Dieta vegana per bambini
Capita che le cronache riferiscano di bambini ricoverati d'urgenza in ospedale per sintomi che fanno pensare alle conseguenze di una dieta vegana, del tutto priva, cioè, di derivati di origine animale: uova, latticini e miele compresi. Sintomi come peso molto più basso rispetto all'atteso, movimenti rallentati, scarsa reattività, più magari esami del sangue che evidenziamo carenze di emoglobina e vitamina B12.
Di fronte a questi casi viene sempre spontaneo chiedersi se davvero una dieta vegana possa essere opportuna per un bambino, specialmente se piccolo, quali siano i rischi connessi a questo tipo di alimentazione e come superarli. Il tema è di quelli caldi e tende a spaccare anche gli specialisti, tra chi ritiene che ai bambini dovrebbe comunque essere garantito, almeno nei primi anni di vita, un certo apporto di prodotti animali - carne, pesce, latticini - e chi invece non vede controindicazioni a una dieta vegana già a partire dallo svezzamento. Purché, però, si metta in atto una serie di controlli per valutare il benessere del bambino, aggiustando con integratori eventuali carenze.
Una dichiarazione dell'American Academy of Pediatrics, per esempio, sostiene che i bambini possono essere nutriti bene sia con dieta vegetariana sia con dieta vegana, ma sottolinea che può essere difficile ottenere bilanciamenti nutrizionali corretti quando si eliminano del tutto uova e latticini. Come a dire: sulla carta può anche andare tutto bene, ma nella realtà bisogna stare molto attenti a quello che si fa.
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I rischi possibili di una dieta vegana
Ma quali sono, dunque, i rischi che corre un bambino che non trova mai nel piatto una bistecca, un uovo o un formaggino? "Molto dipende dall'età del bambino" sottolinea il pediatra Andrea Vania, esperto per i temi della nutrizione della Società italiana di pediatria. "Per tutti c'è la certezza di una carenza di vitamina B12, una vitamina molto importante per lo sviluppo del sistema nervoso centrale.
Poiché è contenuta solo in prodotti animali e noi non possiamo fabbricarcela, chi non ne mangia non ne ha. Questo è un punto sul quale c'è poco da discutere: un bambino vegano è per definizione carente di questa vitamina, che quindi va integrata con appositi supplementi".
Poi c'è il rischio di carenza di altre sostanze, come ferro, zinco, calcio, vitamina A, vitamina B. "In questo caso non parliamo di certezze: i livelli di queste sostanze dipendono da vari fattori, quindi alcuni bambini sono più esposti al rischio di carenza, altri meno" spiega il pediatra. Per esempio, un aspetto significativo è l'apporto di fibre. Che sono cosa buona, certo, ma in quantità adeguata. Se l'apporto di fibre è troppo alto, queste riducono l'assorbimento di alcune vitamine, facendo rischiare la carenza.
"I bambini più piccoli, quelli tra i sei mesi e due anni di età, quando inizia e si completa l'alimentazione complementare, hanno un rischio in più, cioè quello di basso apporto calorico" aggiunge ancora Vania. "Il fatto è che molti alimenti vegetali hanno una scarsa densità energetica: magari saziano, perché fanno volume e lo stomaco del bambino è ancora piccino, ma non danno la giusta dose di energia necessaria per crescere. Il risultato è che il bambino può avere un disturbo della crescita".
Dieta vegetariana per bambini
Quindi, in teoria, non c'è un no assoluto rispetto alla possibilità di una dieta vegana. "L'opzione vegetariana, che include anche uova e latticini, lascia più tranquilli, ed è scientificamente considerata molto valida, specialmente se parliamo di un'alimentazione di tipo mediterraneo".
D'altra parte, proprio la dieta mediterranea - che prevede dunque un apporto per quanto minimo anche di carne, pesce, uova e latticini - è quella ritenuta più adeguata per bambini e adolescenti da un documento ufficiale pubblicato nel 2017 dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) e dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
"Con le opportune cautele però si possono anche crescere bambini vegani" afferma Vania. Il quale, comunque, ai genitori dei suoi piccoli pazienti suggerisce sempre di aspettare almeno un paio d'anni prima di arrivare al veganesimo stretto. "In un'ottica di educazione nutrizionale, mi sembra più opportuno che un bambino abbia la possibilità di provare tutti i gusti, proprio nel momento in cui, tra i sei mesi e i due anni, è massima la sua curiosità verso gli alimenti, le consistenze, i sapori".
Dal canto suo, il pediatra Sergio Conti Nibali, responsabile dell'Area nutrizione dell'Associazione culturale pediatri, dice di sentirsi sempre più tranquillo quando incontra famiglie che si dichiarano vegetariane e vegane, perché sa che sono in genere molto attente a quello che mettono in tavola. "Al contrario, penso che dovremmo preoccuparci soprattutto delle famiglie che sottovalutano i rischi dei cibi spazzatura - bevande zuccherate, merendine, piatti pronti molto elaborati - spesso proposti come normali alimenti quotidiani".
E c'è anche chi, come Alberto Villani, vicepresidente Società italiana di pediatria (Sip), si dice contrario alla dieta vegana per i bambini. Intervistato dall'AdnKronos, Villani ha spiegato che "la dieta vegana non è adeguata per un bambino piccolo. Non garantisce, come è ampiamente dimostrato, tutti i nutrienti di cui necessita un organismo in accrescimento. E' giusto rispettare chi fa scelte alimentari aderenti alle proprie convinzioni. Ma il rispetto principale deve essere quello per la salute dei bambini".
Come iniziare una dieta vegana?
Ma se si desidera assolutamente che il proprio bambino segua una dieta vegana stretta, che cosa bisogna fare per essere sicuri che non corra alcun rischio?
