La resilienza
Resilienza: quella forza interiore che aiuta a superare positivamente le difficoltà
Nessun genitore vuole vedere il proprio figlio soffrire. E così cerchiamo di evitargli qualsiasi problema pur di vederlo felice e sereno. Ma in questo modo non si fa il suo bene: infatti, un'infanzia troppo protetta non ha effetti positivi. Al contrario i genitori dovrebbero allenare i piccoli ad affrontare lo stress e le difficoltà che la vita contiene, sviluppando la resilienza: quella forza interiore che aiuta a superare eventi anche traumatici.
"I genitori di oggi proteggono eccessivamente i figli, ma in questo modo ottengono il contrario di quello che vorrebbero. I bambini diventano più fragili, affrontano con minor successo le difficoltà rispetto ad altri che nella loro infanzia hanno dovuto mettersi alla prova. La forza di resistenza deve essere allenata, come un muscolo. E questo allenamento può iniziare molto presto" dice Christina Berndt, autrice del libro "Il segreto della resistenza psichica" (Feltrinelli).
Ma come si allena un bambino a diventare forte e a essere resilienti?
Ecco alcuni consigli su come educare un bambino alla resilienza, tratti dal sito youreducation.it
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1. Lasciatelo fare da solo
Se un bambino di due anni cade, lasciate che si rialzi da solo
Questo, ovviamente, non vuol dire permettergli di compiere azioni pericolose, ma più semplicemente se vuole misurare le sue capacità con un'arrampicata o provare ad aprire da solo un barattolo di marmellata, concedetegli questa opportunità.
E se un bimbo di due anni cade, non correte a rialzarlo, ce la può fare da solo.
Lasciare che risolvano da soli le piccole difficoltà del quotidiano è fondamentale per rafforzare la loro forza psichica.
2. Spingetelo a condividere con gli altri
L'importanza della condivisione con gli altri
È importante spiegare al piccolo che anche se una cosa ci appartiene, questo non vuol dire che non possa essere condivisa.
Insegnategli quindi a condividere la merenda o i suoi giochi con altri bambini.
3. Insegnategli a essere educato e paziente
Le buone maniere e l'educazione
Purtroppo termini come "scusi" e "per favore" vengono usati sempre meno. Invece, bisogna sforzarsi di educare i bambini alle buone maniere che sott'intendono il rispetto per gli altri. Un'altro valore che rafforzare il loro spirito interiore è la pazienza: insegnategli ad aspettare il loro turno allo scivolo o a mangiare quando è pronta la cena.
4. Non dategli tutto ciò che desidera
Imparate a dire di no
E' importante saper dire di no e porre dei limiti ai figli. Ad esempio non correte a comprargli un giocattolo solo perché ce l'ha l'amichetto o un secondo gelato perché lo vuole a tutti i costi. Tenete sempre presente che i bambini che crescono con regole e limiti sono molto più sicuri di sé di quelli che crescono in ambienti troppo permissivi. Una volta si diceva che l'erba voglio non cresce neppure nel giardino del Re.
5. Fatelo stare il più possibile in mezzo ad altri bambini
Relazionarsi con altri bambini rafforza la resilienza
Quindi create occasioni di incontro con coetanei. Preferibilmente non attività organizzate, come i corsi extrascolastici, ma ritrovi di gioco libero, dove i piccoli possano sviluppare le loro dinamiche sociali. Evitate di intervenire, a meno che non sia davvero necessario, se ci sono dei conflitti. Lasciate che trovino da soli la soluzione per superare il litigio.
Conclusione: non siate genitori iperprotettivi
I genitori non devono essere iperprotettivi
Un'idea diffusa è che oggi ci siano più pericoli rispetto al passato. Ma non è così: in realtà problemi e pericoli ci sono sempre stati, non sono aumentati né diminuiti, sono solo cambiati. Certamente, a differenza del passato, le paure di oggi sono amplificate dai media. Il rischio, però, è soffocare i bambini. "Spesso i bambini al parchetto vengono ripresi di stare attenti, non correre, non fare la gara di monopattino, non andare in piedi in altalena.
.. Ma i bambini devono capire da soli che nel mondo ci sono pericoli, che ci si può far male, solo così possono imparare a difendersi e crescere forti e sani" spiega la Berndt.
Aggiornato il 23.02.2018