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Educare il bambino all'ascolto: 10 dritte alle mamme

di Marzia Rubega - 09.05.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
I bambini imparano ad ascoltare solo se prima sono stati ascoltati: questa è la premessa fondamentale per insegnare a ogni bimbo, fin dalla primissima infanzia, la pratica dell'ascolto che si sviluppa e cambia nel corso della crescita. A spiegarlo sono le pedagogiste Elisabetta Rossini ed Elena Urso che abbiamo intervistato

In questo articolo

'Mio figlio non ascolta!' è nella top ten delle lamentele più ricorrenti tra le mamme, spesso indipendentemente dall'età del bimbo.

 

E' indispensabile, invece, tenere presente che la capacità di ascoltare si sviluppa nel corso della crescita e ha bisogno di essere coltivata ogni giorno nella relazione con l'adulto.

 

Solo così, in una dimensione di reciprocità tra genitore e figlio, l'educazione all'ascolto può dare buoni risultati nel lungo periodo. In sostanza, “i bambini imparano ad ascoltare solo se prima sono stati ascoltati”. A sostenerlo sono le pedagogiste Elisabetta Rossini ed Elena Urso, nel loro libro “I bambini devono fare i bambini” (Bur) che abbiamo intervistato.

 

1. L'ascolto si sviluppa in modo graduale dalla primissima infanzia se il genitore, a sua volta, ascolta i segnali del bimbo e rispetta le sue capacità legate all'età

“Ogni tappa dello sviluppo ha le sue conquiste e anche un diverso modo di ascoltare: in ogni caso, non è certo il bambino che si deve adattare all'adulto”, affermano Elisabetta Rossini ed Elena Urso.

Quando il bimbo ha un anno, per esempio, si può dire 'no' ma non ha senso pretendere che lo recepisca a pieno. La parola per lui diventa piano piano familiare e, soprattutto, avverte la reazione diversa del genitore rispetto a certe cose.

Il fatto che mettere le dita nella corrente, per esempio, sia pericoloso è difficile da capire per un bimbo che inizia a camminare e desidera esplorare il mondo. Ma questo non significa che lui non ascolti il 'no' pronunciato dall'adulto per la sua sicurezza.

“In questa fase, il bimbo impara che a una azione corrisponde una reazione, comprende il divieto dall'espressione della mamma, la proibizione la capisce intorno ai 2 anni”, dicono le pedagogiste.

In questo caso, è opportuno ripetere 'no' tante volte e spostare fisicamente il bimbo dall'attività pericolosa proponendo una alternativa ('Questo no, quest'altra cosa sì'). Se, per esempio, la mamma non vuole che il figlio apra un cassetto perché potrebbe farsi male, dopo aver ribadito il suo 'no', può lasciarlo giocare con le pentole.

(Leggi anche: ascoltare i figli, 10 modi per farlo alla grande)

2. Per educare il bimbo in età prescolare all'ascolto, l'adulto deve fare sempre discorsi brevi, usando un linguaggio semplice

Secondo le pedagogiste, discorsi brevi e parole semplici devono essere alla base di ogni comunicazione con un bimbo intorno ai 2 anni per educarlo all'ascolto rispettando le sue capacità.

Tuttavia, in questa fascia di età, spessissimo il bimbo ripete 'no' a raffica e sembra non ascoltare anche quando il genitore è stato chiaro o ha ribadito più volte la stessa cosa.

“Questo atteggiamento non è una sfida continua ma una 'normale' tappa della crescita - dice Rossini. Il 'no' che il bimbo dice alla mamma significa 'non sono te', in questo modo afferma la propria identità interiore che si va costruendo”. Leggi anche: Autostima del bambino, 10 dritte ai genitori per migliorarla

3. Un approccio utile per abituare il bambino all'ascolto è anche spiegargli bene, in anticipo, cosa si farà

Altrettanto importante ed efficace nei diversi momenti della vita quotidiana è spiegare bene prima al bimbo in età prescolare cosa si farà.

“Lui non è ancora in grado di prefigurarsi da solo la fine di qualcosa, ogni cosa dura per sempre, quindi i paletti sono importanti e lo abituano ad ascoltare”, spiega Elena Urso.

Nel classico caso della giostra, per esempio, è utile annunciare che quando i gettoni saranno finiti, non farà altri giri. In questo modo, c'è stata chiarezza su quello che si farà e se il genitore riesce a dichiararlo in modo assertivo, il figlio percepisce che non spetta a lui decidere.

4. Raccontare gli episodi divertenti della propria giornata al bimbo è un buon modo per abituarlo a rispondere alle domande e all'ascolto

Alla fatidica domanda 'cosa hai fatto a scuola?', la maggior parte dei bambini, della materna e anche della scuola primaria, risponde con un lapidario 'bene!' o 'niente!' e sembra quasi non ascoltino.

