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Come smettere di urlare ai propri figli e essere genitori sereni

di Federica Baroni - 19.04.2017 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Urlare ai figli non piace a nessuno, però ci sono dei momenti in cui la rabbia prende il sopravvento e gridare sembra l'unica reazione possibile. Ma non è così. Rona Renner nel libro "Smettere di urlare è facile" spiega ai genitori  come prendere consapevolezza delle proprie emozioni negative, scoprire da dove vengono e cosa celano, in modo da poterle disinnescare prima che diventino bufera.

In questo articolo

Tutti amiamo i nostri figli di un amore infinito. Eppure a volte, davanti a quell'ennesimo capriccio, scatta in noi una tale rabbia che ci fa gridare cose orribili. E poi, passata la bufera, ci sentiamo in colpa: siamo stati sopraffatti da emozioni negative e abbiamo perso il controllo davanti a dei bambini piccoli.

Inoltre, parecchi studi hanno dimostrato come le urla siano inefficaci dal punto di vista educativo, anzi contribuiscono ad alimentare comportamenti violenti e danneggiano l'autostima dei piccoli.

Leggi anche: Come farsi ubbidire dai figli senza urlare (e perché è meglio)

Rona Renner, ex infermiera ed esperta in comportamento infantile, da anni tieni corsi negli Usa per insegnare ai genitori a non perdere il controllo; e ora spiega il suo metodo nel libro "Smettere di urlare è facile" (Edizioni LSWR).

"Non è mai troppo tardi per smettere di urlare" dice Rona. "Dal momento in cui inizierete a gridare meno, percepirete l'enorme impatto positivo che questo cambiamento avrà sulla vostra salute e felicità. Farete ai vostri figli un regalo che sarà tramandato alle prossime generazioni".

Ecco i consigli dell'esperta:

1. Se avete ereditato questo comportamento dai vostri genitori è il momento di interrompere il ciclo

Prima di tutto dovete cercare di capire perché state urlando. Spesso chi tende a urlare è stato a sua volta cresciuto con le urla.

"Urlare potrebbe essere un'impostazione predefinita a causa dell'esperienza infantile".

Cercate di ripensare al vostro passato. Riportate quelle esperienze al presente, lavorate su questi ricordi per interrompere la spirale delle urla.

"Guardate con indulgenza i bambini che eravate e perdonate i vostri genitori se hanno commesso degli sbagli, probabilmente in buona fede. Voi però potete fare di meglio".

2. Siete arrabbiati con i vostri figli o con altri?

Può capitare di indirizzare la rabbia che proviamo verso altre persone sui nostri figli.

I bambini sono bersagli comodi.

Dopo un'urlata chiedetevi: "Con chi sono realmente arrabbiata?".

Potreste scoprire che la colpa è del lavoro o del vostro partner.

..

Ad esempio: una mamma che sta lottando per mettere a letto il suo bambino, mentre il proprio compagno è sul divano a guardare la tv, probabilmente è arrabbiata con il marito, ma alla fine si mette a urlare contro il piccolo. In questo modo ha sfogato la sua ira sul figlio, anziché chiedere al marito di darle una mano.

Provate a pensare se anche a voi è capitato di trovarvi in una situazione analoga.

Appena vi renderete conto che state urlando contro i vostri figli per scaricare la rabbia che provate verso qualcun altro, inizierete il cambiamento e urlerete meno.

"Diventare consapevoli della rabbia, chi e che cosa vi fa perdere le staffe, può aiutarvi a smettere di urlare".

3. Che sentimenti ci sono dietro alla vostra rabbia?

Urlare può essere un modo di dare sfogo ad altri sentimenti come la paura, il dolore o la vergogna; oppure può essere un modo per sfogare lo stress o la stanchezza di una notte insonne.

E' importante capire cosa c'è dietro la vostra rabbia per poterla disinnescare. "Quando urlate chiedetevi: che cosa sento in questo momento oltre alla rabbia? Ci sono altre emozioni?".

Per guarire c'è bisogno di vedere qual è il vero problema e riconoscere i propri bisogni.

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4. Individuate il temperamento di vostro figlio

Dopo aver capito cosa vi fa urlare, dovete prendere in considerazione tre fattori che possono essere la causa dell'intensificarsi delle urla:

il vostro temperamento; quello di vostro figlio; e come questi si adattino l'un l'altro.

E' il temperamento, cioè lo stile comportamentale, che crea lotte di potere tra voi e il bambino.

"Comprendere le differenze temperamentali è la chiave che apre la porta per aumentare le connessioni e la comprensione verso vostro figlio. Può dar vita a strategie in grado di aiutarvi a urlare meno e divertirvi di più insieme".

