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Le 8 chiavi per garantire a tuo figlio una crescita spensierata e gioiosa

di Roberta Cavallo - 04.04.2018 - Scrivici

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Fonte: Di ESB Professional / shutterstock
Non si danno sberle ai bambini; diamo amore puro e incondizionato, senza sostituirlo con oggetti; il tuo bimbo ha bisogno di coccole e di essere preso in braccio. Queste sono alcune delle chiavi per garantire al proprio bambino una crescita spensierata e gioiosa. 

Ci sono 8 chiavi che hanno il potere di migliorare da subito la relazione con tuo figlio.

Alcuni di questi 8 principi ti aiuteranno a comprendere le motivazioni che lo spingono a comportarsi in un certo modo, altri migliorano la complicità nella vostra relazione, altri ancora sono utili per “entrare” nella sua testa e per sapere di cosa ha bisogno in ogni fase di crescita.

Applicandoli potrai evitare le difficoltà più comuni oggi diffuse (e considerate inevitabili) che hanno contribuito, purtroppo, ad etichettare il ruolo del genitore come “il mestiere più difficile”.

1. I BAMBINI NON SI PICCHIANO NÉ TANTOMENO SI PUNISCONO

1. I BAMBINI NON SI PICCHIANO NÉ TANTOMENO SI PUNISCONO

Gli individui per i quali abbondano coccole e amore durante l’infanzia sono adulti più pacifici, meglio disposti, comprensivi, più felici e meno inclini all’utilizzo di maschere e atteggiamenti manipolatori e difensivi.

A volte si tende a sostituire alla sberla, per esempio, il castigo. Non cambia nulla. Invece di una sberla, pensare di poter privare il bambino di un piacere, ridurlo, ritardarlo, pensando di essere nel giusto e pensando che “così impara” è un grave errore da parte del genitore. I bambini vogliono amarci ed essere amati e farebbero di tutto per noi. Se a volte fanno cose che per noi sono inaccettabili, maleducate, fuori luogo o che noi non comprendiamo, non è certo responsabilità loro. È sufficiente mostrargli come si fa, o ancora meglio comprendere la motivazione per cui lo hanno fatto e accoglierli, abbassandoci sempre al livello dei loro occhi.

Il comportamento ESTERNO del bambino è sempre la conseguenza di una situazione emotiva INTERIORE e continuerà a farlo indipendentemente dal castigo o dagli schiaffi, semplicemente aggiungendoci frustrazione. Il castigo o lo schiaffo non sciolgono la causa interiore, né limitano le intenzioni del bambino, anzi, lo costringono magari a farlo di nascosto o a sentirsi in colpa.

Immagina: da un mese sei nel nuovo reparto e vuoi fare di tutto per tenerti il posto e l’aumento di stipendio appena ottenuto. Senza farlo apposta sbagli un documento, perdi un cliente per una telefonata fatta male, o rovesci un carico di materiale e il tuo responsabile ti fa una sonora strigliata, ti minaccia di farti perdere il posto, ti urla che non è così che si fa davanti a tutti, ti dice che per una settimana non andrai in pausa pranzo e farai lavoro straordinario non retribuito.

Non ti senti un po’ umiliato, non compreso? Insomma, non l’hai mica fatto apposta, tutti possono sbagliare! Perché per tuo figlio dovrebbe essere diverso? Questi sono i guai della doppia morale, quando quello che vale per me non vale per gli altri…

2. IL BAMBINO IMPARA PER IMITAZIONE NEI PRIMI SEI-SETTE ANNI

2. IL BAMBINO IMPARA PER IMITAZIONE NEI PRIMI SEI-SETTE ANNI

Favorisci la creazione di un ambiente in cui questo possa avvenire senza alcuna difficoltà e in cui l’esempio da seguire sia fertile.

Tutto quello che fai, tuo figlio lo IMITA: solo in questo modo “impara le regole e le buone maniere”.

Ti suggerisco di osservarti e di agire come vorresti vedere agire tuo figlio da adulto. Ti piacerebbe vederlo sbuffare, strillare, arrabbiarsi, rimproverare, mangiare schifezze, fumare, diventare seguace di programmi demenziali, essere triste, insoddisfatto, al fianco di un partner che non ama, povero in denaro e in spirito?

Se la risposta è no, inizia partendo da te.

