per cinque anni: dopo ho deciso di iniziare a scavare nel mio passato e sono tornato in America Latina. Mia madre aveva 17 anni quando è rimasta incinta. Anche mio padre aveva 17 anni ed è sparito dopo che mia madre gli ha detto che aspettava un figlio da lui.
Io sono stato cresciuto da mia nonna a Montevideo, in Uruguay. Ho incontrato mio padre per la prima volta solo poco tempo fa, dopo averlo rintracciato grazie a Facebook. Sono nato e cresciuto dunque in una società matriarcale. E’ per questo motivo che ho deciso di legare il mio lavoro fotografico alla mia vita personale e di lavorare sul tema delle donne, ed in particolare delle mamme adolescenti in America Latina.
E' vero come hai dichiarato che ci sono adolescenti che desiderano diventare madri? Come è possibile: a quell'età si dovrebbe giocare e andare a scuola?
Le ragioni sono molto complesse. Non è solo mancanza d’informazione. Ho potuto constatare durante i miei reportage, ad esempio, che in Uruguay le ragazzine sapevano come prevenire una gravidanza. Dunque non si tratta di un problema di un’educazione sessuale inesistente. Né è una questione di scarsa attenzione alla salute o di estrema povertà.
A mio parere ci sono molti elementi che contribuiscono alla crescita di questo fenomeno. La prima causa è rintracciabile nell’abbandono della scuola. In molti casi, le bimbe non terminano gli studi e questo ha come conseguenza l’impossibilità di una crescita culturale, economica e sociale.
Altro elemento, legato alla prima causa, è l’assenza di un progetto di vita, che può essere reso possibile solo dall’istruzione.
In altre parole le ragazzine non hanno alternative e per loro divenire madri diventa un modo per inserirsi nel contesto economico-sociale. Insomma, per loro è una possibilità di riscatto.
Come hai rintracciato le madri adolescenti che stavano per partorire negli ospedali?
Mi sono recato nelle cliniche ospedaliere e ho chiesto un’autorizzazione preventiva alla partoriente e fatto in modo che i genitori stessi della ragazzina firmassero un’autorizzazione scritta. Sono stato mesi negli ospedali, ho vissuto con le piccole madri, restando con loro addirittura 10-12 ore al giorno. Quello che facevo era soprattutto parlare alle ragazze del mio progetto, spiegare loro tutte le mie motivazioni, raccontando la mia storia di figlio di madre adolescente. Chiaramente, alle persone che non mi davano il consenso, non scattavo foto.
Le ragazze che hai fotografato nelle cliniche ospedaliere sono poco più che bimbe. Ti è sembrato che fossero coscienti della loro gravidanza oppure no?
Dipende. Una cosa è la gravidanza delle adolescenti che hanno tra i 10 e i 14 anni: si tratta realmente di bimbe inconsapevoli. Invece, quando le ragazze gravide hanno dai 14 ai 17 anni, già sanno che stanno per diventare madri. Ho conosciuto molte adolescenti che desideravano essere madri, quindi che sapevano chiaramente quello cui stavano andando incontro. Purtroppo, tra le storie delle giovani mamme che ho ascoltato, ci sono stati anche alcuni casi di abuso da parte di un familiare o di una persona vicina.
L’America Latina presenta un’alta percentuale di ragazze incinte in giovanissima età. Le statistiche dimostrano che non esiste un’adeguata consapevolezza sociale del problema. Cosa pensi che si possa fare per sensibilizzare la popolazione e i governi?
Come ho detto, esser madre per queste ragazzine equivale a scegliere un progetto di vita. Per loro avere un bebè è un modo per inserirsi nella scala sociale. L’unico modo per attenuare questo grave fenomeno consiste nel dare un progetto di vita alle adolescenti, aiutarle a terminare la prima tappa formativa della scuola, in modo che possano avere un futuro grazie allo studio.
Serve una politica pubblica dei governi dell’America Latina che aiuti le bimbe a finire la scuola e ad avere prospettive future, inserendole in un contesto sociale e culturale. Aggiungo anche che accade spesso che i padri giovani abbandonino le ragazze gravide: inevitabilmente queste giovani diventano anche madri single.
Io, ad esempio, non voglio essere un papà giovane, voglio essere un padre maturo e consapevole. Mia sorella ha avuto una vita completamente diversa dalla mia: lei non ha potuto terminare gli studi ed è rimasta incinta molto giovane.
Ci vuoi parlare in particolare di qualche giovanissima mamma che ha colpito maggiormente la tua attenzione?
Ricordo un caso in Messico (Oaxaca) in cui il padre violò la bimba di 11 anni, Gloria, che rimase incinta. Quest’uomo abusò anche delle sorelle di 8 anni e di 16 anni. In più, nella zona di Oaxaca, quando una bimba perde la verginità ed è minore di 14 anni, la famiglia chiede alla persona che ha abusato un risarcimento economico. La cosa peggiore è che non si pensa alle conseguenze psicologiche. Spesso si pensa più alla morale e all’onore della famiglia. Purtroppo si parla pochissimo di questo problema.
Hai in mente altri progetti legati alla maternità?
Proseguo attualmente il mio lavoro sul progetto “Teen Mom” e per adesso intendo continuare a realizzare reportage nei paesi dell’America Centrale e dell’America Latina. Per questo sto cercando un sostegno economico che mi permetta di continuare il mio progetto.
Il tema della maternità affrontato dal punto di vista fotografico può essere incredibilmente forte ed emozionante. Tu hai creato un reportage di denuncia, documentando allo stesso tempo il meraviglioso dono della vita. Com’è stato lavorare su questo tema? Quali le tue emozioni?
Per me non si tratta esattamente di una denuncia, ho desiderato dare soprattutto visibilità a una realtà cui la gente presta scarsissima attenzione.
Soprattutto i governi e le grandi istituzioni non hanno politiche a lungo termine in questo senso. Ci sono alcune iniziative in atto, ma resta moltissimo da fare. Assistere a tanti parti è stata per me un'esperienza straordinaria, che ha completamente modificato il mio modo di percepire la maternità.
GUARDA IL VIDEO sul progetto Teen Mom: