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Vento e bambini: perché si può uscire senza paura (a parte qualche eccezione)

di Valentina Murelli - 13.04.2018 - Scrivici

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Fonte: Brian Scantlebury / Alamy / IPA
Al vento si danno molte colpe rispetto alla salute dei bambini, ma quali accuse sono vere e quali leggende metropolitane? Quando bebè e bambini possono uscire senza paura e quando invece è meglio osservare qualche cautela in più?

In questo articolo

Vento e salute dei bambini, che effetto c'è? All'arrivo delle prime giornate ventose di primavera molti genitori se lo chiedono.

Alcuni, per esempio, sono convinti che il vento faccia proprio male, e possa provocare malattie - raffreddore, otite, bronchite in primis - mal di testa o un generale senso di fastidio. Ma cosa c'è di vero? Abbiamo cercato di fare chiarezza, con l'aiuto di diversi pediatri e di alcuni studi scientifici.

No, il vento non fa ammalare


In generale il vento, per quanto fastidioso, merita assoluzione piena dall'accusa di provocare malattie. "Raffreddore, otite, bronchite, congiuntivite: sono tutte malattie infettive causate da virus e batteri. Il contagio avviene in genere attraverso le particelle emesse con la saliva - parlando, starnutendo o tossendo - da chi è già malato" afferma Franco Dessì, pediatra di famiglia a Narbolia, in provincia di Oristano, referente dell'Associazione culturale pediatri per la Sardegna, una regione dove il vento non scherza.

Il rischio di ammalarsi, dunque, è molto più elevato per chi sta in un ambiente chiuso e affollato, dove è più facile entrare in contatto con microbi patogeni eventualmente emessi da altre persone. È vero: come afferma qualche mamma preoccupata, il vento può trasportare i germi, ma in realtà in un ambiente aperto e ventoso il rischio di entrare in contatto con questi virus e batteri è più basso. "Sia perché sono in partenza meno concentrati - spiega Dessì - sia perché il vento tende ulteriormente a disperderli".

Dessì comunque non si fa illusioni: "Ci saranno sempre genitori convinti che sia il vento a far ammalare i loro bambini, e pronti a giurare che ogni volta che escono quando tira vento tornano a casa con qualche infezione. La verità è che per malattie così frequenti come le infezioni respiratorie dei bambini le cause potrebbero essere molte altre, ma si finisce col prendersela con il vento perché si è abituati a pensare che faccia male".

Per quanto riguarda l'otite - quante volte abbiamo sentito dire "c'è il vento, copriti le orecchie altrimenti ti ammali" - abbiamo chiesto un parere a Paola Marchisio, responsabile del reparto di Pediatra ad alta intensità di cura del Policlinico di Milano da più di trent'anni esperta di questo argomento e tra i coordinatori delle Linee guida italiane sull'otite media acuta della Società italiana di pediatra.

Il suo giudizio è netto: "Il vento non c'entra proprio nulla, e lo confermano vari studi fatti sull'argomento. Nessuno ha mai evidenziato che esista un rapporto tra vento e insorgenza di questa infezione".

Uno degli ultimi studi in merito è stato pubblicato nel 2017 sull'"International Journal of Biometeorology" da un gruppo di studiosi del Centro di bioclimatologia medica dell'Università di Milano. I ricercatori hanno analizzato la frequenza di accessi per otite nei pronto soccorso della provincia di Cuneo rispetto ad alcune variabili meteorologiche (temperatura, ventosità, umidità, pressione) e alla concentrazione in atmosfera di diverse sostanze inquinanti. Risultato: come già noto, le uniche correlazioni trovate riguardano la bassa temperatura (in effetti l'otite è più diffusa nei mesi invernali) e le concentrazioni di biossido di azoto, un gas inquinante che si forma in seguito a combustione. Insomma, il rischio aumenta in inverno e nelle zone inquinate, mentre il vento di colpe non ne ha.

