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Allergie ai pollini? Prevenire è meglio

di Simona Regina - 24.03.2017 - Scrivici

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Starnuti, lacrime, occhi rossi, naso che cola, tosse, difficoltà respiratorie. Questa è la stagione più dura dell’anno per chi è allergico ai pollini, perché cipressi, mimose, ulivi, parietarie, graminacee rilasciano i loro pollini in grande quantità. Che fare?  

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Starnuti, lacrime, occhi rossi, naso che cola, tosse, difficoltà respiratorie. Questa è la stagione più dura dell’anno per chi è allergico ai pollini, perché cipressi, mimose, ulivi, parietarie, graminacee rilasciano i loro pollini in grande quantità. Un problema sempre più diffuso, anche perché i periodi di fioritura si allungano a vista d'occhio.

Prevenire

«Con appositi test è possibile individuare quali allergeni causano i sintomi e consultando i calendari pollinici si possono ricavare previsioni di fioritura e indicazioni sulla concentrazione dei pollini. Così da poter pianificare con il pediatra una terapia antistaminica preventiva, che impedisca al polline respirato di infiammare le mucose. Cure che dovranno poi continuare per tutta la stagione di esposizione» spiega Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Curare

Gli antistaminici possono essere dati ai bambini sia per prevenire le reazioni allergiche sia al manifestarsi di attacchi di tosse, starnuti e altri sintomi di asma, rinite e congiuntivite, facili da riconoscere in base alle indicazioni del pediatra. Sono disponibili in compresse, sciroppi, e in forma di spray nasali e colliri da applicare localmente. «Da un paio di anni, la terapia è resa più agile da un nuovo antistaminico di seconda generazione a lunga durata d'azione, la rupatadina: basta assumerne una compressa al giorno».

Effetti collaterali

«I nuovi antistaminici sono più efficaci e gli effetti collaterali, in termini di secchezza delle fauci, sonnolenza e aumento dell’appetito, sono decisamente ridotti. In ogni caso, se il bambino manifesta una scarsa tollerabilità può cambiare antistaminico» precisa l’allergologo. «Inoltre, dato che alcuni antistaminici possono causare alterazioni del ritmo e della frequenza cardiaca, per i bambini cardiopatici è consigliabile l'uso dei cromoni: altri farmaci antiallergici, in forma di spray o aerosol, da somministrare tre-quattro volte al giorno».

I vaccini. Ecco perché farli


La vera arma per vincere la guerra contro le allergie è l’immunoterapia specifica: in altre parole, i vaccini che educano il sistema immunitario a tollerare meglio i pollini. «Un ciclo vaccinale dura tre anni» afferma Fiocchi. «L’ideale è iniziarlo prima della stagione dei pollini, ma chi non l’avesse già fatto può farlo adesso traendone subito qualche beneficio».

I vaccini antiallergici sono disponibili per somministrazione orale o sottocutanea: tendenzialmente si preferiscono quelli sublinguali, perché indolori e da gestire a casa. Si tratta infatti di gocce da assumere quotidianamente, o di compresse, nel caso dei vaccini con estratti allergenici di graminacee. Le iniezioni, invece, vanno fatte dal medico. Una a settimana nel primo mese, poi si diradano: una ogni quindici giorni nei tre mesi successivi per proseguire con una al mese.

«Da tenere a mente – conclude l’esperto – che nelle ore immediatamente successive alla puntura è sconsigliato fare sport».

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Aggiornato il 19.03.2018

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