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Coronavirus e scuola, i pediatri: "Responsabilizziamo i ragazzi, non è una vacanza"

di Sara De Giorgi - 06.03.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Durante questi giorni molto difficili a causa dell'emergenza Covid19, Paolo Biasci, presidente della "Federazione Italiana Medici Pediatri", ha rivolto un appello importante ai genitori, dicendo loro di responsabilizzare i ragazzi sul loro ruolo nel fermare la corsa del virus. Il medico ha affermato che i ragazzi sono determinanti nella gestione del picco epidemico. In questi giorni lontani dalle aule scolastiche non devono affollare locali pubblici, punti di ritrovo al chiuso e centri commerciali.

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In questi giorni difficili per l'Italia e per il mondo intero, a causa della diffusione del contagio del nuovo Coronavirus, il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Paolo Biasci, ha rivolto un appello importante, dicendo ai genitori di parlare ai ragazzi, responsabilizzandoli sul loro ruolo nel fermare la corsa del virus. Per adesso, inoltre, le scuole italiane resteranno chiuse fino al 15 marzo.

«Sono determinanti nella gestione del picco epidemico. In questi giorni lontani dalle aule scolastiche non affollino locali pubblici, punti di ritrovo al chiuso e centri commerciali», ha dichiarato.

"Non è una vacanza. I ragazzi devono attenersi alle regole di salute pubblica"

Paolo Biasci ha affermato anche: «Dobbiamo evitare un picco ingestibile dei contagi e i ragazzi possono avere un ruolo determinante nel contenimento del nuovo Coronavirus. Per questo sono state chiuse le scuole. Facciamo capir loro che non sono in vacanza e che devono attenersi alle regole di salute pubblica per scongiurare che si avverino le previsioni elaborate sui modelli matematici dall'Unità di crisi. Suggeriamogli di approfittarne per leggere un buon libro e approfondire qualcuno degli ultimi temi affrontati in classe».

Secondo il pediatra l'autoisolamento è doveroso per i contatti stretti di persone affette, per i positivi al tampone e per i sintomatici, ma è importante che gli adolescenti comprendano che, pur non essendo colpiti dal virus in maniera evidente, possono farsi veicolo di infezione per i genitori, i nonni e tutti i membri della loro comunità, mettendo a rischio la vita soprattutto di anziani o immunodepressi.

«La chiusura delle scuole serve a ridurre i contatti e non ad avere più tempo libero per andare in giro. Parliamo ai ragazzi con chiarezza e fermezza. Diciamo loro che devono evitare di affollare punti di ritrovo, soprattutto al chiuso, come i locali pubblici, i centri commerciali e le discoteche ancora in attività».

Il ruolo dei genitori è determinante

Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP, ha spiegato: «Va responsabilmente rispettato il limite posto alle occasioni sociali, la distanza tra le persone, l'igiene delle mani e l'isolamento domestico. Parlano i numeri: il primo marzo i dati della Protezione civile italiana davano 528 nuovi casi di coronavirus. Il 29 febbraio i nuovi casi erano 228. Vuol dire che ciascun nuovo contagiato ne ha infettati altri 2,4. Così rischiamo una progressione esponenziale dei contagi.

Contenere l'aumento dei casi ci permetterebbe invece di immaginare altri scenari: il virus potrebbe attenuarsi ed essere contenuto anche dalle temperature della bella stagione. Il ruolo dei genitori in questo momento, così come sempre, è determinante poiché i bambini e i ragazzi imparano da quello che fanno gli adulti, ascoltano quello che noi diciamo e lo traducono in atteggiamenti conseguenti».

Biasci ha concluso: «Facciamo comprendere ai ragazzi che fermare la corsa del virus dipende dal comportamento di ciascuno di noi e che anche loro sono al contempo membri e custodi della loro comunità. Torneranno alla normalità, assieme a noi adulti, quando l'intera società potrà permettersela».

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