"Più che del vento bisognerebbe preoccuparsi seriamente del fumo di sigaretta, che è un fattore di rischio per l'otite ben riconosciuto e importante, ma ancora troppo spesso trascurato" avverte con enfasi Marchisio. Riferendosi non solo al fumo di prima o di seconda mano, ma anche a quello di terza mano: si tratta dei residui di combustione della sigaretta che si depositano ovunque intorno al fumatore (sui vestiti, sulle superfici ecc.) e che per i bambini sono pericolosi quanto l'esposizione al fumo passivo.

Attenzione alle allergie


Uno dei pochi casi nei quali il vento può avere un effetto negativo diretto sulla salute dei bambini è se questi soffrono di allergie ai pollini. "Chiaramente, in una giornata ventosa i pollini tendono a circolare di più ed è più facile inalarli" sottolinea Dessì. "Ecco perché durante la stagione dei pollini e nelle zone che ne sono ricche, i bambini allergici farebbero meglio a evitare di uscire in giornate particolarmente ventose".

Vento e inquinamento, un rapporto complesso


Più problematico, invece, il rapporto tra vento e inquinamento. Anche in questo caso, il vento trasporta le particelle inquinanti, ma questo può avere un duplice effetto. "Da una parte le allontana, pulendo l'aria e rendendola più respirabile" spiega Laura Reali, pediatra di famiglia a Roma, membro dell'Associazione culturale pediatri e coautrice del libro Inquinamento e salute del bambino (Pensiero scientifico, Roma 2017). Dall'altra, però, se soffia in particolari direzioni da ambienti particolarmente inquinati può anche avvicinarle".

La pediatra fa l'esempio del quartiere Tamburi di Taranto, proprio a ridosso dell'Ilva. "Quando soffiano venti intensi, il movimento dell'aria solleva le polveri del parco minerale dell'acciaieria, portandole a disperdersi in città. In questi casi - spesso segnalati anche da ordinanze comunali per la chiusura di asili e scuole del quartiere - meglio restare a casa".

Ma attenzione: Reali sottolinea che queste misure estreme valgono per situazioni estreme di inquinamento. "Se pensiamo invece alle nostre grandi città pur pesantemente inquinate, il problema di fondo è l'inquinamento in sé, non il fatto che ci sia vento o meno". Come a dire: l'aria resta cattiva, che si muova o meno. E secondo Reali, in queste circostanze è comunque meglio uscire che restare tappati in casa, dove i livelli di inquinamento possono essere anche più alti.

Fa male ai neonati?


E se parliamo di bambini molto piccoli? Se il bebè è appena nato o ha solo pochi mesi possiamo portarlo fuori comunque, quando tira vento? "In generale, se parliamo di situazioni 'normali', di controindicazioni non ce ne sono" rassicura Laura Reali. "Si può tranquillamente uscire, anche perché le passeggiate all'aperto fanno un gran bene a mamma e piccolino".

"Certo, se soffia un vento a 200 km all'ora meglio per quel giorno rimanere in casa, e lo stesso vale in condizioni molto particolari di inquinamento, come abbiamo visto in generale".

La polvere sollevata dal vento però non è il massimo per gli occhi del bebè e per la sua pelle delicata. "Per evitare problemi basta ripararlo in modo adeguato, e un neonato in carrozzina o nella fascia in genere non ha problemi" afferma Dessì. Che raccomanda piuttosto di tenere sotto controllo che il bimbo non prenda troppo freddo. "I piccolini sotto il mese d'età non termoregolano ancora da soli, quindi se escono in un ambiente freddo o fresco devono essere tenuti ben coperti".

