Per trovarsi a proprio agio durante le vacanze all'estero con la famiglia ma anche nei viaggi studio, per saper sempre come ritrovare la strada quando ci si perde in una città straniera ma soprattutto per costruirsi un futuro come cittadini del mondo e garantirsi più opportunità possibili nel mondo del lavoro: sapere bene l'inglese serve a tutto questo. La conoscenza di questa lingua è considerata sempre più fondamentale per una formazione in linea con le richieste del mondo attuale, fin dalla tenera età.
Le certificazioni linguistiche
Una via per ottenere un riconoscimento di questa conoscenza sono le certificazioni, che attestano ufficialmente il livello del ragazzo e sono modulate in base al Quadro Comune di Riferimento Europeo per la conoscenza delle lingue (QCER). Ma come funzionano? A quali competenze reali corrispondono i diversi livelli del Quadro e qual è il momento migliore per farle affrontare ai ragazzi? Cosa offrono in più rispetto al normale studio dell’inglese? Ne parliamo con Roberto Forleo, marketing and digital manager di Cambridge Assessment English, primo ente certificatore in Italia e nel mondo che è parte dell’Università di Cambridge e ha uno stretto contatto con il sistema scolastico del nostro Paese. Sono infatti oltre 4mila le scuole pubbliche e private italiane che offrono corsi di preparazione ai loro esami.
Che cosa sono e a che cosa servono le certificazioni linguistiche?
«Le certificazioni linguistiche sono riconoscimenti che attestano, tramite una prova, il livello di conoscenza di una lingua straniera in base a standard internazionali formulati dal Consiglio d’Europa».
Perché un ragazzo dovrebbe pensare di prendere in considerazione l’idea di conseguire una certificazione già durante il periodo degli studi scolastici?
«Iniziare questo percorso già dalla scuola primaria permette di avvicinarsi in modo divertente allo studio della lingua inglese. Le certificazioni, poi, sono un’attestazione del livello di conoscenza di una lingua, non dei corsi, che possono rivelarsi davvero fondamentali per il futuro». E si tratta di una documentazione che non scade: «I certificati sono come un titolo di studio (ad esempio la laurea): durano a vita.
Se poi li si vuole utilizzare per presentarli ad enti o università, queste possono chiedere che le certificazioni siano state sostenute entro un certo periodo di tempo».
Cos’è il Quadro Comune di Riferimento Europeo per la conoscenza delle lingue?
«Il Quadro definisce le abilità che corrispondono ai diversi livelli di apprendimento, dal livello base (A1) al livello di padronanza della lingua in situazioni complesse (C2). Nel complesso sono sei i livelli di competenza (A1, A2, B1, B2, C1, C2) più tre livelli intermedi (A2+, B1+, B2+). Parlando dell’inglese, al livello B2 una persona può interagire tranquillamente in contesti lavorativi anglofoni, fare telefonate, rispondere alle e-mail. Per destreggiarsi in un hotel oppure ordinare del cibo al ristorante il B1 è sufficiente, mentre il C1 è il livello avanzato richiesto ad esempio per frequentare un master in lingua inglese».
Secondo la sua esperienza, indicativamente quali sono le età migliori per conseguire i diversi livelli?
«Il percorso non è propedeutico, si può iniziare da qualsiasi livello, e non è necessario arrivare a quello più avanzato. Non ci sono limiti di età o età più indicate di altre per conseguire un particolare livello, dipende dalla preparazione e dalla singola esperienza. Noi offriamo corsi pensati per gli studenti dai 7 ai 17 anni, dai contenuti adatti a ragazzi in età scolare, e soluzioni per gli adulti. Si può scegliere liberamente».
Non c'è il rischio che sia troppo presto per iniziare ad affrontare esami? I più piccoli come vivono le prove?
«I nostri percorsi rivolti ai più piccoli sono studiati appositamente per loro, con tante immagini, cartoni animati, card colorate, personaggi. Gli stessi esaminatori seguono un training specifico dedicato all’interazione con i bambini, che stupiscono sempre per l’entusiasmo e il divertimento che mettono in campo. Ai livelli più bassi non esiste la possibilità di essere bocciati e tutti i partecipanti ricevono un premio. Tutto è svolto sotto forma di gioco, perciò la paura dell’esame non c’è».
Come si ottiene una certificazione?
«Chiariamo intanto che nessun corso è obbligatorio: la certificazione si ottiene con un esame che avviene nella stessa data, con la stessa prova, in tutto il mondo. Ci si iscrive, si prenota la data e l’esame, si sostiene la prova che poi viene inviata a Cambridge, corretta e restituita.
L’esame consiste in quattro passaggi: ascolto, lettura e comprensione di un testo, composizione scritta ed espressione orale. Le prime tre si svolgono al computer o a mano, il colloquio con un esaminatore. I corsi sono una proposta parallela che offriamo, ma non è mai obbligatoria».
Le certificazioni vengono valorizzate nei processi di selezione delle università o delle aziende che cercano lavoratori?
«Tantissimo. Nelle università italiane le certificazioni sostituiscono la prova d’inglese. Nelle aziende si sta diffondendo la conoscenza del Quadro Comune e molte non richiedono un ulteriore test se si è in possesso della certificazione: è un riconoscimento che semplifica il processo di selezione delle aziende».
Ottenere una certificazione è costoso?
«In media si spende dai cento ai duecento euro in base al livello. Si parla naturalmente dell’esame, gli eventuali corsi si valutano indipendentemente».
Come ente certificatore cercate di creare un rapporto con i docenti delle scuole?
«Siamo entrati in tantissime scuole italiane, grazie alle quali offriamo prezzi agevolati agli studenti rispetto ai candidati privati. Coinvolgiamo i docenti d’inglese delle scuole, li formiamo attraverso corsi gratuiti affinché possano preparare i ragazzi alla prova; il coinvolgimento è diretto è costante, d’altronde sono loro a cui spetta la parte più importante: la responsabilità dello studio, la formazione degli alunni».