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Svezzamento: i consigli e le ricette della nutrizionista

di Francesca Capriati - 29.03.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Svezzamento consigli e ricette: la nutrizionista Elisa De Filippi ci spiega come affrontare lo svezzamento in modo alternativo e sano per tutta la famiglia

In questo articolo

Svezzamento consigli e ricette

Il termine svezzamento significa letteralmente "togliere il vizio", cioè il vizio del succhiare il latte materno o del biberon. Ma siamo certi che bere latte a pochi mesi di vita sia davvero un brutto vizio? No!

Questo è il motivo per cui, pur essendo tuttora molto usato, il termine svezzamento è oramai superato e sarebbe più corretto parlare di alimentazione complementare a richiesta. La nutrizionista Elisa De Filippi - autrice di "Svezzamento: io mangio con voi! (red edizioni) - spiega che durante lo svezzamento il bambino non inizierà a mangiare secondo dosi, grammature e schemi predeterminati ma gli verrà lasciata la possibilità di "autoregolarsi".

Lo svezzamento può essere quindi visto come un'occasione per rivedere le abitudini alimentari di tutta la famiglia e il bambino potrà mangiare esattamente quello che c'è nel piatto di mamma e papà. Ma tutto questo è possibile a una sola condizione: sulla tavola devono esserci cibi sani e adatti davvero alle esigenze di tutti.

Le abbiamo fatto alcune domande sullo svezzamento, chiedendole anche di indicarci alcune ricette da proporre per tutta la famiglia.

Come è cambiato lo svezzamento negli ultimi anni? Si usano ancora schemi e tabelle di introduzione degli alimenti?

Non è tanto lo svezzamento ad essere cambiato quanto l'atteggiamento e la sensibilità delle mamme nei confronti della questione alimentazione e bambini. In realtà è ancora molto frequente ritrovarsi davanti al classico schema scandito da grammature, inserimenti in ordine cronologico degli alimenti e molte regole. Tuttavia, sempre più spesso le mamme decidono di scegliere per il loro bambino un'altra strada che in termini tecnici prende il nome di "alimentazione complementare a richiesta". Grazie ai tanti libri scritti sull'argomento, alle varie pagine social ed ai gruppi delle mamme, dopo decenni di grammature, schemini e regole molto rigide, finalmente si è approdati ad un approccio che non impone un'unica via da seguire.

I segnali che ci fanno capire che il bambino è pronto per l'alimentazione complementare (in genere intorno ai sei mesi) sono i seguenti:

  • La perdita del riflesso di estrusione, quello per il quale se gli avvicinate un cucchiaino butta fuori la lingua spingendolo via;
  • Il bambino riesce a mantenere la posizione seduta con un minimo di supporto dietro di lui (il seggiolone o la mano del genitore); regge bene la testolina che rimane ben allineata al tronco;
  • Il bambino è interessato al cibo, quindi osserva attentamente i genitori mentre mangiano, prova a mettere la mano nel piatto di mamma e papà, afferra pezzetti di cibo e tenta di portarseli verso la bocca;
  • Riesce a far capire quando ha fame (muove la bocca verso il cibo) e quando invece è sazio (serra la bocca e/o gira la testa dall'altra parte).

Alimentazione complementare a richiesta vuol dire semplicemente che il bambino inizierà quel viaggio in cui il latte non sarà più la sua unica fonte di nutrimento, ma rimarrà comunque un alimento fondamentale per tutto il suo primo anno di vita.

Quindi non si andrà a togliere alcuna poppata di latte (sia materno che di formula), soprattutto durante i primi mesi. Molto gradualmente e rispettando i tempi del bambino, si affiancheranno a quelle poppate degli assaggi di cibo solido.

Qui c'è la differenza fondamentale rispetto al termine "svezzamento" che invece vuol dire "togliere il vizio" inteso come il vizio di ciucciare dal seno o dal biberon. Alimentazione complementare vuol dire invece che il primo cibo solido andrà a completare la poppata a base di latte materno o di formula (…e non a sostituirla come si cerca di fare negli approcci più tradizionali).

Come organizzare l'alimentazione giornaliera del bambino quando si inizia lo svezzamento?

A livello organizzativo bisogna tener presente che la colazione del bambino continuerà ad essere costituita da latte, materno oppure di formula. In questa fase il latte basta da solo a soddisfare le esigenze nutrizionali del piccolo di casa ad inizio giornata.

Possiamo poi contare due spuntini, uno a metà mattina ed uno a metà pomeriggio, ed infine due pasti principali, ovvero il pranzo e la cena. Non c'è un ordine cronologico nell'inserire i vari pasti, molto dipende dal bambino e dall'organizzazione della famiglia intorno al momento dei pasti. Bisogna tener presente che all'inizio ci saranno semplicemente dei piccoli assaggi e che il latte rimarrà un alimento fondamentale per il bambino durante i primi mesi dello svezzamento!

