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Le classi con meno alunni non sono sempre le migliori

di Sara Sirtori - 16.12.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Una ricerca della Michigan University dimostra che le classi con un numero ridotto di alunni non sempre sono associate a migliori prestazioni e risultati scolastici.

I vantaggi derivanti dalle classi costituite da pochi allievi possono variare in base ai paesi, alle materie, alle età, in relazione alle attività cognitive e non cognitive e a molti altri fattori. Questi risultati sono riportati in un documento in Research Papers in Education.

Le classi con un numero inferiore di studenti sono generalmente le più ambite, specialmente dai genitori. Questo perché gli insegnanti possono prestare maggiore attenzione a ciascun alunno e gestire la classe al meglio. Pertanto, molti paesi limitano a circa 30 il numero massimo di alunni per ciascuna classe.

Nell'ambito delle ricerche effettuate in merito al numero ottimale degli studenti per ciascuna classe, ci sono risultati contrastanti: alcuni studi hanno riscontrato benefici e altri no.

Inoltre, questi studi sono stati spesso effettuati su scala piuttosto ridotta, e tendevano a concentrarsi esclusivamente  su attività come lettura e matematica e non hanno considerato gli effetti su abilità non cognitive come l'interesse e l'attenzione.

Per cercare di ottenere un quadro più chiaro, il professor Spyros Konstantopoulos e Ting Shen della Michigan State University, negli Stati Uniti, hanno deciso di analizzare i dati prodotti dal Trends in International Mathematics and Science Study (TIMSS). Ogni quattro anni dal 1995, TIMSS ha monitorato le prestazioni degli alunni di quarta elementare (età 9-10) e terza media (età 13-14) da circa 50 paesi in matematica e scienze. La ricerca ha tenuto conto delle capacità degli alunni in queste materie e il loro atteggiamento e interesse nei loro confronti, e contiene anche informazioni sul numero di studenti per ogni classe.

Per rendere l'analisi più gestibile, i ricercatori l'hanno limitata ai dati di alunni di terza media in quattro paesi europei - Ungheria, Lituania, Romania e Slovenia - raccolti nel 2003, 2007 e 2011. Hanno scelto questi quattro paesi perché tutti impongono il numero massimo di studenti per classe.

Nonostante queste limitazioni, i dati includevano ancora 4.277 alunni di 231 classi in 151 scuole, rendendo questo studio molto più ampio della maggior parte degli studi precedenti in materia. È stato anche il primo studio a mettere in relazione il numero degli studenti per classe con materie scientifiche e considerando anche abilità non cognitive.

L'analisi ha rivelato che classi più ridotte erano associate a vantaggi maggiori  in Romania e Lituania, ma non in Ungheria e Slovenia.

I ricercatori ritengono che classi più piccole potrebbero avere avuto effetti benefici maggiori sugli alunni in Romania e Lituania rispetto a Ungheria e Slovenia perché le scuole in Romania e Lituania hanno meno risorse. "Questo risultato è forse dovuto al fatto che è più probabile che gli effetti sulla dimensione della classe vengano rilevati in paesi con risorse scolastiche limitate in cui la qualità dell'insegnante è mediamente inferiore", ha affermato il professor Konstantopoulos.

In sostanza, le classi costituite da un numero inferiore di studenti non mostrano necessariamente miglioramenti nei risultati scolastici.

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