1. Allattamento al seno: se possibile, esclusivo per i primi sei mesi
Lo dice l'Organizzazione mondiale della sanità, lo ripetono tutte le società scientifiche che si occupano di salute infantile: l'allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino non è solo una condizione naturale, ma anche una condizione molto importante per il suo benessere.
I vantaggi per il bebè dell'allattamento esclusivo per almeno sei mesi sono diversi: protezione contro le malattie infettive, soprattutto gastrointestinali e respiratorie, riduzione del rischio di morte in culla, riduzione del rischio di obesità e diabete.
2. Dai sei mesi compiuti, via libera a un'alimentazione complementare equilibrata
"Un tempo si parlava di svezzamento, oggi si preferisce l'espressione alimentazione complementare, perché il latte, comunque, non viene eliminato di botto" spiega Ruggiero Piazzolla, pediatra di famiglia e referente nazionale dell'area nutrizione della FIMP.
L'alimentazione complementare può essere tradizionale, con le classiche pappe e le ricette del pediatra, oppure a richiesta (il cosiddetto autosvezzamento). "L'importante è che sia equilibrata, cioè che vengano forniti al bambino nutrienti adeguati - proteine, grassi, zuccheri - nelle giuste quantità", precisa Piazzolla. Che per i dettagli consiglia di rivolgersi al proprio pediatra di famiglia.
3. Latte vaccino? Mai nel primo anno di vita
Il latte di mucca contiene quattro volte le proteine presenti nel latte umano: una quantità decisamente eccessiva, che può essere problematica per la salute del bambino, perché è ormai noto che un eccesso di proteine nei primi anni di vita fa aumentare il rischio di andare incontro a sovrappeso e obesità.
"Non solo: nei piccoli sotto i 12 mesi, il latte vaccino può provocare microemorragie intestinali, che possono portare ad anemia e dunque a carenza di ferro" sottolinea il pediatra Piazzolla. Per questo, prima dell'anno meglio continuare con il latte materno, o eventualmente con i latti formulati, che hanno un contenuto di proteine decisamente più adeguato.
4. Niente bevande zuccherate
Lo zucchero non serve assolutamente a niente al bambino e sempre più studi suggeriscono che possa avere un ruolo nel predisporre a sovrappeso e obesità. Per questo va introdotto nell'alimentazione il più tardi possibile: secondo l'American Hearth Association, mai prima dei due anni di vita.
E dunque, no a dolci ma anche a bevande zuccherate: dai succhi di frutta con zuccheri aggiunti alla camomilla con il cucchiaino di zucchero.
5. Niente sale aggiunto agli alimenti
Di nuovo: i bambini non hanno bisogno di sale. Aggiungere sale ai cibi li abitua fin da piccolissimi a un gusto salato che non è salutare. "L'eccesso di sale nella dieta è associato a un aumento del rischio di ipertensione. Per questo, fin da bambini, bisogna imparare a utilizzarne poco" spiega Ruggiero Piazzolla, referente nazionale dell'area nutrizione della FIMP.
6. Fin da piccoli, proporre ai bambini frutta e verdura di stagione
Non si insiste mai abbastanza sull'importanza di frutta e verdura. Non solo perché sono fonti naturali di vitamine e sali minerali, ma anche e soprattutto perché sono ricche di fibre, fondamentali per la salute dell'intestino.
"Prima si impara ad apprezzare frutta e verdura e meglio è. E se ci si abitua a vederle in tavola e a mangiarle fin da piccoli, è tutto più facile" spiega il pediatra Ruggiero Piazzola. Che ricorda come nel computo di frutta e verdura non debbano rientrare i succhi di frutta. Di sicuro non quelli industriali, ma neppure quelli fatti in casa, perché di fatto perdono tutto il contenuto di fibre. Una volta ogni tanto si può fare, ma non devono essere un'abitudine.
7. Proteine animali? Meglio non esageraree
Mamme e papà sono sempre molto preoccupati che i loro bimbi, in particolare nel momento dello svezzamento, mangino abbastanza proteine, ma in realtà nella grande maggioranza dei casi è una preoccupazione inutile. Anzi, c'è il rischio che i bambini ne mangino troppe, il che non è un bene.
"Ormai è dimostrato che un eccesso di proteine nei primi anni di vita, specialmente se di origine animale, è associato a un aumento del rischio di sovrappeso e obesità" spiega Ruggiero Piazzolla, pediatra esperto di nutrizione. Dunque, meglio non esagerare: se in menu c'è un omogeneizzato di carne, pesce o prosciutto, è del tutto inutile aggiungere un cucchiaio di grana, che non fa che aggiungere proteine in più.
8. Grassi ok, ma di buona qualità
"A differenza degli adulti, che devono mangiare pochissimi, i bambini possono mangiare i grassi con una certa tranquillità. L'importante è che siano di buona qualità", afferma il pediatra Ruggiero Piazzolla.br>
Via libera dunque a olio extra vergine d'oliva, frutta secca come noci e mandorle, pesce ricco di grassi omega 3. Un po' di moderazione in più con i grassi di carne e latticini, mentre sarebbero da evitare quelli di prodotti come margarine, creme da spalmare, dolciumi confezionati e così via.
9. Il cibo non è una ricompensa
Il cibo, lo abbiamo detto, è fondamentale per gettare le basi della salute futura dell'individuo. In questo senso, bisogna cercare di proporre da subito pasti sani ed equilibrati, senza costringere il bambino a mangiare se non ne ha voglia ("se finisci di mangiare puoi guardare la tv). E senza usare gli alimenti - che spesso in questo caso sono di cattiva qualità come caramelle, cioccolatini o dolciumi - come strumenti di ricompensa o ricatto ("hai fatto il bravo, ti do una caramella").
"Questi atteggiamenti rischiano di generare dei conflitti nel momento dei pasti, o di creare abitudini dannose che poi si mantengono per tutta l'infanzia" commenta Piazzolla.
10. Sì alla prima colazione e ad almeno un pasto al giorno in famiglia
Questo punto del decalogo - che in realtà sono due - vale per i bimbi un po' più grandi.
Primo: non saltare mai la colazione, un pasto importante per evitare squilibri metabolici durante la giornata.
Secondo: cercare di ritrovarsi attorno al tavolo tutti insieme almeno una volta nella giornata. "Nutrirsi non vuol dire soltanto mandar giù calorie e sostanze" sottolinea il pediatra Ruggiero Piazzolla. "È anche un importante momento conviviale e di relazione, e anche attraverso la condivisione di questo momento bassa una buona educazione alimentare".