Come instaurare buone abitudini alimentari per il bambino e che coinvolgano tutta la famiglia?

Innanzitutto, si parte dalla condivisione del pasto. I bambini molto piccoli apprendono soprattutto per imitazione: come possono imparare che il cibo "si mette in bocca" se non vedono nessuno farlo? Ecco perché è fondamentale mangiare insieme fin dai primi assaggi.

È importante che sulla tavola siano disponibili alimenti sani: dalla pasta al pane, dalla carne al pesce, dai latticini ai legumi, dalle verdure alla frutta. Il bambino attingerà da questi alimenti man mano che crescerà e tenderà a seguire le abitudini alimentari di mamma e papà.

L'atmosfera a tavola deve essere tranquilla e rilassata, senza che ci siano interferenze da parte di TV, tablet e telefoni e cellulari. Il bambino deve essere lasciato libero di autoregolarsi con la quantità di cibo messa a disposizione: se non ha voglia di mangiare perché stanco o poco affamato, non cercare di farlo mangiare a tutti i costi con distrazioni varie (come giochi, libri, canzoncine da you tube ecc…).

Come organizzare un menu per tutta la famiglia se si hanno bambini di età diverse?

Anche se si hanno bambini di età differenti, la struttura del menù settimanale non cambia per quanto riguarda l'alternanza della fonte proteica. Ad esempio, in una famiglia onnivora, si consiglia di portare a tavola almeno 3-4 volte a settimana legumi-carne-pesce e 1-2 volte a settimana uova e 2-3 volte formaggi. Accanto ad ogni proteina ci sarà sempre una porzione di carboidrati costituita non solo dalla classica pasta ma anche riso, farro, orzo, cous cous, polenta, pane, patate ecc. Infine, non possono mancare nel piatto sano del bambino le verdure, sia crude che cotte.

Carboidrati, proteine e verdure andranno combinate all'interno di uno stesso pasto sotto forma di piatto unico o pasto completo, vediamo insieme come:

  • Piatto unico: composto da pasta o riso o orzo o farro o polenta o altri cereali in chicchi (cous cous, grano saraceno, quinoa ecc..) conditi con carne o pesce o legumi, formaggi o uova. Ecco qualche esempio di piatti unici tipici tradizionali: pasta o polenta al ragù di carne o di legumi, riso e lenticchie, pasta e ceci, cous cous di mare. A questi aggiungo una porzione di verdure e il pranzo è completo!
  • Pasto tradizionale: composto da pasta o riso o orzo o farro o altri cereali in chicchi conditi con una verdura al quale fa seguito un secondo piatto costituito da carne o pesce o legumi, formaggi o uova. Ecco qualche esempio di pasto tradizionale molto semplice: pasta al pomodoro accompagnata da bocconcini di carne cotti nel succo d'arancia con un'insalata mista di finocchi e carote; risotto allo zafferano seguito da pesce gratinato al forno e dei broccoli saltati in padella; insalata di farro con pomodori, zucchine e basilico seguita da una caprese (mozzarella e pomodoro).

Non dimentichiamoci del condimento a base di olio extravergine di oliva, inserito a crudo o in cottura in base alla ricetta scelta.

Puoi darci alcune ricette che possiamo proporre ai nostri bambini, buone anche per noi genitori?

Vi propongo una ricetta contenuta nel mio nuovo libro "Svezzamento, io mangio con voi". Si tratta di un ragù a base di lenticchie rosse (ideali per i primi assaggi dai sei mesi in su) ma può essere preparato anche con le lenticchie normali. Ecco la ricetta per preparare un ragù perfetto per condire il primo piatto di tutta la famiglia.

Ragù di lenticchie rosse

Ingredienti:

  • 250 g di lenticchie rosse decorticate
  • Sedano, cipolla, carota
  • Passata di pomodoro (1 litro)
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale

Procedimento

Trita finemente sedano, cipolla e carota. Metti in padella un filo di olio e le verdure appena tritate. Sciacqua sotto acqua corrente le lenticchie secche e versale nella pentola. Accendi il fornello, aggiungi la passata di pomodoro, un bicchiere acqua e lascia cuocere per almeno mezz'ora. Aggiungi il sale dopo aver tolto la porzione del tuo bambino in fase di svezzamento. La consistenza finale dovrà essere esattamente quella di un ragù.

Informazioni sull'intervistata

Elisa De Filippi: biologa nutrizionista specializzata in nutrizione materno-infantile, con particolare riguardo alla fascia della prima infanzia, mamma di due bambini che racconta le ricette e i menu che prepara con loro e per loro sulla sua pagina Instagram @mammanutrizionistaincucina e sul suo blog.

PODCAST: Domanda e Risposta in due minuti con la Dott.ssa Elisa De Filippi

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