1 Aiutateli a organizzarsi: quante pagine al giorno?
Solitamente, alla scuole primaria, i compiti sono concentrati in un unico libro in cui però sono comprese tutte le materie; decidete insieme un piano di lavoro che preveda lo svolgimento o comunque la lettura di un certo numero di pagine al giorno cercando di lasciare solo poche pagine per i primi giorni di settembre (e per non trovarsi con 25 pagine da compilare la sera prima dell’inizio della scuola).
2 Stabilite un orario fisso e cercate di rispettarlo
L’ideale sarebbe scegliere un momento in cui gli amichetti abitualmente non sono in circolazione e possibilmente all’inizio della giornata, quando i bambini non hanno ancora affrontato “le fatiche” della vacanza e sono a mente fresca e ricettiva.
3 Trovate il tempo di condividere il lavoro con loro
“Ci deve essere un tempo in cui i bambini condividono con i genitori i compiti, come deve esistere uno spazio dedicato alla lettura e all’approfondimento in cui i grandi si mettono accanto ai piccoli “a lavorare”, anche perché, a prescindere dal dato didattico questi comportamenti aiutano a costruire un legame profondo” sostiene Vittoria Buratto, autrice, tra l’altro, di una delle più famose serie di “libri per i compiti delle vacanze” degli ultimi anni: la collana dedicata a “Un'estate con Mago Blu e Micio Pigro”, di Giunti Editore.
4 Ma non fate i compiti per loro
Ci sono compiti che vanno gestiti unicamente dai bambini; il genitore, per esempio, non deve risolvere il problema di matematica ma può commentarlo e discuterne con il figlio una volta terminato.
A favore dei compiti
Siete a favore o contro i compiti delle vacanze?
“I compiti delle vacanze possono essere un consolidamento di quanto appreso durante l’anno ma anche un verificare e condividere con il genitore,” dice Vittoria Buratto, autrice, tra l’altro, di una delle più famose serie di “libri per i compiti delle vacanze” degli ultimi anni: la collana dedicata a “Un'estate con Mago Blu e Micio Pigro”, di Giunti Editore.
E aggiunge: “Da parte dell’adulto questo spazio deve essere vissuto come partecipazione e presenza sul lavoro fatto dal bambino, come un modo per rendere questo lavoro significativo, e quindi, in ultima analisi, per mettere il figlio in condizione di pensare".
"La scuola non fa proprio la cosa più importante", cioè insegnare l'autonomia, sostiene Maurizio Parodi, insegnante e pedagogista autore del libro "Basta compiti! Non è così che si impara, “e gli insegnanti continuano a dare compiti a casa, infliggendo agli alunni e alle loro famiglie un onere anche molto gravoso, tanto più pesante quanto più lo studente sia disagiato, bisognoso, solo; quanto più la sua famiglia sia indigente e deprivata”.
5 L'obiettivo dei compiti: consolidare le materie
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Aggiornato il 27.06.2018