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Bambini con la febbre? Lasciateli oziare

di Valentina Murelli - 14.03.2024 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Se il bambino non ha particolare malessere e non deve essere distratto non occorre sommergerlo di proposte. Anzi: è un buon momento per lasciare che assapori il dolce far niente, attivando le sue risorse interne di fantasia e immaginazione. Parola della pedagogista Francesca Romana Grasso.

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Bambini e ozio

Molti bimbi sono a casa con l'influenza e non solo. Bloccati a letto da febbre, sonnolenza, stanchezza, magari tosse e raffreddore. Se il riposo in questi casi è la prima regola, dopo un po' viene spontaneo proporre ai piccoli qualche attività "per distrarli": la lettura di un libro, un puzzle o un gioco da tavola, la visione di un cartone alla tv. E se invece provassimo a lasciarli tranquilli, concedendogli il lusso di viversi un vero momento di quiete e ozio? È la proposta della pedagogista ed educatrice Francesca Romana Grasso, dell'associazione Edufrog.

"Se il bambino ha dolore o per qualche ragione è molto sofferente o impaurito è utilissimo distrarlo, e va bene qualsiasi gioco il genitore reputi opportuno proporgli, che sia guardare insieme un film o fare un'attività sul tablet o un gioco da tavola" afferma Grasso. "Se però non ha un vero e proprio malessere ma solo un po' di affaticamento, un calo di energia, credo che la febbre sia un'ottima occasione per permettergli di recuperare un momento di vuoto, da riempire a suo piacimento solo con fantasia e immaginazione".

Non c'è mai tempo per oziare

Secondo la pedagogista, oggi il tempo dei bambini è colmo di attività programmate dai genitori, spesso con marcato intento didattico (l'inglese, la musica) o, nel caso dello sport, agonistico. Non c'è, invece, tempo per l'ozio, la noia, il dolce far niente. Che sembrano attività inutili, ma sono invece fondamentali per mettersi in contatto e in ascolto con sé stessi e per sollecitare curiosità e fantasia. "Pensiamo di doverli stimolare fin dalla nascita - commenta Grasso - senza renderci conto che hanno già il loro corpo e poi il loro mondo da scoprire (un compito immenso!) e non hanno bisogno di ulteriori stimoli".

Ecco perché una lieve malattia può rappresentare l'occasione perfetta per permettere al bambino di "galleggiare", un po' come si fa al mare quando ci si lascia cullare dalle onde, e attivare le sue risorse interne per inventare nuovi giochi per passare il tempo. "Non dobbiamo avere fretta di riempire questo vuoto con delle proposte, ma cercare di contemplare l'idea che possa anche cavarsela da solo, con la sua immaginazione" consiglia l'educatrice.

"A noi può sembrare che stia semplicemente lì sdraiato sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto, e invece magari sta ricreando un mondo pieno di storie e personaggi fantastici. A volte basta il disegno di una tappezzeria, una crepa nel muro, un'ombra dietro alla finestre per scatenare un susseguirsi di paesaggi e di avventure. Un po' come accade alla bambina protagonista di un libro che parla proprio di un viaggio fantastico attraverso la tappezzeria della camera della nonna, Luna e la camera blu".

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