Vento e mal di testa


È una delle preoccupazioni delle mamme, che tendono a non far uscire i bambini quando c'è vento, nella convinzione che possa far venire il mal di testa. "Certo può succedere, ma solo se parliamo di bambini che già soffrono di emicrania" spiega Massimiliano Valeriani, responsabile del Centro Cefalee dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

"Di per sé, il vento non è causa di mal di testa, ma può essere uno dei tanti possibili fattori scatenanti in bambini emicranici" precisa l'esperto. Ricordiamo che l'emicrania è una malattia con un'importante componente genetica, sulla quale possono agire fattori scatenanti di vario tipo, dallo stress alle irregolarità nel ritmo sonno-veglia, dalle condizioni meteo (tra le quali, appunto, il vento) agli alimenti.

In questo caso, se è possibile è meglio evitare di esporre il bambino al vento. Non sempre però si può farlo, per esempio se si abita in una zona particolarmente ventosa. "In questi casi si cerca di intervenire con i farmaci, non solo per la terapia ma anche per la prevenzione. Di sicuro, invece, non c'è ragione di tenere il bambino in casa, nella preoccupazione che gli possa venire il mal di testa, se non si tratta di un soggetto emicranico" conclude l'esperto.

Il vento rende nervosi?


E' esperienza comune che il vento possa dare fastidio e rendere inquieti, nervosi e irritabili. Detto ciò, molto dipende dal tipo di vento, dall'intensità e frequenza con cui soffia: un conto è una brezza si limita a scompigliarci un po' i capelli mentre camminiamo su un molo, al tramonto, mano nella mano al nostro partner, un altro conto è un vento forte che soffia in continuazione per giorni, senza lasciare tregua. O, ancora, una raffica a 200 chilometri orari, capace di far volare le tegole per strada (in questo caso è ovvio che è meglio non uscire!). Senza contare che c'è anche una sensibilità individuale al fenomeno: c'è chi non lo sopporta proprio, chi lo tollera senza particolari problemi e qualcuno magari lo apprezza anche un po'.

Insomma, non c'è una regola precisa: "Molte persone sono sicuramente infastidite dal vento, ma credo che questo valga soprattutto per gli adulti" afferma il pediatra Dessì. I bambini spesso sono così assorti nei loro giochi e nelle loro attività da non prestare più di tanto attenzione alle condizioni atmosferiche. E addirittura per loro il vento potrebbe trasformarsi in un'occasione di gioco in più. "Certo, se i familiari sono particolarmente infastiditi dalla sua presenza, a lungo andare potrebbero trasmettere questa avversione anche ai bambini" conclude il pediatra.

Vento e vacanze


Sicilia, Sardegna, magari una bella isola greca: in vista dell'estate in molte famiglie comincia a farsi sentire la voglia di mare, ma se in programma c'è un viaggio su un'isola, un po' di vento è da mettere in conto, che sia il maestrale sardo o il meltemi greco. Come fare, allora, con i bambini? Può essere un problema per loro il fatto che l'isola sia ventosa?

Come abbiamo detto, il vento di per sé non provoca problemi di salute ai bambini. Certo, può darsi che qualcuno ne venga infastidito, ma dipende molto da bambino a bambino. "Il mio consiglio è di fare caso alle richieste del bambino e alle sue preferenze" afferma Laura Reali. Se è un piccolo esploratore che ama stare all'aperto con qualunque condizione atmosferica probabilmente non avrà problemi. Se invece si infastidisce per nulla meglio pensare a una metà più tranquilla dal punto di vista del tempo.

Si tratta anche di non condizionarli: se si passa la vacanza scontenti perché c'è il vento e preoccupati che possa fare male, a lungo andare anche i bambini ne saranno infastiditi. Viceversa, se il vento è un'occasione per giocare e divertirsi insieme, magari a rincorrere un aquilone sulla spiaggia, per i piccoli sarà solo una grande gioia.

E come sempre serve un po' di buon senso: "Intanto - sottolinea la pediatra - se il bambino è molto piccolo eviterei isole poco attrezzate, indipendentemente dal vento. E in generale, più che di questo durante una vacanza al mare mi preoccuperei del sole. Questo sì che può fare danni ai bambini, se preso senza le dovute precauzioni".

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