Come insegnare ai bambini a non sprecare il cibo
La sostenibilità alimentare è uno dei temi centrali dell'Agenda 2030, e il cibo può assumere diverse funzioni sul piano educativo. Usando parole appropriate e soprattutto attraverso alcuni semplici gesti è possibile aiutare i più piccoli a costruire un rapporto sano con il cibo, visto non solo come momento di convivialità e di creatività, ma anche come risorsa a disposizione di tutti gli abitanti del mondo, da tutelare e da gestire con rispetto. Ne parliamo con Antonella Panico, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale, relatrice del webinar "Momenti da non sprecare".
Come spiegare l’importanza del cibo quale risorsa collettiva ai bambini
"Per trasmettere l'importanza del cibo contano più i fatti. Sicuramente è utile coinvolgere il bambino attivamente quando si cucina, ma ancor prima nella scelta degli ingredienti necessari per realizzare una ricetta. Cucinare è un'attività ludica, ma non solo: attraverso la realizzazione di un piatto il bambino apprende il nome degli alimenti, sviluppa abilità cognitive, un pensiero creativo, impara l'importanza della cooperazione, del rispetto delle regole e sviluppa la capacità di aspettare e di mettere in ordine. Allo stesso tempo acquisisce un'empatia sociale, facendo propria l'idea che il cibo non è una risorsa infinita e che non va sprecato perché quello che non mangio io potrebbe essere mangiato da qualcun altro. Quando si tratta di spiegare questo concetto, è sempre utile ricorrere alla narrazione, raccontando o inventando storie che abbiano a che fare con il cibo".
Quali parole usare e come comportarsi a tavola
"In mensa o quando si è a tavola, i bambini tendono spesso a lasciare il cibo. Come evitarlo? Parlando, spiegando e scegliendo le parole giuste. Frasi del tipo: "lo sai che ci sono tanti bambini che muoiono di fame? E tu cosa fai? Ti rifiuti di mangiare?", potrebbero non avere molto senso per un bambino e di conseguenza non sortire alcun effetto. Si può invece spiegare che fine fa il cibo che resta nel piatto e proporre un'attività:
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chiedere ai bambini quale sarà il viaggio del cibo: dove andrà a finire?
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raccogliere osservazioni sugli usi creativi degli ingredienti
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con i più piccoli puntare sull'aspetto ludico e sensoriale: colori, profumi, forme, sapori
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dai sei anni in su cercare insieme informazioni legate al cibo e alla filiera alimentare: un bambino deve sapere da dove viene un uovo o una patata ed essere consapevole del lavoro che c'è dietro
Attenzione all'uso dei "distrattori".
Dosi adeguate.
Altro aspetto importante è aiutare i bambini a riconoscere i loro bisogni e le loro sensazioni di fame e di sazietà. "Attenzione anche alle dosi: non riempite il piatto di un bambino di tre anni come se fosse un ragazzino di dieci. Altrimenti si abituerà a lasciare metà del contenuto, ritenendolo normale oppure a mangiare più del necessario per non disobbedire ed evitare punizioni!"
Come insegnare ai bambini a non sprecare il cibo: le attività da suggerire e da svolgere insieme
"Una bella idea è quella di coinvolgere i nonni, spesso maestri nell'arte del non buttare via niente:
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un'attività da suggerire ai bambini è quella di trasformarsi in piccoli intervistatori incaricati di raccogliere le memorie dei nonni (e dei bisnonni, se ci sono) su come si recuperava il cibo;
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si può indagare non soltanto sulle ricette di recupero, ma anche sulla conservazione del cibo, imparando i trucchi per preservarne le proprietà e farlo durare più a lungo;
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un'altra idea è quella di coinvolgere i bambini nella realizzazione di un menu settimanale, facendo scegliere loro cosa vorrebbero mangiare e stilando una lista della spesa insieme.
Certo, il tempo non aiuta: spesso ci riduciamo a fare la spesa raccogliendo di corsa quello che troviamo e rischiando che parte di quel cibo venga buttata. L'organizzazione, però, facilita il compito;
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cerchiamo di scegliere frutta e verdura di stagione e del territorio, chiedendo ai bambini di darci una mano nel reperimento;
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se c'è la possibilità, è molto bello curare insieme un piccolo orto: per iniziare basta piantare un seme di un frutto o di una verdura in un vasetto sul davanzale.
È importante partire dal concreto, piuttosto che fare discorsi teorici e generici lontani dalla realtà. Il viaggio che fa il cibo è affascinante, così come la scoperta della filiera produttiva. Più informazioni il bambino acquisisce, più si attiva e più aumenterà la sua sensibilità rispetto all'argomento".
Due ricette tratte dal progetto di educazione al consumo alimentare sostenibile e solidale “Momenti da non sprecare”
Prepariamo le meringhe con crema di cioccolato, o se è estate, i ghiaccioli alla menta.
Meringhe con crema di cioccolato
Ingredienti
- 2 piccole tavolette di cioccolato amaro
- 2 uova,
- 6 etti di zucchero a velo
- un pezzetto di burro
Procedimento
Per fare le meringhe sbatti con un movimento circolare dall'alto in basso le chiare d'uovo (che avrai messo in una coppa con un pizzico di sale) e 3 etti di zucchero a velo per ogni chiara d'uovo. Le vedrai pian piano solidificarsi fino a formare una specie di panetto. Dividilo in piccole palline e mettile sul piatto girevole del forno a microonde ben distanziate. Accendilo per 1 o 2 minuti ad alta potenza (800 W). Prepara nel frattempo la crema di cioccolato sciogliendo le tavolette a bagnomaria e mescolandole con i rossi d'uovo e un pezzetto di burro. Lascia raffreddare le meringhe poi decorale con la crema di cioccolato.
Ghiaccioli alla menta
Ingredienti
- 260 ml di acqua o latte
- una bottiglietta di sciroppo alla menta
Procedimento
Per fare i ghiaccioli mescola in una ciotola 260 ml di acqua o latte insieme a 60 ml di sciroppo alla menta.
Versa il contenuto in 5 bicchieri e inserisci in ciascuno un cucchiaino, copri i bicchieri con la carta argentata da cucina e mettili nel freezer. Il composto di menta e acqua o latte si ghiaccerà e il cucchiaino rimarrà intrappolato: servirà da manico per il ghiacciolo.
L'intervistata
Psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale e relatrice del webinar "Momenti da non sprecare" Antonella Panico si occupa di famiglie e di adolescenti. Lavora nell'ambito della prevenzione e del disagio. All'attività clinica affianca la collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado.
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