Bambino celiaco: quali sono i sintomi?
Nei bambini la celiachia è una delle malattie croniche a maggiore frequenza e nel nostro Paese colpisce un italiano su dieci. Ma di cosa si tratta e quali sono i segnali di allarme che devono farci sospettare che il bambino è celiaco?
Cos'è la celiachia?
Si tratta di un'intolleranza permanente al glutine, cioè la componente proteica che si trova nel frumento (quello che comunemente è chiamato "grano") e in altri cereali, per esempio farro, orzo, segale, avena, kamut (grano egiziano), spelta, triticale, bulgur (grano cotto), malto, greunkern (grano greco) e seitan (alimento ricavato dal glutine).
Il glutine in realtà non è presente nel chicco del cereale o nella farina, ma si forma solo in seguito all'aggiunta di acqua e alla formazione dell'impasto.
La celiachia è una malattia autoimmune chiamata anche enteropatia glutine-sensibile. "Enteropatia" significa malattia dell'intestino: infatti l'intestino del celiaco non riesce ad assimilare il glutine, considerato un agente tossico e la dieta priva di glutine è l'unica terapia possibile per curare la celiachia e per condurre una vita serena e in salute.
Cosa può scatenare la celiachia?
Ingerendo il glutine nel celiaco si attiva in maniera anomala il sistema immunitario che risponde rifiutando il glutine e danneggiando l'intestino. Quindi solo in seguito all'introduzione di cibi contenenti glutine nella dieta del bambino (di norma tra il settimo mese e i due anni) possono manifestarsi i primi sintomi.
Perché un bambino diventa celiaco?
La celiachia è una malattia multifattoriale, per il cui sviluppo sono necessari due fattori: il glutine introdotto con la dieta e la predisposizione genetica.
È molto importante osservare la presenza di eventuali sintomi soprattutto se ci sono già casi di celiachia in famiglia: i parenti di primo grado (genitori, fratelli, figli) hanno una probabilità su 10 di sviluppare essi stessi la malattia.
A quale età si manifesta la celiachia?
La celiachia può svilupparsi in qualsiasi momento dopo l'introduzione nella dieta di grano o altri alimenti contenenti glutine, in genere dopo i 6-9 mesi di età. Non
Quando conviene introdurre il glutine nella dieta del bambino?
Fino a qualche anno si pensava che ritardare l'introduzione degli alimenti con glutine potesse in qualche modo prevenire l'insorgenza della celiachia o rimandarne la comparsa. In realtà ormai le linee guida raccomandano di non rimandare: le evidenze scientifiche, infatti, hanno dimostrato che non serve ritardare l'introduzione del glutine dopo i 6 mesi, e che si possono proporre in modo graduale pastina e biscottini sin dall'inizio dello svezzamento, quindi già a 5-6 mesi.
Ma quali sono i primi sintomi della celiachia e come fa una mamma ad accorgersi che il proprio bambino soffre di celiachia?
Le prime manifestazioni della celiachia nel bambino sono diarrea, vomito, arresto della crescita, scarsa massa muscolare o eccessiva magrezza.
Dobbiamo sapere che siccome esiste un'ampia varietà di sintomi e anche vari livelli di gravità, non è affatto semplice riconoscere la celiachia in un bambini. Molti bambini avvertiranno i sintomi entro pochi minuti o ore dopo aver consumato glutine, ad esempio mal di testa, mal di pancia, vomito etc..
In altri bambini, i sintomi possono durare diversi giorni o anche settimane. Molti bambini presentano sintomi lievi che è facile non notare, come flatulenza e colichette, dolore addominale o stitichezza. Altri bambini presentano sintomi più gravi che possono portare a una diagnosi precoce, tra cui ritardo della crescita, perdita di peso e vomito.
La diagnosi precoce è fondamentale e si deve basare non solo sugli aspetti tipici della malattia, ma anche su quegli aspetti che caratterizzano le forme atipica e silente di celiachia.
Ecco perché nei bimbi le alterazioni dell'umore, l'irritabilità, l'apatia, l'assenza del sorriso, ripetuti mal di pancia, stati anemici e l'essere come distaccati dall'ambiente circostante, possono essere dei piccoli segnali cruciali nell'identificazione di forme di celiachia atipiche o silenti.
Spessissimo, infatti, questi aspetti sono trascurati e crescendo il bambino sarà un adulto dal carattere depresso, a volte con dolori addominali, gastrite, un senso di inadeguatezza, oltre ovviamente ad essere un soggetto probabilmente con alcune patologie associate e moltissime altre potenziali che nei celiaci hanno una ricorrenza maggiore (tiroiditi autoimmuni, diabete o neoplasie dell'apparato digerente)".
Come si fa la diagnosi di celiachia?
La diagnosi precoce è fondamentale per scongiurare e/o anticipare possibili complicazioni o vere e proprie patologie future.
Anche gli esami del sangue sono importanti, non sono invasivi e sono altamente affidabili, come anche la determinazione degli anticorpi antiTransglutaminasi che può essere effettuata sulla saliva.
In caso di positività, si valuta la presenza di anticorpi anti-endomisio IgA nel sangue periferico e poi si esegue il test istologico della mucosa duodenale, tramite biopsia intestinale che permette di verificare il danneggiamento e l'atrofia dei villi intestinali.
In alcuni selezionati casi pediatrici di celiachia, si può fare diagnosi evitando la biopsia duodenale.
Cosa deve mangiare un bambino celiaco?
Il bambino con diagnosi di celiachia non dovrà mangiare alimenti che contengono glutine, quindi per esempio pasta, pizza, biscotti di grano o di farro.
Ma oggi ci sono molti prodotti in commercio realizzati con riso, mais, granoturco, grano saraceno, amaranto, quinoa e altri cereali privi di glutine.
Il servizio sanitario nazionale, inoltre, contribuisce alla spesa di alimenti senza glutine, acquistabili in farmacia, con una percentuale che varia da regione a regione.
- Se hai un bambino celiaco ti consigliamo di iscriverti all'Associazione Italiana Celiachia, nata per promuovere l'assistenza e stimolare la ricerca: l'AIC realizza e mantiene aggiornata, con l'aiuto di esperti del settore, una "classificazione" delle tipologie di alimenti in riferimento al rischio di contenere glutine.
Fonti
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Revisionato da Francesca Capriati