3. IL BAMBINO, DOPO I PRIMI SEI-SETTE ANNI, INIZIA A COSTRUIRSI UNA PROPRIA IDEA DI REALTÀ

3. IL BAMBINO, DOPO I PRIMI SEI-SETTE ANNI, INIZIA A COSTRUIRSI UNA PROPRIA IDEA DI REALTÀ

Una propria idea di ciò che sia giusto oppure sbagliato, dando un nuovo ruolo alla figura dell’adulto che da elemento da imitare in maniera istintiva diventa un elemento diverso da me (il bambino) inserito nell’ambiente, che si deve “meritare” la mia fiducia e che può o non può diventare il mio leader, il maestro di cui mi fido nel grande gioco della vita: rendiamoci meritevoli di questo ruolo.

Se ci stima (perché durante i suoi primi anni abbiamo fatto quello che naturalmente lui si aspettava da noi), continuerà a imitarci iniziando anche ad ascoltarci, a considerare che “se mamma e papà dicono che quello è bene o quello è male, sarà vero e io mi fido di loro”: il tuo ruolo diventa solido e non ci sono influenze esterne che possano reggere il gioco (questo lo affermo spesso quando a volte i genitori mi dicono: “lo impara a scuola”, “vede gli altri che lo fanno”, “vede gli altri che lo mangiano”, “vede gli altri che ce l’hanno”, ecc.).

I bambini nascono desiderosi di crescere, spinti dall’evoluzione naturale, non dal sapere, non perché lo hanno letto, non perché qualcuno glielo ha insegnato. I bambini crescono con il desiderio interiore di esprimersi e migliorarsi, nel senso di evolversi: non soffochiamoli, non limitiamoli, impariamo da loro.

4. DIAMO L’AMORE PURO, SENZA SOSTITUIRLO CON CIBO E OGGETTI MATERIALI

4. DIAMO L’AMORE PURO, SENZA SOSTITUIRLO CON CIBO E OGGETTI MATERIALI

Accade con il cibo e anche con i giocattoli.

Si assiste a estenuanti lotte di potere per comprare/non comprare il giochino, di qualsiasi natura esso sia, e vedere alla fine il bimbo con il gioco in mano e la mamma con le occhiaie e i capelli dritti.

Tutto quello che il bambino vuole è AMORE. Se sente di non ottenerne abbastanza, inizia a volerlo compensare con cibo e oggetti materiali.

DÀI AMORE INCONDIZIONATO, abbondante e senza fretta, nella presenza e nell’ascolto. Solo così i nostri cuccioli saranno davvero APPAGATI.

5. SCEGLIAMO PER I BAMBINI GIOCHI UTILI PER LA LORO CRESCITA

5. SCEGLIAMO PER I BAMBINI GIOCHI UTILI PER LA LORO CRESCITA

A tutte le età è bene indirizzare gli acquisti verso giocattoli in materiale naturale, il meno elaborati possibile, in modo da stimolare la creatività e la fantasia. Il gioco serve per stimolare la curiosità e l’inventiva, non per riempire dei vuoti e fare compagnia. Per esempio sono ideali tutte le soluzioni che derivano dalla concezione steineriana dell’attività ludica e dell’attività fisica.

6. IL TUO BAMBINO HA IL FISIOLOGICO BISOGNO DI ESSERE PRESO IN BRACCIO

6. IL TUO BAMBINO HA IL FISIOLOGICO BISOGNO DI ESSERE PRESO IN BRACCIO

È una questione di cultura, è una questione di amore, è una questione di voler essere genitori ideali e di fare tutto per bene.

È anche una questione di sopravvivenza: tuo figlio quando lo desidera, quando si sente minacciato da un pericolo, quando ha paura di qualcosa, quando ne ha bisogno, vuole il tuo abbraccio, il tuo contatto. Perché negarglielo?

È anche una questione di istinto: perché non prendere in braccio e tenere con te tuo figlio ogni volta che lo desideri, ogni volta che qualcosa te lo dice, ogni volta che la sola idea di lasciarlo da solo ti mette in ansia o ti rattrista? Perché negartelo?

Il contatto costante e continuo con tuo figlio eviterà difficoltà che sono frequenti, come per esempio i pianti continui di giorno dopo che il bambino è stato cambiato, ha mangiato, ha dormito (e inspiegabili per molte mamme).

Inoltre tutti i bambini che hanno fatto il pieno di coccole nei primi anni sono più felici e non avranno dopo i primi sette anni la “sindrome” da bisogno continuo di attenzione.

7. REGALA A TUO FIGLIO LA POSSIBILITÀ DI DORMIRE CON TE LA NOTTE

7. REGALA A TUO FIGLIO LA POSSIBILITÀ DI DORMIRE CON TE LA NOTTE

Questo ha previsto la natura per lui.

Non conosciamo nessuna specie di mammiferi che fa dormire i propri cuccioli lontani nella fase in cui non sono ancora autonomi. In più, per noi umani, non c’è solo una questione di autonomia fisica, ma anche e soprattutto una questione vitale di autonomia affettiva.

