Quanto deve crescere un bambino nei primi mesi di vita? Se prende il ciuccio, quando dovrebbe abbandonarlo? Meglio lo svezzamento tradizionale o l'autosvezzamento? Posso proporre a mio figlio una dieta vegetariana o vegana? Meglio il baby food, il cibo biologico o quello convenzionale? E se il mio bambino (o il mio adolescente) "non mi mangia" o al contrario mangia troppo?
Sono solo alcuni dei temi che Alberto Ferrando - pediatra, presidente dell'Associazione pediatri della Liguria e blogger - tratta nel suo libro, - Come nutrire mio figlio (LSWR edizioni, 2017), dedicato appunto all'alimentazione di bambini e adolescenti.
Le abitudini alimentari sono importanti dai primi giorni di vita e anche prima
Un argomento importante, perché le abitudini alimentari hanno un peso rilevante nella costruzione, giorno dopo giorno, dello stato di salute di ogni individuo, già a partire dai primissimi giorni di vita e anche prima, dai nove mesi passati in utero. Come dichiara Ferrando già nell'introduzione, "educare il bambino fin dalla nascita a una sana alimentazione è il migliore investimento per la sua salute futura".
Di fronte a questa grande responsabilità, i genitori possono sentirsi in difficoltà, disorientati da messaggi contrastanti in arrivo da media, pubblicità, parenti e amici, incalzati da ritmi di vita frenetici, magari preoccupati da certi atteggiamenti conflittuali dei bambini.
Far mangiar sano i bambini può sembrare un'impresa, ma questo agile libretto - un manuale ricco e compatto - ha il merito di spiegare che non occorre poi molto per evitare che lo diventi. E per impostare per i propri figli un'alimentazione sana, equilibrata e soprattutto "senza stress".
Ci sono, ovviamente, alcuni presupposti fondamentali da cui partire.
Ne presentiamo tre.
Alimentazione non è quello che si mangia, ma come lo si mangia
Alimentazione non è solo quello che si mangia, ma anche come lo si mangia.
Il pediatra non smette mai di sottolineare l'importanza del pasto condiviso in famiglia, seduti a tavola tranquilli, a tv rigorosamente spenta: un'abitudine che è bene prendere già dai primi pasti, durante lo svezzamento, e portare sempre avanti, perché sarà utilissima per mantenere un canale di comunicazione aperto quando i figli saranno adolescenti.
Il genitore ha un ruolo educativo nella proposta quotidiana dei cibi
Non bisogna temere di esercitare il proprio ruolo educativo nella proposta quotidiana dei cibi. "Al bambino a cui i genitori delegano le scelte alimentari - scrive Ferrando - viene a mancare una guida e un punto di riferimento. Il bambino si ritrova in un ruolo che non gli spetta e che non vuole neanche, quello di dover decidere e di fare da guida". Di conseguenza,
"delegare le scelte al bambino compromette non solo l'alimentazione, ma il ruolo stesso del genitore".
Le formule magiche non esistono
Infine, Ferrando precisa che non esistono formule magiche che possano andare bene per tutti: "La dieta, come l'educazione, va sempre adeguata a ogni singolo bambino e alla famiglia". Ecco perché rispetto alle grandi scelte che le famiglie possono trovarsi di fronte - svezzamento o autosvezzamento, alimentazione vegetariana oppure no - il manuale non offre indicazioni nette e rigide, ma informazioni aggiornate in base alla letteratura scientifica più recente, e consigli pratici che possano aiutare i genitori a crescere in sicurezza il loro bambino, qualunque strada decidano di prendere.