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Scappo dalla città e fondo ... una fattoria didattica

di Antonella Galli - 11.05.2009 - Scrivici

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Caterina Bernardi, 27 anni e mezzo, una laurea in scienze della formazione primaria e una bimba Raia, di quasi 3 anni, racconta in un libro, Le storie della fattoria (Salani Editore), la sua fuga da Milano sei anni fa e la realizzazione di una fattoria didattica per bambini in montagna (Val Curone, Alessandria).

Com’è la tua vita in montagna? Le giornate sono sempre diverse. Certo, ci sono delle “costanti”. Come il dar da mangiare agli animali, per esempio o, in inverno, il trasporto della legna per riscaldare la casa. Poi c’è l’orto. I contatti via mail per vendere i cavalli e organizzare le vacanze per i bambini. Può anche capitare che ci sia da riparare un recinto, però, spostare un gruppo di pecore, “sverminare” i puledri…

Che cosa ti dà più gioia, più soddisfazione, in questa tua nuova esistenza? Tante cose. Il piacere, ogni mattina, di aprire le finestre e vedere lo spettacolo incantato delle montagne. La consapevolezza di vivere in un modo del tutto affine ai ritmi della natura e di allevare i nostri animali rispettandoli completamente. E poi, è rassicurante il fatto che certi cambiamenti climatici e certi comportamenti degli animali si ripetano sempre nello stesso modo. Ogni anno, in primavera, c’è un momento in cui le formiche iniziano a entrare in casa. Sì, è un fastidio. Nel contempo, però, è anche un piacevole segnale: ogni volta che vedo la loro lunga striscia nera avventurarsi in cucina penso, che, finalmente, posso rilassarmi. Perché se anche le formiche hanno avuto il coraggio di uscire, vuol dire che il freddo, finalmente, se ne sta andando…

Ma non senti mai nostalgia della città? Non ti viene mai voglia di ritornarci? No, a Milano (la città dove Caterina ha vissuto fino a 21 anni, n.d.r.) non tornerei per nulla al mondo. Quando mi capita di doverci venire, mi sento irrimediabilmente in gabbia. E non vedo l’ora di ritornare a casa. Certo, anche lì qualcosa mi manca. Un po’ più di vita sociale, per esempio. La nostra fattoria si trova al margine di un paesino che, in inverno, conta poco più di 40 abitanti. Solo due hanno la nostra età, però.

Gli altri superano ampiamente i 60 anni…

Ai bambini che vengono in vacanza da voi (www.fattoriaaurora.it) quali attività proponete? L’attrazione principale, ovviamente, sono i cavalli. Il mio obiettivo, però, è di far sì che i nostri ospiti (piccoli o grandi che siano) possano conoscere il più possibile tutti gli aspetti della vita in montagna. Visitiamo i cavalli al pascolo e studiamo il comportamento del branco; andiamo al fiume e facciamo il bagno; passiamo una notte a dormire nel bosco. Insieme, però, facciamo anche tutti i lavori della fattoria: raccogliamo la legna per il forno, prepariamo il pane e la pizza, diamo da mangiare agli animali, puliamo le stalle, riempiamo le mangiatoie, strappiamo le erbacce, raccogliamo nell’orto le verdure e le erbe che ci serviranno per cucinare…

Che rapporto hanno i bambini, soprattutto quelli di città, con la natura? Sanno rispettarla? Non sempre, purtroppo. Spesso, però, questo dipende soprattutto da una mancanza di conoscenza. Ed è proprio su questo aspetto che noi puntiamo tanto. Per riuscire a rispettare l’ambiente che li circonda i bambini devono innanzitutto imparare a conoscerlo. In tutti i suoi aspetti. La natura, come ogni altra realtà della vita, ha le sue regole. E non è solo un luogo idilliaco: sa essere anche dura, crudele. Ed è importante che i bambini ne siano consapevoli.

