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Vermi nei bambini (ossiuri): che cosa sono, come si prendono, come si trattano

di Irma Levanti - 03.06.2020 - Scrivici

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Fonte: Di txking / shutterstock
Moltissimi bambini e adolescenti soffrono, prima o poi, di un'infezione da ossiuri, cioè vermi. Niente paura: l'infezione - che non è indice di sporcizia - è fastidiosa, ma non comporta gravi conseguenze e può essere debellata facilmente.

In questo articolo

Il bambino ha i vermi!

Un prurito persistente nella zona anale e, nel caso delle bambine, anche in quella vulvare, accompagnato magari da qualche dolore addominale e da un senso generale di fastidio: sono i sintomi tipici di un'infezione da ossiuri, i cosiddetti vermi.

Che cosa sono e come si riconoscono

Gli ossiuri sono minuscoli animali filiformi appartenenti al gruppo dei nematodi: biancastri, non più lunghi di un centimetro, molto sottili e difficili da vedere a occhio nudo.

Diffusione


L'infestazione da vermi intestinali è molto frequente: si stima che, nel mondo, il 30-60% di bambini e adolescenti sia colpito almeno una volta da un'infezione da ossiuri e in italia probabilmente questa cifra oscilla tra il 25% e il 50% dei bambini. Una percentuale altissima, che ha a che fare con l'ampia diffusione di questi vermi nell'ambiente e con la relativa facilità di trasmissione. Le condizioni igieniche, invece, non c'entrano.

L'infezione non segue una stagionalità particolare: si possono prendere i vermi in qualunque momento dell'anno. I più colpiti sono i bambini nella fascia d'età della scuola d'infanzia e primaria.

Come si trasmettono


I vermi, dunque, sono ampiamente presenti nell'ambiente, dove vengono generalmente dispersi o da animali domestici, come cani e gatti, o da persone infette. Ma come ci si infetta? Semplice: ci contagiamo ingerendo le uova di questi organismi. Basta toccare una superficie infetta, portare le mani alla bocca e il gioco è fatto.

Dalla bocca le uova si spostano nell'intestino, dove si schiudono: gli ossiuri sono dunque parassiti intestinali. Dall'intestino le femmine, specialmente di notte, migrano verso l'ano, dove depongono le loro uova, che si accumulano quindi in questa zona. Nelle bambine, le uova si spostano anche verso la vagina, provocando infiammazione dei genitali esterni.

Ovviamente, il bambino con i vermi che si metta le mani in bocca dopo essersi toccato il sederino non fa altro che re-infettarsi continuamente.

E se con le mani tocca lenzuola, asciugamani o altro, finisce con lo spargere in giro l'infezione. Ecco perché ambienti come asili e scuole facilitano la diffusione dell'infezione.

I sintomi più comuni

Sintomi

  • prurito
  • mal di pancia
  • sensazione di agitazione e fastidio
  • difficoltà a dormire bene

Molto raramente si riescono a vedere i vermi, ma è difficile che il bambino colpito passi inosservato. Il sintomo più evidente è il prurito, per cui il bambino si gratta spesso il sedere o, se è una bambina, anche la zona vulvare. Se questo prurito dura più di due giorni consecutivi è probabile che il bambino abbia i vermi. A volta, al prurito si aggiungono altri sintomi meno specifici, come il mal di pancia, una sensazione generale di agitazione e fastidio, la difficoltà a dormire bene.

Al di là del fastidio, che tuttavia è significativo e aumenta via via che passano i giorni, l'infezione non comporta conseguenze più importanti.

A volte basta l'osservazione diretta: talvolta è infatti possibile osservare gli ossiuri nelle feci, nelle mutande o nella zona attorno all'ano.

Lo scotch test


Se non si riesce a vedere nulla ma rimane il dubbio di un'infestazione da ossiuri, si si ricorre a un test molto semplice chiamato scotch test, perché prevede proprio l'utilizzo di un pezzetto di nastro adesivo. Oltre allo scotch, bisogna procurarsi 3/4 vetrini da microscopio: si possono acquistare in farmacia o chiedere a un laboratorio di analisi mediche.

