Che cos'è l'autismo
L'autismo è un disturbo del neurosviluppo che si manifesta nei primi anni di vita con difficoltà nell'interazione sociale e nella comunicazione e con anomalie nel comportamento.
Come spiegato nelle Linee guida per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico pubblicate dal Ministero della salute nel 2011 (ora in revisione), i bambini colpiti possono mostrare difficoltà di grado variabile nel linguaggio e nell'interazione sociale e manifestare comportamenti stereotipati e ripetitivi. Può esserci ritardo mentale, sempre di grado variabile.
Inoltre, alcune persone con un disturbo dello spettro autistimo possono mostrare iperstesesie sensoriali, cioè sensibilità molto accentuate a determinati stimoli (luce, suoni, odori, colori, contatti).
Per le grandi differenze nelle manifestazioni, gli esperti preferiscono parlare di disturbi dello spettro autistico invece che di autismo
Un disturbo sempre più frequente
È difficile dare numeri precisi. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, sarebbe affetto da disturbi dello spettro autistico un bambino ogni 160. Secondo i Centers for Diseases Control and Prevention americani, invece, il disturbo sarebbe molto più frequente e interesserebbe un bambino ogni 59. I maschi sono i più colpiti.
"In Italia, secondo gli ultimi dati del progetto europeo Asdeu, i disturbi dello spettro autistico riguarderebbero un bambino ogni 77", riferisce lo psichiatra Marco Bertelli, uno dei massimi esperti di autismo nel nostro paese.
Quello che è certo è che negli ultimi decenni i casi di autismo risultano in notevole crescita. Non si tratta di un'epidemia, ma di un fenomeno dovuto a una maggiore consapevolezza del disturbo e a migliori strumenti per la diagnosi.
I sintomi generali dell'autismo
Come riportato dal sito WebMd, ci sono alcuni sintomi generali caratteristici dei disturbi dello spettro autistico, che possono essere notati prima che il bimbo arrivi al terzo compleanno.
Si può sospettare l'autismo se un bambino compie movimenti ripetuti, come dondolamenti, evita il contatto visivo o quello fisico, mostra ritardi nell'acquisizione del linguaggio, ripete in modo automatico frasi o parole (ecolalia), si innervosisce o si arrabbia per cambiamenti minimi della routine o dei programmi stabiliti.
Ma attenzione: questi comportamenti possono essere presenti anche in fasi di sviluppo di bambini che non hanno alcun disturbo. La loro presenza non significa che un bambino abbia sicuramente l'autismo. Significa soltanto che vale la pena approfondire la situazione.
I primi segnali
Già a partire dai 10-12 mesi potrebbero esserci segnali ai quali prestare attenzione perché potrebbero essere indicativi di qualche anomalia dello sviluppo. Per esempio se il bambino non si gira quando viene chiamato, non reagisce alla voce della mamma, non guarda negli occhi, non imita espressioni facciali o piccoli gesti come battere le mani, non cerca l'attenzione dell'adulto, non inizia la lallazione. E ancora, se a 12-15 mesi non indica gli oggetti e gioca in modo molto stereotipato.
Di nuovo, non significa che in presenza di questi atteggiamenti ci sia per forza qualcosa che non va. Però, in caso di dubbio, è sempre meglio consultare il pediatra.
I segnali intorno ai due anni
Intorno ai due anni i segnali di un eventuale disturbo dello spettro autistico potrebbero cominciare a diventare evidenti. È un'età in cui i bambini dovrebbero padroneggiare alcune decine di parole, cominciare a formare piccole frasi e iniziare a interagire con gli altri. I bambini con autismo, invece, rimangono come chiusi in loro stessi, isolati.
Ecco i segnali ai quali prestare attenzione: se a 16 mesi il bambino non parla ancora, se a 18 mesi non ha ancora cominciato piccoli giochi di finzione (dare da mangiare a un pupazzo, cucinare per finta), se non mostra oggetti ad altre persone o non mostra interesse per oggetti indicati da altri, se intorno a 24 mesi non pronuncia ancora frasi composte da due parole (e soprattutto non mostra "intenzioni" comunicative, al di là del numero di parole pronunciate) oppure comincia a perdere abilità linguistiche che aveva già acquisito.
Altri sintomi che possono essere presenti nei disturbi dello spettro autistico
Circa un terzo dei bambini colpiti da autismo soffre anche di epilessia. Inoltre, possono essere presenti disturbi dell'apparato digerente o del sonno e scarsa coordinazione motoria.
Le cause dell'autismo
Gli scienziati non hanno ancora chiarito definitivamente le cause dell'autismo, ma sempre più indizi portano a suggerire che si tratti di un disturbo di origine genetica. Il che non significa che ci sia un "gene dell'autismo", ma che alterazioni di alcuni geni potrebbero predisporre, da sole o in combinazione con alterazioni di altri geni, allo sviluppo del disturbo. I geni coinvolti sono molti, e tanti probabilmente mancano ancora all'appello.
Non solo: in alcuni casi, i disturbi dello spettro autistico potrebbero dipendere dalla combinazione di fattori genetici e fattori ambientali, come infezioni virali o l'esposizione ad alcuni farmaci durante la gravidanza. Per esempio, è ormai noto che assumere acido valproico - un farmaco antiepilettico - in gravidanza aumenta il rischio di avere un bambino affetto da autismo.
La sindrome di Asperger
La sindrome di Asperger è un disturbo dello spettro autistico detto "ad alto funzionamento". I bambini colpiti hanno ottime capacità intellettive e non hanno problemi di linguaggio, ma hanno notevoli difficoltà nella relazione con gli altri. In genere faticano a comprendere le espressioni facciali e non riescono a interagire con i coetanei in un modo che non sia anomalo o respingente.