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Scuola: 4 tecniche di memorizzazione per ricordare parole, numeri e concetti

di Luisa Perego - 12.02.2018 - Scrivici

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Fonte: shutterstock - Di Brian A Jackson
Una verifica o un'interrogazione: che ansia! Come fare a immagazzinare i concetti chiave senza farsi prendere dal panico? Come imparare una sequenza di numeri, delle parole, ricordarsi delle date? E un discorso? Potete aiutare vostro figlio con queste tecniche di memorizzazione. Ce le ha consigliate Matteo Salvo, un vero e proprio campione di memoria.

In questo articolo

"È solo questione di metodo". Comincia così la nostra lezione con Matteo Salvo, International Master of Memory e Guinness World Record ai Campionati Mondiali di Memoria di Londra 2013. Un vero e proprio Memory Man.

Perché "ogni persona ha un cervello da campione, basta allenarlo con il metodo giusto", spiega. "Le tecniche di memoria sono metodi scientifici studiati per immagazzinare qualsiasi tipo di informazione e fissarla nella nostra memoria a lungo termine, potenziando la capacità di apprendimento".

Quindi sì, imparare è per tutti. Memorizzare anche. Bisogna solo sapere come farlo, grazie a qualche trucchetto e alla giusta tecnica di memoria.

Ci sono infatti delle "scorciatoie" che si possono spiegare facilmente ai propri figli e rendere tutto un gioco: per esempio si possono utilizzare le mappe mentali per ricordare concetti e informazioni complesse, i loci ciceroniani per ricordare elenchi ma anche discorsi, le immagini creative per ricordare parole, nomi o numeri.

Vediamo quindi insieme a Matteo Salvo che cosa si può fare per allenare al meglio la propria memoria. Le varie tecniche sono spiegate anche nei suoi libri. È uscito nei giorni scorsi Professione: studente 30 e lode, edizioni Gribaudo: scritto insieme a Elisabetta Galli, Dottore di Ricerca in Giurisprudenza, consulente aziendale e formatore strategico, è dedicato agli studenti universitari. Della stessa casa editrice c'è anche Studiare è un gioco da ragazzi, per bambini e ragazzi.

Come funziona la memoria: le basi


Le tecniche di memoria sono dei metodi scientifici studiati per immagazzinare informazioni di qualsiasi tipo. Sono tante e si sono evolute nel tempo e per ogni tipo di informazione c'è in pratica una tecnica.

Per incominciare, occorre sapere che la nostra memoria funziona per associazioni di immagini, quindi l'informazione che desideri immagazzinare sarà trasformata così.
Un esempio veloce per memorizzare una semplice parola è immaginarla in modo vivido con i cinque sensi: per esempio proviamo con la parola "albero". Non occorre ripetere la parola a pappagallo per ricordarla, fino a quando non entra in testa. Basta attivare i cinque sensi (immagina di odorarlo, di avvicinarti e accarezzarlo...etc).
Oltre a delle immagini si possono associare anche suoni, idee o concetti.

1 - Ricordare discorsi o elenchi grazie ai loci ciceroniani

Questa tecnica viene proprio da Marco Tullio Cicerone, conosciuto per la sua arte oratoria, e serve per memorizzare elenchi di informazioni (ma anche discorsi) utilizzando la memoria visiva. Senza foglietti o appunti! Le parole più complesse e astratte vanno divise in immagini concrete, che poi vengono associate nell'ordine in cui compaiono.

Vediamo in che cosa consiste la tecnica di Cicerone.

Occorre prendere una serie di punti familiari di un percorso a noi noto e associare questi punti ai passaggi chiave di un discorso (o a un elenco di cose che si vuole ricordare).

Quando si ripercorre mentalmente il percorso tornano alla mente anche i punti chiave di quello che si vuole dire.

