Cruccio e tormento di molti genitori: il bambino gioca con il cibo, non sembra interessato al piatto che ha davanti, non vede l'ora di alzarsi da tavola per andare a giocare. Insomma, per mamma e papà il proprio figlio è "inappetente".
Come comportarsi? Risponde nel podcast che trovate poco sotto il medico pediatra Lucio Piermarini, autore del best-seller di successo Io mi svezzo da solo! (pubblicato nel 2008). Il dottore Piermarini è autore anche del libro Sereni a tavola, edito da Sperling & Kupfer, in vendita dal primo settembre 2020.
Ascolta il podcast: il bambino è inappetente, che cosa fare?
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Quando un bambino è inappetente
Prima di poter parlare di bambini inappetenti abbiamo bisogno di una definizione. Quando un bambino è inappetente?
Come spiega Piermarini: "Da un punto di vista medico il bambino inappetente è un bambino che mangia meno di quello di cui ha bisogno e che quindi vai incontro inevitabilmente a una condizione di malnutrizione e denutrizione, arrivando a sviluppare uno stato di malattia".
Nella pratica quindi, un bambino sano, veramente inappetente non esiste.
Sono i genitori a giudicare il loro figlio inappetente quando magari mangia svogliatamente, in maniera irregolare, fuori orario e spesso cibo inusuale molto saziante com il cibo spazzatura, molto calorico e poco nutriente. "Una situazione diversa rispetto a quello che a noi, dal punto di vista medico, preoccuperebbe".
Come intervenire e come prevenire?
Che cosa fare? Occorre convincersi che "in realtà il bambino inappetente non esiste" e comprendere le dinamiche che si sono instaurate nella famiglia (non solo alimentari!) che potrebbero aver creato lo stereotipo del bambino inappetente.
"Queste dinamiche vanno corrette, di comune accordo tra tutti i componenti della famiglia: genitori, nonni, ma anche altri adulti che hanno a che fare con il bambino. Chiarito questo, va rifondata la gestione dell'alimentazione del bambino in base a principi validati scientificamente, come quelli dell'alimentazione a richiesta.
Questa è la nostra proposta sia per correggere eventuali problemi riguardanti il bambino pseudo-inappettente e soprattutto per prevenire la comparsa di questi problemi" conclude il pediatra.