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4 trucchi per aiutare il bambino a dormire bene

di Concetta Desando - 11.11.2013 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Paura di addormentarsi, incubi, paura del buio, grida nel sonno: sono i disturbi più frequenti del riposo dei piccoli. Lo psichiatra infantile francese Stéphane Clerget spiega i sintomi, le cause e i trucchi per rimediare

Il bambino ha paura di addormentarsi, fa brutti sogni, ha paura del buio, grida nel sonno? Secondo lo psichiatra infantile francese Stéphane Clerget, specialista del sonno dei bambini, non sono problemi da sottovalutare perché possono portare a problemi di salute e scolastici. Ma a tutto c'è comunque un rimedio.

“Per cominciare, però, bisogna capirsi – spiega lo psichiatra infantile alla rivista Santé Magazine –. Il bambino può benissimo dormire una notte e non quella successiva: un litigio, il raffreddore e per i più grandicelli un brutto voto, sono tutte cause che impediscono di addormentarsi in un battito di ciglia. Gli specialisti parlano di disturbi del sonno quando le notti in bianco durano più di un mese. E allora, solo allora, sono da prendere sul serio come indicatore di un problema”. Se invece i disturbi sono occasionali o passeggeri, Clerget indica i sintomi, le cause e i trucchi per rimediare.

Ha paura di addormentarsi

Spesso, dice lo specialista, i bambini non vogliono andare a letto, e soprattutto hanno timore di addormentarsi, per paura di restare soli. E nemmeno i “riti della buona notte” (come la fiaba, il bacio e via dicendo) riescono a calmarli: i piccoli restano inquieti.

La soluzione, per Clerget, è quella “di proporgli sotto forma di gioco un esercizio di rilassamento, come il ‘gioco del fantino’, che lo aiuti a calmarsi grazie a movimenti di bilanciatura”.

Il gioco consiste nel far sedere il bambino sul bordo del letto con le gambe sporgenti, e fargli fare con il busto lenti movimenti avanti e indietro (come se stesse cavalcando un cavallo a dondolo) per qualche minuto in religioso silenzio. Subito dopo, sdraiandosi, sarà più facile farlo addormentare.

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Ha gli incubi

“I brutti sogni – spiega lo psichiatra – sono espressione della sua vita interiore, e vengono ispirati da ciò che il bambino ha vissuto durante una giornata, magari anche una sgridata.

L’incubo appare quando il meccanismo del sogno è insufficiente a neutralizzare la tensione accumulata”.

Che fare, quindi? Il modo migliore è quello di consolare e rassicurare il piccolo, spiegandogli che ciò che ha visto nell’incubo non è realtà ma sogno, e che tutti, anche i genitori, a volte fanno un brutto sogno. Il giorno successivo, poi, è buona cosa invitare il bambino a parlarne: raccontare il sogno aiuta ad esorcizzare la paura.

Però Clerget mette anche in guardia: “Se gli incubi sono molto frequenti, potrebbe essere il segno che il piccolo vive una grande angoscia. In questo caso è bene rivolgersi al pediatra, che potrà indicarvi la possibilità di ricorrere a uno psichiatra infantile”.

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Ha paura del buio

Tra i due e i cinque anni sono molto pochi i bambini che non hanno paura del buio, che è dunque assolutamente normale: “La notte rende vulnerabili – spiega l’esperto – e per il bambino assume l’aspetto di una trappola: non vede più nulla e non ha più controllo su ciò che lo circonda”.

In questo caso bisogna rassicurare il bambino: non è un capriccio, ha veramente un terrore ancestrale. Per aiutarlo, lasciate accesa una lampadina, verificando però che non proietti ombre inquietanti sui muri della camera. Secondo il medico non bisogna preoccuparsi: non si abituerà a dormire con la luce accesa, perché questo bisogno si perderà crescendo.

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Grida nel sonno

Se in piena notte il bambino inizia a gridare e si dibatte quando lo toccate, continuando però a dormire profondamente, si tratta di un attacco di pavor nocturnus, terrore notturno, che colpisce generalmente i bambini in età prescolare (ma può continuare fino agli 11-12 anni) durante la fase di sonno lento-profondo. La cosa migliore da fare è quella di non toccarlo, ma di parlargli dolcemente e a bassa voce per aiutarlo a tornare, lentamente, a dormire.

 

“Sulle cause – sottolinea Clerget – si sa ancora poco ma, a quanto pare, il disturbo colpisce in particolare bambini stressati o che al momento di andare a letto sono sovraeccitati. Per evitare gli attacchi, quindi, bisogna togliere le cause: la sera niente videogiochi e niente discussioni animate. E magari, per cena, un pasto leggero a base di amidacei (aiutano a produrre serotonina che ha proprietà sedative) e latticini (che contengono triptofano, precursore della serotonina)”.

 

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