"In questo modo ci si ricorda una precisa scaletta degli argomenti che si vogliono esporre", spiega Matteo Salvo. "E questa tecnica ha lasciato il segno anche nel nostro modo di parlare. Avete in mente quando diciamo 'in primo luogo', 'in secondo luogo' e così via? Dobbiamo questi modi di dire alle trascrizioni delle orazioni di Cicerone" commenta il campione di memoria.

Cerchiamo di capire meglio come funziona con un esempio: nel nostro discorso c'è un cane, un film e una gita scolastica.

Basta mettere all'inizio del nostro percorso (sotto al cancello di casa) l'immagine del nostro cane che ci corre dietro, nel secondo punto (la fermata dell'autobus che prendiamo tutti i giorni) la televisione che trasmette il nostro film preferito appoggiata su una panchina e al terzo (l'entrata della scuola) un autobus con il motore acceso e pronto a partire.

Quando utilizzarli? Servono per memorizzare un elenco di informazioni con la stessa importanza. I passaggi di un discorso, la lista della spesa (così potete farvi aiutare dai vostri figli a ricordarla rendendola una sfida), ma anche un mazzo di carte. Meglio non usarla invece per studiare concetti, perché si perdono così le varie gerarchie tra le informazioni.

Le stanze romane sono... simili

Sono una variante dei loci, ma ci si trova in questo caso in un ambiente chiuso. Prova a fare immaginare a tuo figlio un percorso nella vostra casa. Percorretela stanza per stanza, individuando delle tappe. I concetti chiave del discorso vanno associati a queste tappe.

Attenzione però a non prenderli troppo vicini e a seguire un ordine senza mai tornare indietro: rischiereste di confondervi.

2 - Paradosso, azione e vivido: ricordare le parole con P.A.V.

Memorizzare non è noioso, anzi! Per ricordarsi di qualcosa si può giocare con il proprio figlio e accendere la fantasia come non mai.

Basta associare un'immagine che abbia queste tre caratteristiche: più è fuori dall'ordinario, più il concetto in seguito sarà facile da evocare.

Paradosso: per esempio se devo memorizzare un chicco di caffé lo posso immaginare grande come un'anguria, oppure per ricordare una piccola balena la posso visualizzare come un pesce rosso straripante nella boccia di casa. "Più le associazioni sono bizzarre, strane o divertenti, più coinvolgiamo la memoria emotiva e di conseguenza anche quella a lungo termine" spiega Matteo Salvo.

Azione: non immaginare situazioni statiche, ma dinamiche: quindi, tornando alla piccola balena, ci saranno dei cacciatori in miniatura nel nostro acquario che cercheranno di acciuffarla.

Vivido: che coinvolge i cinque sensi in modo chiaro.

Hai sentito che odoraccio ha quella balena? E perché è fucsia?

Un altro esempio: per ricordare le parole valanga e piede, immagina una gigantesca slavina che viene verso di te, verso il tuo piede immenso. Fortunatamente arriva solo fino alle dita...! Sei salvo!

3 - Ricordiamo i numeri grazie alle forme e i suoni

Abbiamo visto cosa fare con le parole, proviamo ora con i numeri. Un numero di telefono, una formula, un pin, un sequenza, un numero civico: come metterselo in testa?

Come spiega Matteo Salvo, "ci sono diverse tecniche per farlo: the rhyme system, the shape system".

The rhyme system

Si associa a ogni numero un'immagine che faccia rima (o assonanza):

Quindi:

  • 1 è l'orso bruno,
  • il 2 è il bue,
  • il 3 è il re,
  • il 4 è il gatto,
  • il 5 le lingue,
  • il 6 lei,
  • il 7 le fette,
  • l'8 il botto,
  • il 9 Giove,
  • e lo 0 il pero.

Per ricordarsi il pin 4960 basterà immaginare un gatto con arriva su Giove e incontra una lei che mangia un pera caduta da un pero.

The shape system

C'è anche un'altra tecnica: si collega al numero una forma associabile allo stesso.

