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Bambini che hanno problemi con il cibo: i consigli PRATICI della psicologa da 0 a 16 anni

di Luisa Perego - 03.12.2014 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quali possono essere i problemi con il cibo per i bambini? Il bimbo non vuole le pappe dello svezzamento oppure non mangia quando è più grandicello. Oppure al contrario mangia troppo. Una psicologa spiega i risvolti psicologici del cibo con 8 consigli pratici su come gestirli

In questo articolo

E' il tormento di ogni genitore: l'alimentazione del figlio. Il bimbo che non ne vuole sapere di essere svezzato e regolarmente sputa tutta la pappa. Oppure quando diventa più grandicello, mangia pochissimo. Oppure al contrario non la smette mai di mangiare.

Secondo la psicologa Marta Bottiani dell'Associazione Pollicino e centro crisi genitori Onlus, associazione fondata a Milano nel 2006 per sensibilizzare genitori e adulti sui disordini alimentari dei bambini, un disagio o disturbo alimentare potrebbe essere "un campanello d'allarme da ascoltare. Il bambino sta cercando di dirci qualcosa a modo suo. Un messaggio che spesso non riguarda solo la sfera alimentare del piccolo".

Ecco i consigli della psicologa per aiutare i genitori che hanno problemi con il cibo dei loro figli.

1 - Mettetevi in ascolto: che cosa sta cercando di dirmi?

"Non diamoci regole" dice la psicologa Bottiani. "Ogni bambino è un suo mondo, ha una sua realtà. Spesso il disturbo che ha è soggettivo, qualcosa di unico". Quindi è meglio non fissarsi su manuali o esperienze di altri.

Meglio mettersi ad ascoltare davvero il bambino. Capire quello che sta cercando di dirci, perché spesso un disturbo alimentare non è associato al cibo in sé ma è legato alla sfera emotiva del bambino.

2 - Fate una visita dal vostro pediatra

In presenza di un problema alimentare "è importante interpellare il proprio pediatra". Lui, analizzando peso è crescita, vi saprà dire se il bimbo sta crescendo bene nonostante il suo modo di mangiare vi possa preoccupare.

La sua visita è fondamentale anche per capire se ci sono cause metaboliche, organiche o magari psicologiche. (Calcola online il percentile del tuo bambino)

3 - Date il buon esempio

"Il comportamento alimentare si apprende. E il bambino impara a mangiare guardando gli adulti che per lui sono i punti di riferimento. Sono gli adulti stessi a dover promuovere un buon comportamento alimentare".

Aprire la bocca è un comportamento innato, il comportamento alimentare no. E' importante responsabilizzare gli adulti sull'educazione alimentare.

E promuovere un clima disteso e sereno con il cibo. Inoltre, non si può pretendere che il bambino mangi le verdure se siamo noi i primi a evitarle. O che stia seduto a tavola tranquillo quando siamo noi i primi a non mangiare tutti insieme.

4 - Interrogatevi: è cambiato qualcosa nella sua vita?

Un disagio alimentare nel bambino è un campanello d'allarme. Il bimbo sta cercando di dirci attraverso il cibo che qualcosa non va. E' utile quindi interrogarsi su che cosa possa essere, scandagliando la sfera emotiva del piccolo. C'è una situazione tesa in casa? Un cambiamento appena avvenuto nella sfera del bambino che ha un po' scombussolato la sua vita? L'arrivo di un fratellino?

5 - NON ricattatelo

I genitori rischiano di "snaturare il momento del cibo", non considerando il cibo per quello che è, ma trasformandolo per esempio in un premio (se vai all'asilo, ti meriti una caramella) o in una punizione (se non mangi, non ti porto al parco). Meglio togliere il ricatto dal momento del cibo.

6 - Rifiuta il cibo? NON insistete

"L'insistenza genera sempre una resistenza." In particolare se il bambino non mangia, insistere non serve a nulla. Il cibo può diventare un'arma nelle mani del bambino nei confronti dei genitori. Un modo per tenerli sotto scacco. (leggi anche 10 consigli se il bambino non mangia)

Il bimbo sta dicendo di no a qualcosa che gli viene da fuori, dall'altro. Se prima per lui l'allattamento era la coccola con la mamma, qualcosa solo tra lui e lei, ora sta dicendo di no al cucchiaino, alla novità.

E' utile aiutare il bimbo ad accettare ciò che è nuovo, ma prima di tutto capire che lo svezzamento si fa in due. "Aiutiamo le madri a pensare che non è possibile svezzare se anche lei non è disposta a farlo. Ci si svezza in due. A porgere il cucchiaino al bambino deve essere una mamma serena e disponibile.

Che porge il cucchiaino come porgeva il seno". (Leggi anche: svezzamento: mangia troppo o rifiuta la pappa)

8 - Il bambino mangia troppo?

Il bimbo mangia troppo? Ha appena finito la cena e chiede sempre il bis? Come comportarsi? Secondo la psicologa un buon rimedio è "spostare l'attenzione su qualcosa che gli piace fare". Infatti se il bambino chiede sempre qualcosa in più probabilmente sta considerando il cibo una consolazione. Perché il cibo è "cibo per il cuore". Cioè, chiede il cibo NON perché ha fame, ma per colmare una "mancanza".

E' utile quindi traslare la domanda e spostare la sua attenzione in attività che gli interessano e in passioni che ha, ma anche far sentire ancora di più che siamo presenti e lo amiamo.

Guarda anche il video: il bambino non mangia, gli aspetti psicologici

Disordini alimentari, tra disagi e disturbi

Secondo l'Associazione Pollicino, l'età d'insorgenza dei disturbi alimentari (anoressia e iperfagia, per citare i più conosciuti) si sta abbassando e l'esordio può presentarsi già nella fascia d'età che va da 0 a 3 anni. A seconda della gravità e dal protrarsi delle anomalie, la differenza tra disagio e disturbo alimentare.

Disagio alimentare E' la manifestazione meno grave. Secondo la psicologa Bottiani, un bambino ha un disagio alimentare quando ha un manifestazione particolare legata all'alimentazione (bizzarrie alimentari, inappetenza, selettività alimentare, per esempio mangia solo cibi di un certo colore, rigurgito frequente). Il suo comportamento non è accompagnato da altri malesseri (per esempio disturbi di sonno, di evacuazione, del gioco).

Un disagio è una manifestazione meno chiara, un malessere del bambino che sta cercando di comunicare a mamma e a papà, i suoi "oggetti d'amore" utilizzando il cibo come mezzo.

E' un campanello d'allarme d'ascoltare, ma che spesso non è legato solo alla sfera alimentare, ma alla sua relazione con il contesto familiare e con l'ambiente esterno.

Disturbo alimentare I disturbi alimentari sono quadri patologici più seri che vanno dal rifiuto totale del cibo all'iperfagia (il bambino mangia troppo). Si protraggono maggiormente nel tempo e spesso si evidenziano con cambiamenti anche legati al gioco, al sonno, alla scuola, allo studio, alla relazione con gli altri.

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Aggiornato il 10.07.2018

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