Home Bambino Alimentazione

Come si sviluppa il gusto nel bambino

di Luisa Perego - 17.10.2022 - Scrivici

bambino-selettivo
Fonte: shutterstock
Come si sviluppa il gusto nel bambino? I primi mille giorni di vita sono importantissimi per instaurare sane e buone abitudini alimentari nei bimbi

In questo articolo

Come si sviluppa il gusto nel bambino?

Come si sviluppa il senso del gusto nei bambini? Le preferenze per gli alimenti dolci o salati, per il cibo spazzatura o per, ad esempio, il cacao, le fragole o il cioccolato?

Le preferenze alimentari

Il gusto e le preferenze alimentari derivano da una stretta correlazione tra

Per primi mille giorni di vita si intende quel periodo che inizia con la gravidanza e che comprende anche i primi due anni di vita.

Il gusto del feto nel pancione

Già nel pancione della mamma, dal liquido amniotico, si imparano i gusti. Le papille gustative sulla lingua cominciano a formarsi intorno alle 8 settimane, e continuano il loro sviluppo fino alla nascita. Non si sa però quando questi ricettori iniziano davvero a funzionare e a percepire i sapori. Si ipotizza nel secondo trimestre di gravidanza.  

Quello che è sicuro è che il regime alimentare della mamma influisce sulla composizione del liquido amniotico, nel quale passano le molecole aromatiche dei cibi. Quindi inalando e deglutendo il liquido, un po' per volta il feto impara a conoscere gli odori e i sapori della cultura alimentare materna, che dopo la nascita ritroverà nel latte materno prima e nei cibi che assumerà con lo svezzamento poi. 

Ci sono 5 recettori dei diversi gusti:

  1. amaro: protegge dalla ingesione di sostanza tossiche;
  2. acido: aiuta a riconosce alimenti avariati;
  3. dolce: sono gli alimenti ricchi di energia, per il quale il bimbo ha comunque una predisposizione;
  4. salato: si sviluppa intorno ai quattro mesi di vita e aiuta a soddisfare la necessità di assumere ioni per il mantenimento dell'equilibrio idrosalino;
  5. umami: riconosce il sapore del glutammato monosodico.

Il feto percepisce e apprezza i sapori ancora prima di nascere e sceglie se deglutire o no il liquido amniotico in base al sapore che percepisce.

Il gusto nei primi due anni di vita

Sia il feto che il neonato preferiscono in modo innato il gusto dolce e il gusto umami. Di solito gli alimenti dolci sono ricchi di energia e quelli con umami di proteine.

Fino ai due anni il bimbo è disposto ad assaggiare nuovi alimenti. E' a partire dei 24 mesi circa che inizia a comparire la neofobia alimentare: il rifiuto ad assumere certi alimenti, spessi alimenti nuovi, ma può capitare anche con gli alimenti già conosciuti.

Già dallo svezzamento / alimentazione complementare è importante inidirizzarsi verso scelte alimentari sane e salutari per condizionare in modo corretto lo sviluppo del gusto.

Il rischio soprattutto nel secondo anno di vita è di iniziare un'alimentazione scorretta riguardo ai fabbisogni, in un periodo ancora particolarmente sensibile. Vengono facilmente introdotti alimenti ricchi di zuccheri aggiunti e di sale. Tra le cause, la forte presenza di pubblicità di alimenti destinati ai bambini, ma anche il pensiero dei genitori che ritengono il bimbo "ormai grande", adatto a provare sempre più alimenti anche se poco adatti. 

Il gusto dopo i tre-quattro anni di vita

Dopo i tre anni, le abitudini alimentari restano più o meno invariate fino all'adolescenza. Alimenti che non sono familiari sono di difficile introduzione.  

Le neofobia alimentare

La neofobia alimentare è un atteggiamento di protezione istintivo verso ciò che non è conosciuto e potenzialmente tossico o pericoloso. Raggiunge il suo apice gradualmente fino ai 5 anni. A questo punto, però, il bambino dovrebbe aver appreso i buoni comportamenti alimentari introdotti in famiglia e quindi dovrebbe essere più curioso e sereno nei confronti dei cibi nuovi.

Quello che è importante fare se il bambino inizia a diventare selettivo è evitare di innescare un gioco delle parti in cui, pur di farlo mangiare, si dà al bambino solo quello che desidera, perché questo rischia di aggravare la selettività. E' normale che i genitori vogliano fare di tutto pur di vedere mangiare il proprio piccolo, ma, anche se salta un pasto, non succede nulla.

L'Arfid

A volte la selettività è una manifestazione di una vera e propria malattia, chiamata Arfid, un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal fatto che il bambino colpito evita il cibo, se ne disinteressa, oppure lo seleziona in modo molto accurato, mangiando solo cibi di un certo colore o di una certa consistenza.

Introduzione degli alimenti precoce o tardiva

Introdurre prima o dopo certi alimenti può fare qualche differenza? L'Organizzazione mondiale della Sanità, OMS, considerando fondamentale per la salute del lattante l'allattamento al seno esclusivo, ha modificato da tempo la raccomandazione che lo consigliava per "4-6 mesi". Ora invece l'allattamento esclusivo viene raccomandato almeno per i primi sei mesi di vita. L'aggiunta di alimenti complementari nutrizionalmente adeguati e igienicamente sicuri, fino a due anni e oltre.

Tuttavia, "non c'è ancora accordo unanime sull'età ottimale di introduzione dell'alimentazione complementare (AC), non solo in base alle valutazioni dello sviluppo psicomotorio e dei fabbisogni nutrizionali, ma anche in relazione ad eventuali esiti di salute a breve e lungo termine (carenza marziale e obesità).

I lattanti che hanno iniziato l'AC a 4 mesi non presentano differenze statisticamente significative per BMI, incremento di peso e di altezza, rispetto ai lattanti che iniziano l'AC a 6 mesi compiuti.

I tempi di introduzione di cibi solidi e la durata dell'allattamento al seno esclusivo non sono risultati correlati allo sviluppo di obesità a 6 anni.

I lattanti sani, allattati al seno, che mantengano un incremento staturo-ponderale corretto non devono iniziare l'AC prima dei 6 mesi di vita, tenuto conto degli specifici vantaggi non-nutrizionali del latte materno (passaggio di Ab, cellule staminali, fattori di sviluppo, microbiota materno) e di nutrienti funzionali sia per la crescita che per l'ottimale sviluppo di funzioni fondamentali (es., intellettiva, immunitaria, ecc.).

Le formule in commercio sono arricchite con ferro ed hanno un contenuto proteico maggiore del latte materno, pertanto sono nutrizionalmente adeguate all'assunzione esclusiva per i primi 6 mesi" specifica il documento della FIMP (Federazione italiana medici pediatri) "RACCOMANDAZIONI SULL'ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE", pubblicato il 23 settembre 2021.

Crea la tua lista nascita

lasciandoti ispirare dalle nostre proposte o compila la tua lista fai da te

crea adesso

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli