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Come insegnare ai bambini a lavarsi da soli?

di Zelia Pastore - 15.11.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Essere pratici, reiterare gli stessi comportamenti, preferire il bagno alla doccia, organizzarsi e presentarla bene: i consigli dei pedagogisti Daniele Novara e Marta Versiglia ai genitori

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Come insegnare ai bambini a lavarsi da soli?

"Dentro la pozzanghera NO che ti sporchi". "E' ora di lavarsi i denti, QUANTE VOLTE DEVO RIPETERLO?". "L'acqua del bagno sta diventanto fredda: CONTO FINO A TRE e se non arrivi la rovescio". Alzi la mano chi non si è mai trovato a dire ai propri figli queste frasi (o variazioni sul tema). Il momento del lavaggio (e in generale del rapporto con lo sporco) è sempre fonte di grande stress per i genitori. Ma imparare a prendersi cura di sé è invece un momento essenziale nella crescita, perché aiuta i bambini ad essere sempre più autonomi, a conoscere bene il proprio corpo e a prendersene cura.

Come risolvere questa lotta quotidiana senza fare feriti? Ci viene in aiuto "Io imparo a lavarmi", l'ultima fatica letteraria in ordine di tempo del pedagogista Daniele Novara: un libro agile e utile che permette ai genitori di avere basi scientifiche e indicazioni operative per accompagnare al meglio i bambini nel percorso. Alla fine del libro è contenuta anche una storia per bambini, "La puzzola che aveva paura dell'acqua", scritta dalla pedagogista Marta Versiglia: leggendola ad alta voce ai propri figli, sarà possibile utilizzare la piacevolezza della narrazione e l'universo simbolico degli animali per far cogliere anche ai bambini dei messaggi di fondo, sempre mediati e adatti alla loro capacità di comprensione.

Come insegnare l'igiene personale ai bambini: le premesse necessarie

Partiamo da una premessa: il senso dello sporco nei bambini e negli adulti è diverso. Potreste aiutarci a capire questa differenza, ovvero come i bambini vedono lo sporco?

"Anzitutto il bambino, specialmente tra i 3 e i 6 anni, è in una fase sensoriale di estrema estroversione e di forte scoperta", esordisce Daniele Novara. "L'ambiente intorno a lui è un territorio da conquistare, letteralmente. Se è al mare si butta nell'acqua, se è in un prato, anche una pozzanghera può diventare un territorio di conquista e di esplorazione.

Non necessariamente il bambino coglie il senso dello sporco dell'adulto: se si mette a dipingere una parete di casa, il suo intento non è quello di sporcarla ma di "lasciare un segno". A tutti i bambini piace "impastricciarsi": in cucina, con i colori, nella natura, mangiando, con tutti gli elementi sensoriali, compresa l'acqua. Si tratta di un istinto che segnala la vivacità, la curiosità, la voglia di imparare dei nostri piccoli".

In che senso "I bambini hanno diritto a sporcarsi" come dite nel libro?

"Questa frase che cito nel libro è un omaggio al mio grande amico Gianfranco Zavalloni che purtroppo ci ha lasciati, un grande pedagogista di cui sentiamo la mancanza. Lui aveva elaborato il manifesto dei diritti naturali dei bambini, tra cui quello dello sporcarsi. Si tratta di un diritto nel senso che i bambini devono necessariamente fare i bambini: la loro vita non può essere uguale a quella degli adulti. Devono poter giocare, poter vivere l'ambiente naturale con tutte le sue implicazioni, con la presenza degli animali, dell'erba, del fango, della terra e della pioggia, nella sua interezza. Anche perché si sentono in profonda sintonia con questi elementi naturali: la loro sensazione è quella di farne parte in maniera diretta, non c'è ancora una percezione di estraneità. La pioggia per loro è più un gioco che un fastidio".

Come insegnare ai bambini a lavarsi?

Fatte queste premesse, come possiamo aiutare i genitori ad organizzarsi sul tema della pulizia dei bambini?

"La parola giusta è proprio "organizzarsi": non si tratta di proibire le esperienze, se non alcune, le più estreme e dannose, ma di organizzarsi in maniera da consentire ai bambini di giocare senza trovarsi nei guai. Il caso più tipico è mettersi gli stivaletti quando piove o ci sono le pozzanghere, far loro indossare una maglietta adatta a giocare nella natura e quant'altro".

Presentarle come un gioco. "Stando sul tema specifico dell'imparare a lavarsi, ricordo che ai bambini piace pulirsi perché in questo modo possono giocare con l'acqua. Le operazioni igieniche per loro contengono un elemento di divertimento: il caso più eclatante è quello dello spazzolino e del dentifricio. I piccoli in generale adorano l'atto di "srotolare" il dentifricio su quell'aggeggio definito spazzolino e poi incominciare a frugarsi in bocca alla ricerca dei denti ma soprattutto, va detto, a loro piace molto degustare questa pasta che ha un sapore per lo meno gradevole. Quindi il primo passaggio è presentare bene queste necessità igieniche: evitare di farle diventare un'incombenza, privilegiare l'elemento ludico, se si vuole anche quello rituale, senza insistenze, sgridate o urla, ordini o altro. Non è semplice, lo capisco, ma bisogna considerare che i bambini saranno contenti di allearsi, o meglio di accettare dai propri genitori questi momenti che sono anche di intimità, fra grandi e piccoli".

