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Loose parts: cosa sono e come si usano

di Zelia Pastore - 28.10.2020 - Scrivici

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Fonte: Foto Maria Teresa Guerrisi del Nido "La monelleria di Carignano", Genova
Cosa sono e come si usano le "Loose Parts", i materiali destrutturati per bambini: scopriamolo con l'aiuto della neuropsicomotricista Silvia Iaccarino

In questo articolo

Loose parts: cosa sono e come si usano i materiali destrutturati per i bambini

Stimolano lo sviluppo cognitivo e la creatività dei nostri figli più di ogni altro gioco, affermano in molti. Delle loose parts si parla sempre di più, ma cosa sono esattamente e come possono essere utilizzate nei giochi quotidiani dei nostri bambini? Lo abbiamo chiesto a Silvia Iaccarino, formatrice e psicomotricista che tiene il blog www.percorsiformativi06.it.

Cosa sono le loose parts

"Per loose parts (letteralmente "parti sciolte") si intende qualsiasi oggetto che un bambino o un adulto possa manipolare per creare qualcosa di nuovo" dice l'esperta. Prendendo a prestito le parole da un articolo del suo blog: "Si tratta di elementi (naturali, di recupero, di scarto industriale) che possono essere spostati, trasportati, combinati, infilati, impilati, separati e rimessi insieme, usati da soli o combinati con altri materiali, in uno spazio di costruzione libero oppure delimitato da "supporti" di diverso genere (teli, reti metalliche, cornici, cartoncini, materiale plasmabile)". Sono insomma materiali liberi, sfusi, incoerenti tra loro: "Possono essere davvero qualsiasi cosa: scarpe, guanti, il mouse del computer, legnetti e foglie, tappi delle bottiglie, tubi della carta igienica…".

Le loose parts e la creatività

L'architetto e designer Simon Nicholson, trovandosi a riprogettare alcuni spazi di gioco esterni per bambini, nel 1971 sviluppò la 'Theory of loose parts' probabilmente ispirandosi agli Adventure playground londinesi e nordeuropei, dove i materiali di recupero diventavano elementi ludici. Partì da un assunto: "In qualsiasi ambiente, sia il grado di inventiva e di creatività, sia la possibilità di scoperta, sono direttamente proporzionali al numero e al tipo di variabili in esso presenti". Tradotto: più stimoli diversi ci sono nel contesto di gioco, maggiore è la capacità di creare, inventare e scoprire. Silvia Iaccarino spiega: "Sono elementi destrutturati che si prestano al lavoro libero del bambino, che così può ideare, creare, esprimersi al massimo. In una parola è un gioco 'Open ended', dal finale aperto: che non ha un obiettivo ultimo predefinito".

Che differenza c’è tra le loose parts e altri giochi di costruzione

Ma che differenza c'è tra le loose parts e altri giochi di costruzione più "classici" come i Lego o i Kapla, i blocchi di legno? L'esperta spiega: "Anche queste costruzioni possono essere loose parts, se li combiniamo con altri elementi e non seguiamo per forza la regola per incastrarli tra loro. E soprattutto se non seguiamo il progetto predefinito dalla confezione, che non rendono più 'open ended' l'attività ludica. Se questi elementi da costruzione vengono utilizzati in maniera libera e senza finalità, in modo divergente rispetto alle aspettative di chi li ha progettati, dunque, anch'essi sono materiali destrutturati. La linea di demarcazione tra loose parts e non è l'uso che il bambino ne fa".

Effetti positivi delle loose parts

Le loose parts stimolano la creatività dei bambini, ma non solo: "I pregi di questi elementi sono molteplici: il bambino può esplorare tanti materiali diversi con tutti i 5 sensi, si chiede cosa siano e cosa possa fare con essi. Sviluppa cioè le sue abilità di ricerca estetico-artistiche, compositive e espressive, scientifiche e narrative, di simbolizzazione e anche di concentrazione perché il bambino nella sua ricerca si immerge totalmente".