La chiave per qualsiasi relazione sana è accettare le altre persone per come sono. Quando capite e rispettate lo stile unico di vostro figlio, allora potete adattare il vostro stile educativo e le vostre aspettative ai suoi bisogni.

I tratti del temperamento sono: sensibilità (è sensibile al rumore, al gusto...?), attività (è molto vivace o poco?), intensità (ha forti risposte affettive?), adattabilità (si adatta velocemente o lentamente ai cambiamenti?), stato d'animo (è di buon umore o è spesso serio?), approccio (si butta o è cauto quando conosce qualcuno di nuovo?), perseveranza (insiste o si scoraggia facilmente?), regolarità (ha il suo ritmo sempre uguale?), distraibilità (si distrae facilmente?).

Cercate di capire quali sono i tratti prevalenti in vostro figlio e i vostri.

Ad esempio potreste scoprire di essere voi sensibili e non reggere il temperamento troppo intenso di vostro figlio.

Dovete, invece, cercare di adattare le vostre risposte in base alla sua indole.

Ad esempio: se capite che vostra figlia è un tipo che si demoralizza facilmente, aiutatela quando ha difficoltà a fare i compiti; ma se anche voi vi demoralizzate subito, allora meglio predisporre che sia qualcun'altro ad aiutarla: il papà, un fratello più grande, un aiuto esterno...

5. Monitorate le vostra urla

Monitorare è un metodo efficace per aumentare la consapevolezza e l'accettazione delle abitudini e delle reazioni che volete cambiare. Ecco come procedere:

dopo un'urlata scrivete su un foglio: qual è stato l'evento scatenante; la vostra reazione fisica e mentale all'evento (vi si contrae la mascella, stringete i pugni, iniziate un'escalation di pensieri negativi); cosa avete fatto e come ha reagito vostro figlio alle urla; i tratti temperamentali in gioco, vostri e suoi; le conseguenze (dopo aver urlato come vi siete sentiti? E vostro figlio?). Infine una valutazione: che cosa avreste potuto fare diversamente?.

Se imparate quali sono i meccanismi che vi fanno scattare, a percepire le emozioni quando crescono, a fare attenzione alle vostre reazioni fisiche.

.. allora potreste riuscire a calmare la tempesta prima che diventi un uragano e danneggi il rapporto con i vostri bambini.

6. I 5 passi per non urlare

Ma allora come reagire davanti a un fattore scatenante?

L'esperta suggerisce questi cinque step:

1. Ascoltatevi e domandatevi: cosa provo? Qual è l'escalation dei miei pensieri?

2. Badate al respiro: concentratevi sul respiro profondo e fate dai tre ai cinque respiri con la pancia.

3. Calmatevi: sostituite i pensieri negativi con pensieri realistici e positivi.

4. Decidete di che cosa ha bisogno vostro figlio: pensate alla sua età, al suo temperamento. Ha bisogno di essere punito, abbracciato, incoraggiato o limitato? Cosa vuole comunicare il suo comportamento?

5. Empatizzate: mettetevi nei suoi panni, ditegli che avete capito le sue difficoltà e i suoi sentimenti. Ora sapete di che cosa ha bisogno.

Leggi anche: L'educazione dei bambini con l'intelligenza emotiva

7. Stabilite regole e conseguenze

Smettere di urlare non significa non dare regole, anzi è compito dei genitori insegnare a comportarsi e a sviluppare sane abitudini. Per farlo non c'è bisogno di gridare.

La Renner consiglia di:

1. Comunicare in modo chiaro e semplice quali sono le regole da seguire.

2. Stabilire delle conseguenze nel caso non si rispettino le regole.

Ad esempio, se dite a vostra figlia di non giocare a palla in casa e lei continua ignorando i vostri richiami; anziché urlare portatele via il pallone. Lo scopo delle conseguenze è quello di rendere i bambini responsabili delle loro azioni.

3. Siate in connessione con loro. La connessione è il fulcro dell'educazione. Vostro figlio sarà più collaborativo se si sente in sintonia con voi. Anche se lavorate tutto il giorno è fondamentale trovare un po' di tempo per farlo sentire amato. Ascoltatelo quando racconta una storia, giocate un po' con lui, approcciatevi con curiosità si suoi problemi.

Leggi anche: Come educare i figli senza ricorrere alle punizioni

"Tirar su una famiglia è come suonare uno strumento in un gruppo jazz. Ci vuole tempo per far pratica, improvvisi, ti prendi dei rischi, poi trovi il tuo stile, impari i ritmi degli altri e fai del tuo meglio"

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Aggiornato il 27.06.2017

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