Se assecondi tuo figlio in questo bisogno fisiologico sarà lui che, spontaneamente, dopo qualche anno ti chiederà di dormire nella sua cameretta. Con una buona maturità come individui, un buon feeling familiare e di coppia non si creano ostacoli al sonno di mamma e papà, e al loro bisogno di stare insieme da soli (se c’è amore e complicità si trova sempre uno spazio!).

Nelle popolazioni non condizionate come noi occidentali è normale che i bambini dormano con mamma e papà.

Seguendo questo fisiologico bisogno del bambino eviterai tutti i pianti notturni, eviterai di alzarti ogni tre ore per allattarlo o dondolarlo nel cuore della notte perché non dorme, lui sarà sereno, dormirà sentendo il tuo contatto e il tuo calore.

Lo so che molti “esperti” (che ahimè hanno deciso di testa loro cosa imporre ai bambini senza osservare i loro bisogni interiori e fisiologici per ogni fascia di età e senza curarsi troppo delle ferite che provocano le imposizioni esterne) consigliano di mettere il bambino nel lettino in un’altra stanza e facendolo piangere, finché non diventa cianotico e si rassegna al fatto che i suoi bisogni paiono non essere vitali e importanti, mentre la mamma soffre come una dannata (magari con le lacrime agli occhi) nel vedere e sentire il proprio cucciolo urlare come se lo stessero squartando.

Ma perché non assecondare il bisogno fisiologico di tuo figlio che vuole sentire il tuo calore e stare con te? Perché dopo 9 mesi di gravidanza in cui eravate una cosa sola dopo la nascita pretendiamo di lasciarlo da solo in un’altra stanza?

E poi, leggi bene, se la tecnica tanto millantata da molti operatori del bacio e allontanamento, cioè di baciare tuo figlio e poi mollarlo nella cameretta finché non smette di piangere, fosse così efficace e giusta, perché allora il bambino piange? Il pianto non è forse una richiesta di aiuto e un campanello di allarme che tuo figlio non sta bene? Tu quando piangi non provi forse un grande dolore? Delle esigenze interiori forti? Quando eri piccolo piangevi per fare dispetto a mamma e papà o ti sentivi forse incompreso interiormente?

Rifletti bene su queste domande prima di valutare o abbracciare a occhi chiusi tecniche spacciata come la soluzione ottimale. Il vero metro di valutazione è la FELICITÀ DEL BAMBINO, e un bambino che piange non è mai felice!

Questa è la visione che segue i bisogni affettivi: osservare il bambino perché è lui il libretto delle istruzioni per la sua crescita felice e serena e per quella dei genitori.

8. OSSERVA E ASCOLTA

8. OSSERVA E ASCOLTA

Niente è così importante quanto osservare per comprendere le motivazioni e ascoltare per permettere a tuo figlio di esprimersi in ciò che sente. La distanza, che crea incomprensioni, difficoltà a riconoscersi e ad accettarsi vicendevolmente, deriva proprio da un mancato ascolto delle motivazioni che spingono il bambino a un determinato comportamento e al mancato ascolto e accettazione dei suoi disagi interiori.

Guardare tuo figlio permette di sentirsi amato, accolto. Quindi:

  • guardalo negli occhi quando ti rivolgi a lui.
  • abbassati alla sua altezza ogni volta che ti è possibile quando vuoi comunicargli qualcosa.
  • Chiedigli spesso come si sente: si sentirà ascoltato e imparerà a sua volta a osservare i suoi sentimenti e le sue emozioni.
  • Quando rientra da scuola o dalla scuola materna, per esempio, evita di chiedergli “Come è andata?” (lui si proietta nel fare e nella performance) e chiedigli piuttosto “Come ti senti? Come sei stato stamattina a scuola?” (si sente messo al primo posto e sente che per mamma e papà è importante innanzitutto lui come individuo e non per quello che fa).

Sull'autrice Roberta Cavallo

Roberta Cavallo
Roberta Cavallo è la Consulente Genitoriale nel Programma TV “4 Mamme”, in onda su FoxLife (Sky). Con i suoi 5 libri best seller è l’autrice più letta e seguita in Italia dai genitori negli ultimi anni, conquistando oltre 100.000 famiglie italiane e diverse classifiche di vendita, come quelle di Amazon e Ibs e registrando il tutto esaurito nei suoi tour in giro per l’Italia.
Aiuta i genitori a osservare e a decifrare il comportamento, "gli indizi" dei figli per risolvere le incomprensioni e le difficoltà di educazione in ogni fascia di età.

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Aggiornato il 09.07.2018

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