Un altro aspetto significativo è che, non essendoci un obiettivo, non esiste chi è più bravo e chi meno: "Le loose parts sono elementi inclusivi ed anche democratici. Accrescono l'autostima dato che non provocano alcun tipo di frustrazione connessa al raggiungimento o meno di uno scopo, di una vittoria o di una sconfitta o alla performance".

Per che fascia d’età sono indicate le loose parts

"Le loose parts - spiega la formatrice - sono adatte a ogni fascia d'età: si possono proporre anche agli anziani ad esempio, per riattivare le capacità cognitive (ma non solo). Le consiglio particolarmente per la fascia 0-6 anni perché a quell'età non c'è il senso della performance: al bambino non interessa seguire comandi in modo corretto, è soprattutto interessato a scoprire ciò che lo circonda ed a creare in modo libero.

E attraverso il giocare nasce il suo pensare".

Lavorando talvolta con bambini e genitori insieme, Silvia Iaccarino si accorge dei differenti approcci di grandi e piccini: "I bambini 0-4 anni sono ancora privi di schemi mentali, quando giocano con le loose parts costruiscono e ricostruiscono in continuazione esprimendo il loro mondo interiore ed ideando in modo divergente. Gli adulti invece, più frequentemente, tendono a manipolare i materiali riproducendo cose e forme esistenti: un fiore, un cuore, una farfalla, in modo più stereotipato".

Come cominciare a usare le loose parts con i bambini

"I bambini possono andare in crisi di fronte alle loose parts - avverte l'esperta - soprattutto quando sono abituati a giocare solo con materiali strutturati che li inducono a eseguire comandi (come il cubo in cui vanno inserite correttamente le varie forme geometriche, per fare un esempio) o addirittura a usare le mani solo per scorrerle sullo schermo di un tablet".

In questi casi a proporre le loose parts a nostro figlio richiede pazienza e un tempo di "rieducazione", per rimetterlo gradualmente in contatto con la sua espressività interiore più libera. "Per questo suggerisco di partire da singole attività, per poi magari arrivare a creare un intero contesto euristico (la sua camera ad esempio), quindi per esempio con cesti pieni di materiali destrutturati da cui il bambino può attingere liberamente".

Consigli pratici per un primo approccio con le loose parts

  1. Scegliete i materiali: "Mettete a disposizione di vostro figlio vari materiali, magari disposti su un tappeto. Quali oggetti? Osservate vostro figlio nella quotidianità: magari sta un pomeriggio ad esplorare un cucchiaio di legno, e allora fateglielo trovare, oppure notate che in questo periodo sta sperimentando la forza di gravità o l'equilibrio degli oggetti (perché butta tutto per terra o fa continue torri) e allora fornitegli delle cose impilabili". E se siete indecisi? Tranquilli, sarà il bambino a scegliere su cosa concentrarsi: "Sassi, nastri, gomitoli capsule del caffè… Va bene tutto, loro sapranno cosa farci". Ovviamente la dimensioni degli oggetti vanno modulate in base all'età del bambino: evitiamo oggetti sotto i 3-4 cm per bambini che esplorano con la bocca;
  2. Non guidatelo: durante l'attività è importante non essere direttivi e non intervenire per bloccare o sviare l'esplorazione del bambino: "Non c'è un modo giusto e uno sbagliato: potete giocare con vostro figlio, attuando i vostri progetti al suo fianco, oppure imitando ciò che fa lui, oppure ancora seguendo la sua guida".
  3. Preparatevi al caos! Il bambino non deve produrre nulla, può iniziare una costruzione e poi abbandonarla perché sta seguendo dei suoi processi di studio. "Dobbiamo avere in mente che il bambino è uno scienziato: ragiona su ciò che lo circonda e lo mette alla prova mediante ipotesi e tentativi. Testando la realtà scopre le leggi del mondo: non vi è mai capitato che faccia la stessa cosa per tantissime volte di seguito? È perché sta conducendo degli esperimenti: ricordatevi che vostro figlio è come un marziano appena atterrato in un mondo sconosciuto tutto da scoprire".

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