Dieta vegana o vegetariana in gravidanza
La prima cosa da fare è pensarci per tempo, cioè quando è ancora nella pancia della mamma. Abbiamo visto quanto sia importante la vitamina B12 per lo sviluppo neurologico: ebbene, se la mamma è vegana, è lei la prima a doversi preoccupare dei suoi livelli di questa vitamina, come pure di quelli di altre sostanze importanti per lo sviluppo fetale, come il ferro.
"Se la mamma non riceve un'adeguata integrazione con vitamina B12 durante tutta la gravidanza e l'allattamento, il bambino che nasce potrebbe avere sintomi importanti: sonnolenza, affaticabilità, scarsa crescita, difficoltà nell'alimentazione, pallore, ipotonia, irritabilità fino ad arrivare a veri e propri danni cerebrali" spiega Conti Nibali.
In gravidanza e allattamento la mamma vegana deve prendere adeguati supplementi di vitamina B12, ed eseguire con regolarità esami del sangue per valutare i livelli di questa proteina
Altre carenze potrebbero riguardare ferro, zinco, vitamina D e calcio: il ginecologo dovrebbe dunque valutare la situazione con appositi esami del sangue. "Per quanto riguarda il calcio, inoltre, ricordo che alimenti come cereali integrali, legumi, cavoli e cavolfiori, cime di rapa, rucola, radicchio, indivia, semi oleaginosi e frutta secca ne contengono adeguate quantità: non dovrebbero mancare nella dieta in gravidanza" afferma Conti Nibali.
Dieta vegetariana o vegana in allattamento
Durante l'allattamento esclusivo, se la mamma è ben seguita e assume gli integratori necessari, non c'è bisogno di fare nulla di particolare per il bebè. Se però c'è il sospetto che la mamma non segua rigorosamente le indicazioni previste, e a maggior ragione se il piccolo manifesta qualche sintomo sospetto, bisogna controllare i livelli di vitamina B12 anche del bambino, ed eventualmente quelli dei minerali più a rischio di carenza, come calcio, ferro e zinco (basta un esame del sangue).
Attenzione: a volte c'è la tendenza a dedurre i livelli di vitamina B12 basandosi sull'emocromo: se va bene, si deduce che anche la vitamina B12 sia ok, ma non è affatto detto che sia così. Spesso la carenza di vitamina B12 va di pari passo con concentrazioni elevate di acido folico, che è molto presente nelle diete vegane e che fa "andar bene" l'emocromo, mascherando l'assenza di B12. Assenza che però continua a far danni a livello neurologico. Quindi: in caso di bambini vegani, l'unico esame da fare per valutare i livelli di questa vitamina è il dosaggio della vitamina stessa.
Se la mamma decide di utilizzare latte formulato per l'allattamento, deve scegliere prodotti adeguati. "Non bevande vegetali a base di questo o quel cereale, legume o seme a caso, ma latte in formula specifico per lattanti, che invece di essere a base di latte vaccino sarà a base di soia o riso" chiarisce Vania.
Dieta vegana in svezzamento
Cosa non deve mai mancare nella dieta vegana? Dopo lo svezzamento, va prevista sempre e comunque l'integrazione con vitamina B12. "Anche in questo caso, non parliamo di prodotti a caso, di tipo "naturale", contenti alghe o altre sostanze di cui è dubbia la reale utilità" afferma Vania.
"Bisogna invece farsi consigliare dal medico farmaci o integratori che abbiano il giusto dosaggio della vitamina".
Cosa mangiano i bambini vegani?
Per quanto riguarda la dieta, per i più piccoli preferire alimenti densi dal punto di vista energetico, come derivati della soia, seitan, quinoa, e non esagerare troppo con le verdure, per non avere un eccesso di fibre. In generale, nell'alimentazione-tipo di un bambino vegano non dovrebbero mancare legumi e cereali accoppiati, soia, verdure crude e frutta, frutta secca. Far comunque attenzione al contenuto di sale dei prodotti utilizzati (spesso troppo elevato per i bambini).
Occhio alla crescita
Prevedere controlli adeguati sulla crescita e lo stato di salute del bambino, per evitare degenerazioni improvvise della situazione. Oltre ai classici controlli della crescita, può essere utile fare periodicamente esami del sangue per valutare le sostanze che sono più critiche: stato del ferro e del calcio, vitamina D, vitamina B12. "La frequenza dei controlli è molto variabile e dipende dall'età del bambino - saranno più frequenti per i bambini più piccoli - dalle sue condizioni generali, dalla valutazione complessiva che fa il pediatra anche rispetto alla capacità della famiglia di seguire le indicazioni date".
In caso di dubbio, rivolgersi sempre al medico. Spiace dire che non tutti i pediatri sono effettivamente esperti di nutrizione e ancor meno di nutrizione "particolare" come può essere quella vegetariana o vegana. Meglio dunque rivolgersi a specialisti esperti in nutrizione o a nutrizionisti che lavorano in modo specifico con i bambini.
C'è chi crede che, carenze o no, i bambini vegani non corrano poi chissà quali rischi. In fin dei conti - si pensa - non tutti gli adulti vegani prendono integratori di vitamina B12, eppure se la cavano benissimo. "Gli adulti, però, sono meno fragili rispetto alla carenza di questa vitamina: possono volerci diversi anni prima di sviluppare sintomi neurologici, che sono in genere recuperabili non appena si rimette a posto la situazione" spiega Vania. "Nei bambini, però, le cose non stanno così: la vitamina B12 è fondamentale per la crescita e un danno neurologico precoce spesso risulta irreversibile, o quasi".
Revisionato da Francesca Capriati