  • 1, una candela
  • 2, un cigno (il collo è il segmento che sale)
  • 3, una molla
  • 4, una sedia (con un omino seduto sulla destra)
  • 5, un gancio
  • 6, una ciliegia
  • 7, una falce
  • 8, un pupazzo di neve
  • 9, un palloncino
  • 10, una botte

Quindi per ricordare 4960 basterà immaginare una sedia con sopra un palloncino e una ciliegia che cadono insieme dentro a una botte.

La conversione fonetica

C'è anche un'altra tecnica anche se è la meno diffusa. Ci vuole più tempo per impararla, ma consente di ottenere ottimi risultati.

Con questo sistema si associa a ogni numero un certo tipo di suono ed è stato divulgato dal filosofo Leibnitz.

Per esempio:

  • 1 è un suono dentale (come quello che usiamo pronuncianto la T e la D)
  • 2 è nasale, come per la lettera N o GN.
  • 3 è un suono mugolante come la M.
  • 4 è vibrante come la R.
  • 5 è liquido come la L o GL.
  • 6 è palatale come C, J o G.
  • 7 è gutturale come C, CH, G, GH, Q e K.
  • 8 è labiodentale come F o V.
  • 9 è labiale come P o B.
  • 0 è sibilante come S, SC o Z.

Ora puoi suggerire a tuo figlio di memorizzare bene queste associazioni, magari aiutandoti con delle immagini (come abbiamo visto prima).

Una volta fatte proprie si passa alla conversione.

La sequenza 82014 diventa, aggiungendo delle vocali:

F(8) i N(2) e S(0) T(1) R(4) a - FINESTRA

1 1: D T è D i T a.

In questo esercizio le doppie non contano. 11 potrebbe essere anche DiTTa non solo DiTa. Ed è sempre 11 e non 111. Perché 111 sarebbe DeTTaTo o DiTaTa. Con le vocali in mezzo a separare le consonanti.

E se le parole ti sembrano simili?

7 5 è G a L L o

6 5 p G i a LL o (perché il suono del 6 è palatale e non gutturale)

4 - Le mappe mentali aiutano con i concetti!

Sfruttano la creatività, la fantasia, le immagini e i colori per fare entrare nella testa dei concetti. In pratica si traducono informazioni complesse in immagini facilmente visualizzabili e memorizzabili.

Come funzionano?

Si parte da un concetto base, che viene raffigurato nel centro del foglio e poi si sviluppano diversi rami, che rappresentano le informazioni secondarie che vengono associate a parole chiave.

Queste informazioni secondarie non solo vengono scritte come parole, ma alcune saranno disegnate con immagini (per ricordarle meglio) e inoltre sceglieremo noi i colori da dare ai vari rami.

Le immagini non devono per forza rappresentare il concetto in questione, ma possono anche solo aiutare a revocarlo.

Esempio di mappa mentale dal libro "Studiare è un gioco da ragazzi"

Studiare per spiegare


Il consiglio finale di Matteo Salvo a tutti i ragazzi? "Studiate con l'ottica di spiegare a un vostro amico o a un vostro compagno la lezione".
Immaginate di dover trasferire quello che avete appena imparato a un amico che non sa nulla sull'argomento. Vi sarà molto utile, sia perché vi obbligherà a essere chiari e precisi, sia perché non potrete dare nulla per scontato.

Chi è Matteo Salvo

Matteo Salvo

Nato nel 1976, Matteo Salvo è laureato in Ingegneria meccanica all'Università di Genova. Dal 2000 insegna tecniche di memoria e metodologie di studio. Nel 2013 è stato il primo italiano al mondo a conseguire il titolo di International Master of Memory ai Campionati mondiali di Memoria e nello stesso anno è entrato nel Guinness dei Primati per aver memorizzato un mazzo di 52 carte da gioco in apnea. Tra i suoi libri, Professione studente 30 e lode, Studiare è un gioco da ragazzi, Metti il turbo alla tua mente con le Mappe Mentali e Allena la tua mente in 5 minuti.

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Aggiornato il 14.02.2018

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