E le “leggende metropolitane” sui bimbi abituati ai polli impacchettati del supermercato chenon si capacitano di vederli scorazzare, vivi, sull’aia? Ti è mai capitato qualcosa del genere? No, per la verità no. Qualche episodio buffo, però, non manca mai. Ci sono bambini che, quando passiamo la notte nel bosco, si lamentano di non riuscire a dormire per il “troppo”silenzio. E l’estate scorsa un nostro piccolo ospite è arrivato da me disperato dicendomi “Caterina, fai qualcosa, ti prego, c’è un cavallo che piange”.

Non c’è stato verso di convincerlo che ai cavalli le lacrime servono solo per lubrificare gli occhi. Lui era certo che quel puledro soffrisse terribilmente e che il suo fosse davvero un pianto sconsolato…”.

Chi è Caterina Bernardi e il suo sogno di fuggire dalla città

L’imprinting materno (sua madre era una biologa) e, soprattutto, il ricordo delle tante estati passate nella casa di campagna insieme al nonno, Marcello Bernardi, indimenticabile e notissimo pediatra. L’amore per la natura appartiene da sempre alla storia di Caterina Bernardi, 27 anni e mezzo, una laurea in scienze della formazione primaria e una bimba Raia, di quasi 3 anni. Così come il sogno, coltivato sin da piccola, di “fuggire” dalla città e di andare a vivere in mezzo al verde.

“Per lungo tempo ho avuto questo desiderio, ma tutti i miei amici non facevano altro che ripetermi che realizzarlo sarebbe stato impossibile. Alla fine, mi avevano quasi convinto. Poi, un giorno, fui invitata a partecipare a una transumanza, per accompagnare un branco di cavalli dall’alpeggio estivo alle stalle dove avrebbero trascorso l’inverno. Per me, che ho sempre amato cavalcare, era un evento impedibile. Non immaginavo assolutamente, però, quanto avrebbe cambiato la mia vita…” ricorda sorridendo Caterina.

È proprio in quell’occasione, infatti, che incontra Matteo (che oggi è il suo compagno). La sera, a cena, gli racconta del suo desiderio di realizzare una fattoria didattica per i bambini. “Io ho la fattoria. Tu, se vuoi, puoi metterci la didattica… La sua risposta fu disarmante. Come potevo dirgli di no?”.

E così, in una settimana, Caterina lascia definitivamente la città. E si trasferisce in montagna, in Val Curone (in provincia di Alessandria), alla Fattoria L’Aurora (www.fattoriaaurora.it). Insieme a Matteo. E a una gran quantità di animali: cavalli, pecore, conigli, galline, cani, gatti

Dal giorno della sua “fuga” sono passati 6 anni e oggi Caterina ha deciso di raccontare la sua scelta di vita - fatta per passione e per amore - in un libro, Le storie della fattoria (Salani Editore), che è un racconto fantastico, eppure assolutamente vero, dedicato a grandi e bambini.

Che cosa sono le fattorie didattiche?

Vere e proprie aule all’aperto, dove “fare scuola” in maniera attiva: ecco che cosa sono le fattorie didattiche. Aziende agricole e agrituristiche che si aprono al pubblico - in particolare ai bambini, alle scuole, alle famiglie - e ospitano attività e laboratori dedicati alla scoperta della natura, degli animali, delle piante, dei fiori.

Guidati da veri agricoltori, nelle fattorie didattiche (che in Italia sono oltre 300) i più piccoli imparano a conoscere la campagna e a entrare in contatto con gli animali; i più grandi scoprono l’origine dei prodotti che si consumano ogni giorno a tavola, i valori della cultura contadina, l’importanza delle tradizioni e delle produzioni tipiche legate al territorio.

Le attività variano a seconda del luogo in cui si trova la fattoria e si modificano con l’alternarsi delle stagioni. Sia che si tratti di laboratori nei campi o di corsi di educazione ambientale, piuttosto che di passeggiate e giochi all’aria aperta, però, le “lezioni” hanno tutte un denominatore comune. Sono sempre esperienze pratiche, concrete, che permettono ai bambini di conoscere gli animali, i campi, gli orti, le piante coltivate e quelle selvatiche. Così da far capire loro quanto sia importante rispettare l’ambiente e i ritmi della natura. Per saperne di più: www.fattoriedidattiche.net

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