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La cifosi nei bambini: che cos'è, come prevenirla, come si interviene

di Valentina Murelli - 21.06.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Si tratta di una tipica curvatura in avanti delle spalle e della parte superiore del tronco, secondo alcuni dati sempre più comune tra bambini e adolescenti per colpa di alcune posture sbagliate. Facciamo il punto su cause, strategie di prevenzione e trattamenti.

In questo articolo

Che cos'è la cifosi

"Stai dritto!" Quante volte i genitori esortano i loro figli a tenere la schiena in una posizione corretta, non troppo curvata in avanti. E in effetti è molto comune vedere bambini e adolescenti con le spalle chiuse e la parte superiore del tronco chinata in avanti e si parla allora di cifosi, una condizione che si accompagna a un eccessivo infossamento della schiena a livello lombare (lordosi).

In realtà, un minimo incurvamento della colonna vertebrale è normale e fisiologico, per cui a essere problematiche sarebbero piuttosto situazioni di iper-cifosi e iper-lordosi, ma nel linguaggio comune già con i termini cifosi e lordosi si intendono posture anomale e patologiche.

Che cosa comporta


Spesso la principale conseguenza negativa è di tipo estetico, ma con il tempo la cifosi potrebbe accompagnarsi a dolore alla schiena e, nei casi molto gravi, a sintomi neurologici (per la compressione dei nervi nel canale vertebrale) o cardiorespiratori (per la deformazione della gabbia toracica, che va a premere su cuore e polmoni).

Da cosa dipende

“Nella maggior parte dei casi, la cifosi è dovuta a una postura sbagliata del bambino, che passa troppo tempo chino in avanti, con le spalle chiuse” spiega il professor Carlo Ruosi, responsabile del Centro scoliosi dell'Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli. Che in un incontro con la stampa della Società italiana di Ortopedia e traumatologia (SIOT) tenutosi il 19 giugno a Milano ha puntato il dito in particolare contro l'abitudine di utilizzare fin da piccolissimi – 3 o 4 anni – tablet e smartphone.

Il vero problema è stare per ore nella stessa posizione, come spesso accade ai bambini quando sono catturati dai loro dispositivi elettronici” spiega. “In questo modo le vertebre, che sono ancora fragili e deformabili perché molto ricche di cartilagine, giorno dopo giorno finiscono con il deformarsi davvero”.

In alcuni casi, più rari, la cifosi può essere presente fin dalla nascita, legata a particolari deformità congenite dello scheletro, oppure dipendere da altre sindromi o malattie.

Come intervenire


“Per prima cosa, i genitori dovrebbe prestare attenzione alla postura del figlio e rivolgersi al pediatra se si accorgono che la tendenza a stare in posizioni scorrette, che non lo portano ad aprire bene le spalle”. Il pediatra a quel punto potrebbe decidere di inviare il bambino allo specialista ortopedico (pediatrico), che valuterà la situazione. In alcuni casi, lo specialista potrebbe richiedere l'esecuzione di test strumentali (raggi alla colonna o, più raramente, risonanza magnetica o TAC).

“Se il disturbo è solo all'inizio, se si tratta solo di un atteggiamento cifotico e non di una cifosi vera e propria, si può intervenire 'semplicemente' con una rieducazione motoria e una ginnastica appropriata” afferma Ruosi. “Ma attenzione: perché la ginnastica serva davvero, occorre che il bambino trasferisca alla sua vita quotidiana gli atteggiamenti e le posture che impara facendo gli esercizi. In altre parole, il piccolo paziente deve cercare di mantenere la posizione corretta della schiena il più possibile durante la giornata e non solo nelle poche ore di ginnastica, che altrimenti servono a poco”.

Se la cifosi peggiora e da semplice atteggiamento di arriva a una modifica irreversibile della forma delle vertebre occorre invece con un busto ortopedico. “Da indossare per un orario giornaliero variabile a seconda della gravità della deformità” sottolinea l'esperto. Se la malattia peggiora, si può passare all'uso di un busto di gesso o addirittura, nei casi più gravi, a un intervento chirurgico di correzione della colonna vertebrale.

Cifosi, una “bomba sociale”

Nel corso dell'incontro a Milano, Ruosi ha definito la cifosi una “bomba sociale”, facendo riferimento a un notevole incremento di casi che ha osservato nel suo ambulatorio sia nel corso di alcune indagini condotte presso alcune scuole elementari di Napoli. “Rispetto a 10 anni fa sono molto più numerosi i bambini e le bambine con cifosi. Al punto che se fino a pochi anni fa prescrivevamo un corsetto per cifosi ogni dieci corsetti per scoliosi, oggi siamo passati a otto corsetti per cifosi ogni dieci per scoliosi”.

La responsabilità del fenomeno sarebbe da attribuire, secondo l'ortopedico, all'aumento di ore che i bambini passano chinati in avanti: non più solo sui banchi di scuola o sulla scrivania a casa, per i compiti, ma anche nel tempo libero, passato con smartphone e tablet. In uso oggi fin da piccolissimi, proprio quando la colonna è più soggetta a modificazioni importanti.

Strategie di prevenzione

Come evitare, allora, che i bimbi assumano queste posizioni tanto scorrette e pericolose per la salute della loro schiena? Ecco i consigli di Ruosi.

  1. Limitare l'uso di smartphone e tablet a non più di 30-60 minuti al giorno
  2. Allestire la zona studio in modo che il piano d'appoggio della scrivania sia piuttosto in alto (a livello di una linea immaginaria tra i capezzoli): lo si può fare sia alzando il piano stesso sia abbassando la sedia, in modo che non ci sia lo stimolo a incurvarsi in avanti.
  3. Abituare i bambini a giocare all'aria aperta e fare uno sport. "Ottimi in particolare gli sport di allungamento che facilitano lo sviluppo delle cartilagini come pallacanestro, pallavolo, nuoto, corpo libero, danza, arti marziali. Ma comunque vanno bene tutti, anche a seconda delle inclinazioni del bambino".

Altre fonti per questo articolo: materiale informativo dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, materiale informativo del Lucile Packard Children's Hospital di Stanford.

Aggiornato il 11.09.2020

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