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Obesità infantile, ecco i fattori di rischio

di Concetta Desando - 26.02.2014 - Scrivici

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Numero di ore di sonno insufficiente, genitori sovrappeso e famiglie troppo attente alla nutrizione: secondo una ricerca dell'Università dell'Illinois sono questi i fattori che aumentano del 2% l’anno l’obesità infantile nel mondo, che in Italia colpisce un bambino su quattro.

Nel mondo occidentale il 43% dei bambini è sovrappeso, mentre l'incidenza dell'obesità infantile (che in Italia colpisce un bambino su 4) aumenta continuamente, con un incremento del 2% l'anno. Colpa, secondo una ricerca dell'Università dell'Illinois pubblicata sulla rivista Childhood Obesity, soprattutto di tre fattori: un numero di ore di sonno insufficiente, un ambito familiare con genitori sovrappeso (nel nostro Paese ci sono poco meno di 5 milioni di adulti obesi e 16 milioni in sovrappeso), ma anche famiglie con genitori troppo attenti alla nutrizione al punto di imporre ai propri figli troppe restrizioni sul cibo. (Leggi: 14 dritte su cosa fare se il bambino è sovrappeso)

"La buona notizia - commenta l'autore della ricerca, il professor Brent McBride - è che su questi tre fattori si può lavorare per cambiare le cose. E il passo più importante è quello di cambiare le abitudini delle famiglie.

  1. I bambini devono trovare a casa cibi sani al posto del cibo-spazzatura,

  2. bisogna abituarli a non andare a dormire tardi la sera,

  3. i genitori devono sempre ricordare che le loro abitudini rischiano di diventare quelle dei più piccoli. Ad esempio, se si preferisce guardare sempre la Tv anziché fare sport, anche i figli saranno portati a imitare questi comportamenti".

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Per lo studioso, inoltre, "è meglio non imporre restrizioni eccessive: se a un bimbo non verrà mai data la possibilità di mangiare un pacchetto di patatine quando lo avrà a disposizione, si rischia di provocare una reazione inversa" che può portarlo a mangiarne in eccesso, magari di nascosto dai genitori.

McBride invita poi i genitori a proporre più volte ai bimbi i cibi sani, senza però forzarli, puntando invece sul fatto che si abituino da sé a mangiarli vedendo che anche mamma e papà seguono una dieta equilibrata.

Prevenzione, dunque, come arma per sconfiggere il problema: un approccio suggerito anche da un rapporto Ocse del 2010 e dalla Fondazione italiana per la lotta all'obesità infantile, secondo cui “è necessario correggere le abitudini di vita sbagliate fin da piccoli, trasferire nei ragazzi una cultura di vita sana è di fondamentale importanza e supportare i bambini obesi, correggendo abitudini sbagliate, significa far crescere ragazzi sani e consapevoli”.

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Ma come si capisce se un bambino è obeso o in sovrappeso?

“Il calcolo – spiega la Fondazione sul proprio sito - è più complesso rispetto a quello per gli adulti, il cui peso ideale è calcolato in base al BMI (Body Mass Index o Indice di Massa Corporea, cioè il peso in chili diviso l’altezza in metri, al quadrato). Si definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale; in soprappeso se lo supera del 10-20%”.

 

Leggi gli approfondimenti sull' alimentazione dei bimbi da 3 a 6 anni

 

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