Le procedura è molto semplice: al mattino, appena il bambino è sveglio e prima di lavargli il sedere, si applica sull'ano un pezzetto di scotch di 5-6 cm, lasciandolo in sede per circa 5 minuti. Poi si incolla lo scotch un un vetrino, facendolo aderire bene. Il procedimento va ripetuto per tre mattine, conservando i vetrini a temperatura ambiente.

Alla fine, si portano i vetrini in un laboratorio di analisi mediche: una semplice osservazione al microscopio permetterà di verificare se sono presenti uova oppure no. Praticamente tutti i laboratori dovrebbero svolgere questa analisi, ma è comunque più sicuro accertarsene prima, anche con una telefonata.

Un'avvertenza sulla procedura: lavarsi sempre molto bene le mani dopo aver incollato lo scotch sul nastro adesivo, perché le uova sono molto infettanti!

Se il bambino ha i vermi, la terapia per guarirlo è molto semplice. Tuttavia, è importante che venga eseguita correttamente, altrimenti questi animali non saranno debellati.

  • farmaco antiparassitario
  • disinfestazione della casa

La terapia si basa su un farmaco antiparassitario che va preso per bocca in due somministrazioni: una al momento della diagnosi e una quindici giorni dopo. L'aspetto fondamentale della terapia, però, è che non la faccia solo il bambino colpito, ma tutti i membri della famiglia, compresi i nonni se vivono in casa. E che la facciano esattamente negli stessi giorni in cui la fa il bambino.

L'altro passaggio importante è la disinfestazione della casa, da eseguire subito dopo aver preso la prima pastiglia di farmaco: se si aspetta qualche giorno non funziona bene e c'è il rischio di nuove infezioni. Per la disinfestazione non serve niente di estremo: basta lavare in lavatrice a 60° C la biancheria intima, quella da letto (lenzuola, copripiumini...) e quella da bagno e gettare via eventuali spugne utilizzate per lavarsi.

Anche se l'infezione è stata debellata, in futuro può comunque essere ripresa.

  • Lavaggio frequente e accurato delle mani, specialmente dopo essere andati in bagno e prima di mangiare o maneggiare il cibo. E' sicuramente la strategia più semplice ed efficace, ma non sempre facilmente applicabile, perché non tutti i bambini accettano di buon grado di lavarsi le manine;
  • tenere le unghie corte e pulite;
  • lavare biancheria intima, lenzuola, pigiami, asciugamani e copridivani ad alte temperature (almeno a 60°C) e separatamente da altri indumenti;
  • lavare accuratamente servizi igienici, sanitari, stoviglie giocattoli e sabbiere, banchi e tavoli da cucina

In caso di infestazione in atto, può essere d'aiuto far indossare al bambino mutandine e pigiami attillati per limitare il grattamento della zona anale e vulvo-vaginale. In questo caso, inoltre, meglio preferire la doccia al bagno in vasca, per rimuovere più efficacemente le uova.


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Non solo ossiuri, gli altri parassiti


Gli ossiuri sono sicuramente i vermi più comuni che possono infettare i nostri bambini. Ce ne sono anche altri, che sono però molto meno diffusi e - a differenza degli ossiuri - sono più legate alle condizioni igienico-sanitarie in cui vive il bambino.

Si tratta di altri parassiti intestinali come:

  • ascaridi,
  • schistosomi,
  • tenie.

Sono poco diffusi nel mondo occidentale, ma qualche infezione può capitare. In ogni caso, i più colpiti da noi sono soprattutto bambini migranti, che provengono da zone del mondo in cui queste parassitosi intestinali sono ancora molto frequenti.

Fonti per questo articolo: Materiale informativo del servizio sanitario inglese; materiale informativo di Sip Puglia; materiale informativo dell'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze; materiale informativo di ISS Salute, portale divulgativo dell'Istituto superiore di sanità.

Domande e risposte

Che cosa sono i vermi ossiuri?

Gli ossuri sono dei parassiti intestinali, appartenenti al gruppo dei nematodi.

Come si trasmettono gli ossiuri?

I bambini si contagiano ingerendo le uova di questi organismi: basta toccare una superficie infetta e portare le mani alla bocca.    

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