Dal loro punto di vista, questa, invece, è una risposta esaustiva: “a 5-6 anni, il bimbo non sa ancora cosa significhi raccontare - spiegano le pedagogiste. Un buon modo per aiutarlo, abituandolo a parlare e ascoltare, è raccontare la propria giornata, magari romanzandola un po'”.

Tra l'altro, secondo le esperte, è opportuno chiedere cose più specifiche, tipo 'quale è la cosa più buffa successa oggi a scuola?', questo lo aiuta a costruire un racconto e ascoltare.

5. Offrire al bimbo la possibilità di scegliere e ascoltarlo lo fa sentire importante e lo abitua, a sua volta, ad ascoltare gli altri

Già verso i 3-4 anni, il genitore può proporre al bimbo di fare piccole scelte quotidiane, pur se con limiti precisi, tra 2 cose, per esempio: 'stasera preferisci pasta o riso?', 'vuoi i pantaloni rossi o blu?'.

“In questo modo il bimbo si sente ascoltato e importante perché il suo parere viene tenuto in considerazione”, dicono le pedagogiste Rossini e Urso. Tra l'altro, così l'adulto mostra che è importante ascoltare gli altri.

6. Quando il genitore ascolta il bambino, dovrebbe prestargli davvero attenzione

Quando il bambino vuole dire qualcosa al genitore, rispondergli che non si ha tempo di ascoltarlo non è corretto.

In questi casi, è opportuno invece spiegargli che in quel momento non è possibile, offrendo, però, una alternativa. Per esempio: 'finisco di mandare questa mail, e poi sono da te!'.

Da evitare, secondo le pedagogiste, anche l'ascolto distratto: in realtà, bastano 5 minuti di attenzione totale che mostrano interesse verso quello che il bimbo desidera comunicare.

7. Quando i genitori parlano, il bimbo deve imparare ad aspettare il suo turno per essere ascoltato

Per sua natura, il bambino è egocentrico e spetta ai genitori fermarlo per evitare che si trasformi in un piccolo tiranno. Se la coppia sta parlando, per esempio, e il bimbo non ha voglia di ascoltare perché vuole dire qualcosa, è importante non permettere che interrompa la conversazione.

Educare il figlio all'ascolto vuol dire anche insegnargli ad aspettare il suo 'turno': una volta finito di parlare, è opportuno ricordargli 'allora, cosa volevi dirci?'. Leggi anche: Educare i bambini all'ascolto e all'attenzione

8. In famiglia è importante dare il buon esempio al figlio e ascoltare gli altri

A tavola, quando tutta la famiglia è riunita, è importante mostrare al bimbo che anche gli adulti sanno ascoltare gli altri. Quindi, è fondamentale, per esempio, prestare attenzione al partner e non intervenire mentre parla, anticipando le sue parole.

Inutile lamentarsi che il bimbo non ascolta mai, secondo le pedagogiste, se in casa - sembrerebbe banale ma non lo è affatto - non si dà per primi il buon esempio.

9. Insegnare al bimbo ad ascoltare significa anche riconoscere e sostenere le sue emozioni

La più grande forma di ascolto da parte del genitore, che dà al bimbo un segnale forte e positivo, è sostenere le manifestazioni dei suoi sentimenti.

Se il bimbo, a 6-7 anni, per esempio, scoppia in un pianto improvviso, non è corretto sottoporlo a una sorta di interrogatorio. E tanto meno dirgli: 'se non mi dici perché piangi vuol dire che non hai motivo!'.

Secondo le pedagogiste, la mamma, anche se non ha capito, non dovrebbe mai fare domande dirette che mettono il bimbo a disagio, ma rassicurarlo ripetendo 'sono qui, ti capisco'.

10. Quando il bimbo racconta cose strampalate o risponde alle domande con ipotesi fantasiose, il genitore deve ascoltarlo con rispetto e prenderlo sul serio

Le spiegazioni e le storie dei bambini possono risultare stravaganti agli occhi di un adulto. In ogni caso, è molto importante ascoltarli, evitando di ridicolizzare il loro pensiero.

“Se un bimbo di 6 anni, per esempio, racconta in modo fantasioso perché il sole sorge ogni mattina, è bene rispondergli 'ah, per te è così? Io non ci avevo mai pensato!', questa è una grande forma di ascolto da parte dell'adulto che lo abitua, a sua volta, a prestare attenzione agli altri. In più, nutre l'autostima”, concludono le pedagogiste.

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Aggiornato il 19.02.2018

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