Con l’arrivo della stagione fredda si ricomincia con il classico tran tran di raffreddori e altre infezioni respiratorie. Pare non si faccia in tempo a finire con una malattia che ne comincia subito un’altra, almeno fino a primavera. È un fenomeno normale nei bambini, soprattutto prima dei sei anni: i medici parlano di infezioni respiratorie ricorrenti (la sigla è IRR), che comprendono raffreddori, tonsilliti, otiti, faringiti, bronchiti e broncopolmoniti. E volte arriva anche la febbre.
"La prima cosa da fare è non allarmarsi troppo" consiglia la pediatra Marzia Duse, presidentessa della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica. “Nella grande maggioranza dei casi, queste infezioni ricorrenti sono fisiologiche, nel senso che sono legate a un normale processo di maturazione del sistema immunitario”.
L'esperienza dimostra che più i bambini sono piccoli, più è facile che si ammalino. "Questo accade perché sono ancora ‘vergini’ da un punto di vista immunologico, vale a dire non conoscono ancora i vari agenti infettivi e appena ne vengono a contatto restano contagiati” spiega Maurizio de Martino, pediatra immunologo, direttore dell Clinica pediatria 1 dell'Ospedale pediatrico di Meyer di Firenze.
Ecco perché il fenomeno comincia ad attenuarsi a partire dai 4-6 anni, mano a mano che il sistema immunitario matura e comincia a formarsi un suo ‘bagaglio di esperienze’.
Nella grande maggioranza dei casi le infezioni respiratorie ricorrenti sono provocate da virus, come rinovirus, adenovirus, coronavirus, virus influenzali e parainfluenzali, virus respiratorio sinciziale. Tutto sommato questa è una fortuna, perché le forme virali tendono a risolversi più facilmente.
A volte, però, i responsabili sono batteri.
Alcune malattie come le rinofaringiti (raffreddore e mal di gola) sono poco più che un fastidio. Altre, come bronchiti e polmoniti, giustamente allarmano di più.
Se è vero che le infezioni ricorrenti sono un fenomeno fisiologico, è altrettanto vero che ci sono bambini particolarmente colpiti da queste malattie. Questo può accadere per vari fattori, tra i quali:
Anche se in genere non si tratta di condizioni preoccupanti, è indubbio che un bambino sempre ammalato può essere di difficile gestione per la famiglia, spesso intrappolata in ritmi di vita frenetici. Per fortuna, qualche strategia di prevenzione utile c'è. Vediamo di che si tratta.
1. Occhio a sonno e alimentazione. Il bambino deve dormire almeno 10-12 ore tra 3 e 5 anni, anche di più se è più piccolo, e deve mangiare bene: due accorgimenti che lo rinforzano in generale. Una sana alimentazione, ricca di frutta e verdura, garantisce un buon apporto di vitamina C, importante per la prevenzione delle infezioni.
2. Nei primi mesi, se possibile, allattare al seno. Una sana alimentazione con effetto preventivo comincia dalla nascita: è dimostrato che l’allattamento al seno esclusivo per almeno sei mesi riduce il rischio di infezioni ricorrenti nei bambini.
3. Mani pulite: abituare il bambino a lavarsi bene le mani più volte al giorno e soprattutto prima di mangiare.
4. Meno inquinamento, niente fumo. Certo, non ci si può trasferire per forza in campagna, ma almeno bisogna evitare di fumare in presenza del bambino o di farlo soggiornare dove si fuma, di usare il caminetto in casa o di uscire a passeggio nelle ore di maggior traffico.
5. Ritardare se possibile l’ingresso al nido, o scegliere micronidi o nidi in famiglia, frequentati da un minor numero di bambini. È vero che se la mamma deve tornare al lavoro è una soluzione difficile da adottare, ma è pur vero che un bambino che si ammala spesso è costretto a restare tanti giorni a casa, con tutte le difficoltà organizzative – ed economiche - che ne conseguono.
“Se i bambini si ammalano spesso vale davvero la pena di provare a tenerli a casa un po’ più a lungo” afferma Duse. Il che non significa abbandonare per sempre l’idea del nido, ma procedere per gradi.
6. Non forzare i tempi della convalescenza. Meglio rimandarlo al nido o all'asilo quando è completamente guarito, altrimenti si rischia di incentivare le ricadute. “Se non si è completamente ristabilito, finisce con l’ammalarsi di nuovo perché il sistema immunitario è ancora indebolito” sottolinea Duse. Il risultato sono quei cicli ben noti a tanti genitori: due giorni a scuola, due settimane a casa e così via...
7. Evitare un uso intensivo del ciuccio. Anche se il meccanismo non è ancora del tutto chiarito, si è visto che un uso continuativo del ciuccio può favorire l’insorgenza di otiti. Non è necessario eliminarlo, ma si può provare a ridurne l'uso.
1. Lavaggi nasali Secondo molti esperti, i lavaggi nasali possono rappresentare un efficace rimedio contro i fastidi del raffreddore perché aiutano a liberare il naso dal muco. Quindi, se il bambino è in difficoltà e li tollera bene, vale sicuramente la pena fare un tentativo: si possono effettuare utilizzando soluzione fisiologica, acque termali oppure acqua di mare sterilizzata, naturalmente con delicatezza.
2. Aerosol con fisiologica. Oltre ai lavaggi nasali, si può fare l’aerosol, dal momento che il vapore aiuta a sciogliere le secrezioni. L’importante è adoperare solo soluzione fisiologica e non aggiungere farmaci, come fluidificanti o cortisonici, che non hanno alcuna documentata efficacia.
3. Umidificare gli ambienti. L’aria secca e calda di certi ambienti chiusi può asciugare le mucose e favorire la formazione di croste, che tappano ancor di più il naso. È bene regolare allora il termostato dei caloriferi a temperature più ragionevoli; inoltre, se l'ambiente è veramente secco potrebbe essere utile adoperare umidificatori per ambienti, almeno nella stanza dove dorme il bambino.
4. Sollevare il materasso. Nei giorni in cui il bambino è raffreddato, si può collocare un cuscino sotto il materasso del suo lettino: dormire con la testa leggermente rialzata fa defluire meglio le secrezioni.
5. Offrirgli spesso da bere. L’assunzione di liquidi è molto utile per rendere fluido il muco e liberare il naso: se il bambino è allattato, conviene offrirgli il seno più spesso, se è già svezzato, dargli da bere acqua o bevande tiepide.