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Lettone, no, una regola con eccezioni. La parola agli esperti

di Antonella Galli - 16.05.2013 - Scrivici

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Lettone si o no? La parola a Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore all’Università Statale di Milano.

Lettone si o no? La parola a Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore all’Università Statale di Milano, 44 anni, papà di 4 figli di 9, 6, 3 e 1 anno. Per Franco Angeli è appena uscita la nuova edizione del suo libro Nella pancia del papà. Padre e figlio: una relazione emotiva

Come regola generale, direi che il lettone è il luogo del riposo di mamma e papà, non di mamma, papà e bambini. Per questi ultimi, il posto ideale dove fare la nanna è la culla o il lettino.

Come ogni regola, però, anche questa può avere qualche eccezione. Soprattutto nei primi mesi di vita di un neonato: se i ritmi delle poppate sono ancora un po’ confusi e i risvegli molto frequenti, infatti, il lettone può diventare un “salvavita” per una mamma che allatta. L’idea è quella di alleviare la sua stanchezza, di tutelare il suo benessere e, di conseguenza, quello del bimbo.

Conviene ricordare una cosa, però. Accogliere il bebè nel proprio letto significa abituarlo ad addormentarsi sempre e solo accanto a sé, ma in seguito bisognerà inevitabilmente insegnargli anche a dormire da solo. E questo è un passaggio che richiede tempo, pazienza, disponibilità e per il quale bisogna essere pronti. A volte, però, sono proprio mamma e papà i primi a non esserlo e nascondono i loro timori dietro la necessità di infondere sicurezza ai bambini...

Durante il sonno, un bimbo non ha alcun bisogno di lavorare su “modelli di sicurezza”. Il fatto che i genitori dormano accanto a lui, quindi, non fa molta differenza. A mio parere, invece, quello di cui un bambino ha davvero bisogno è un genitore sicuro, sereno, ben disposto, che sappia farlo addormentare e “accompagnarlo” nel sonno. È importante cullare il bebè, cantargli una ninna nanna, fargli sentire una musica rilassante; far sì che senta intorno a sé una dimensione di protezione nella quale potersi lasciar andare serenamente al momento del riposo, senza sentire l’ansia della separazione da mamma e papà.

Se il lettone non è il luogo ideale per la nanna, al contrario, però, può essere uno spazio molto bello dove lasciare spazio ai sentimenti e alle emozioni. Dove ricevere la buona notte, per esempio.

O, meglio ancora, dove concedersi, tutti insieme, coccole e tenerezze, giochi e racconti. Magari il sabato o la domenica mattina, quando i ritmi sono meno frenetici e il momento del risveglio può allungarsi all’infinito…

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