Identici sì, ma fino a che punto?
Li chiamiamo identici, perché assumiamo che il loro patrimonio genetico sia esattamente lo stesso: parliamo dei gemelli monozigoti, derivati da un singolo ovocita fecondato che si è subito diviso dando origine a due individui distinti.
In effetti è vero: il patrimonio genetico di partenza è sempre lo stesso. Eppure non è detto che questi due individui siano per forza geneticamente identici. Si è visto per esempio che il genoma di due gemelli monozigoti può differire per il numero di copie di determinati geni. E in ogni caso, nel corso della vita, dal momento della divisione dell’ovocita fecondato in poi, ciascun individuo accumula alterazioni genetiche uniche e differenti.
Per questo, oltre che per il fatto che nel corso della vita possono sperimentazione condizioni ambientali differenti, può succedere che gemelli identici sviluppino nel tempo malattie diverse.
Più mancini
I gemelli hanno più probabilità di essere mancini rispetto ai bambini nati singolarmente.
Non è ancora ben chiaro il perché, né si conoscono con certezza i numeri di questo fenomeno, che tuttavia è stato osservato da diversi studi: in generale, tra i figli singoli i mancini sono l’8-10%, ma salgono al 14-21% tra i gemelli.
Uniti da subito
I gemelli cominciano a interagire tra di loro prestissimo, ancora prima di nascere e addirittura già all’inizio del secondo trimestre di gravidanza.
Lo ha mostrato chiaramente uno studio condotto alcuni anni fa da un gruppo di ricercatori dell’università di Padova, che ha analizzato con ecografie 4D il comportamento in utero di alcune coppie di gemelli. Si è visto che già a 14 settimane di gravidanza i gemelli si cercavano, toccandosi le teste o le braccia. A 18 settimane passavano il 30% del tempo a interagire tra di loro, toccandosi reciprocamente più spesso rispetto a quanto si toccavano da soli.
Contrariamente a quanto si credeva fino a poco tempo fa, i bambini appena nati mostrano già delle competenze relazionali e sociali: ora sappiamo che queste competenze sono presenti in realtà anche prima della nascita.
Il linguaggio segreto
Secondo alcuni studi, circa il 40% dei gemelli sviluppa un proprio linguaggio segreto, fatto di parole “strane”, ma anche sguardi e gesti che capiscono solo loro e nessun altro. In genere si tratta di un periodo transitorio, legato alle prime fasi di sviluppo del linguaggio, anche se alcune coppie possono mantenere questa lingua speciale anche a lungo.
In generale non c’è nulla di male, ma bisogna prestare attenzione a che questa lingua segreta non diventi motivo di isolamento dei fratellini da altri coetanei.
Impronte digitali davvero uniche
Impronte davvero uniche
Anche se sono geneticamente identici, i gemelli hanno comunque impronte digitali differenti. Questo perché la formazione delle impronte digitali non ha a che fare solo con il nostro patrimonio genetico, ma anche con le nostre primissime interazioni con l’ambiente, per esempio il contatto delle dita con il sacco amniotico.
Aggiornato il 19.08.2018