La gioia infinita del primo contatto pelle a pelle, l'orgoglio nel mostrarlo a parenti e amici e infine la responsabilità di andare a registrarlo all'anagrafe: sono alcune delle emozioni che i neogenitori provano all'arrivo di un bebè. Non sempre, però, le cose vanno in questo modo: secondo un rapporto pubblicato dall'Unicef, infatti, nel mondo un bambino su quattro non viene registrato ufficialmente alla nascita.
Il dato deriva da una rilevazione condotta in 174 paesi e mostra un significativo miglioramento nel tempo: se dieci anni fa i bambini sotto i cinque anni registrati erano il 63%, oggi sono il 75% e solo uno su quattro rimane fuori da elenchi ufficiali. Il cambiamento è dipeso soprattutto dai progressi fatti in Bangladesh, Nepal e India, dove la percentuale di bambini registrati è salita dal 41% del 2005/2006 all'80% del 2015/2016. Il problema tuttavia persiste in diversi paesi dell'Africa subsahariana e in particolare in Etiopia, Zambia e Chad, dove sono registrati rispettivamente 3, 11 e 12 bambini su cento.
Secondo i dati Unicef, circa un paese su tre al mondo ha bisogno di ottimizzare i propri sistemi di registrazione, per garantire a tutti il diritto a un'identità legale. I principali ostacoli alla registrazione sono rappresentati dalla mancanza di conoscenze su come delle essere effettuata, dai costi, e dalle lunghe distanze per raggiungere l'ufficio più vicino in cui effettuare la pratica.
"Abbiamo fatto progressi – ha dichiarato la direttrice dell'Unicef Henrietta Fore – ma troppi bambini sfuggono ancora alle maglie delle registrazioni ufficiali, rimanendo sostanzialmente dispersi. Un bambino non registrato è un bambino invisibile agli occhi dei governi o della legge, dunque un bambino escluso dai sistemi educativi o sanitari e maggiormente a rischio di sfruttamenti, maltrattamenti e abusi".
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