Quali sono i passaggi pratici che devono fare le mamme e i papà per aiutare i bambini ad acquisire progressivamente questa autonomia?

"Il metodo è sempre lo stesso, valido per tutte le autonomie che deve acquisire il piccolo o la piccola: lavorare sulle abitudini ed essere pratici. Sono le due regole basilari per poter ottenere dei risultati efficaci".

Il potere delle abitudini. "Abitudine vuol dire che ci deve essere una reiterazione in ordine temporale e spaziale, ossia uno spazio-tempo definito per determinate azioni. Le procedure igieniche, ad esempio, potrebbero essere sempre espletate prima di andare a letto. Oppure, il lavaggio delle mani dovrebbe essere fatto sempre prima di mangiare e ogni volta che si entra in casa ci si deve sempre togliere le scarpe. Sono piccole abitudini a cui si adeguano facilmente i bambini, perché li fanno sentire parte di un insieme, di un organizzazione che li coinvolge in alcuni gesti e in alcune azioni specifiche".

Consigli pratici per genitori

"Sicuramente meglio fare il bagnetto al posto della doccia" illustra Marta Versiglia. "Questo perché nella vasca (o in una bacinella di plastica messa nella doccia) è possibile sguazzare e divertirsi e in questa fascia d'età è fondamentale "prendere" i bambini attraverso la dimensione ludica: la loro vita è piena di giochi, il loro mondo è quello dei giochi e quindi giustamente i bambini quando fanno il bagnetto ...vogliono giocare!"

  • Paperelle e pesciolini. "Per questo motivo, nella vasca da bagno mettete a disposizione giochi di plastica come paperelle, anatroccoli, pesci, dinosauri e animaletti di varia foggia: i bambini potranno lavarli ma anche inventare assieme a loro tante avventure".
  • Imbuti e colini. "Non dimentichiamo poi i vari contenitori di diverse dimensioni come imbuti e colini: sono ottimi alleati per i travasi e fanno stare i bambini più tempo dentro l'acqua, tenendoli impegnati in questa attività di travasi dal sapore montessoriano".
  • Acqua di mille colori. "Un'altro "trucco" che funziona tantissimo con i più piccoli sono le pastiglie colorate per tingere l'acqua di tonalità diverse: un giorno può essere rossa, uno blu, uno gialla. Questo li coinvolge agganciandoli nel loro pensiero magico".
  • Un bambolotto capelluto. "Il lavaggio dei capelli è sempre la cosa più difficile: proviamo a immergere nell'acqua assieme a loro una bambola a cui il bambino potrà lavare i capelli e pettinarli. Attraverso la mediazione della bambola, vedrete che i piccoli saranno più disposti a farsi lavare i capelli dalla mamma a loro volta".

A che età i bambini si lavano da soli?

Da che età possono iniziare a farsi il bagno da soli e la doccia in autonomia?

"Ricordiamo che il lavarsi da soli è una capacità che si acquisisce progressivamente attraverso piccole conquiste, giorno per giorno" chiosa Daniele Novara. "Senz'altro si deve partire dai tre anni: l'obiettivo è arrivare al sesto anno di vita, ovvero l'ingresso alla scuola elementare, con l'autonomia sia nella doccia che nel bagno, nel lavarsi le mani e anche nel famoso bidet, che crea tante apprensione nei genitori (giova ricordare che facendo comunque ogni tanto la doccia o il bagno, si può comunque riparare ad eventuali pasticci dei piccoli).

Va ricordato sempre come sia più importante, nel costruire l'autonomia dei bambini, permettere a loro di sbagliare piuttosto che puntare a tutti i costi ad una perfezione impossibile. I genitori perfezionisti rischiano di dover eccedere nell'intervento e quindi di doversi continuamente sostituire ai piccoli, impedendo di fatto che possano liberare il loro desiderio di fare da soli: uno dei desideri più importanti di tutta la loro vita, fondamentale per la loro crescita".

Gli intervistati

Daniele Novara ha fondato il CPP nel 1989, un centro che offre diversi corsi per insegnanti e genitori. È autore di numerosi libri e pubblicazioni, alcuni dei quali di largo successo e tradotti in altre lingue. È ideatore del Metodo Maieutico nell'apprendimento e nella relazione d'aiuto. Ha ideato il metodo Litigare Bene, per gestire i conflitti dei bambini. È docente del Master in Formazione interculturale presso l'Università Cattolica di Milano.

Con Marta Versiglia ha scritto i 4 libri della collana "Io imparo", una nuova collana pedagogica di guide pratiche per genitori, che coniuga la narrativa per l'infanzia all'educazione creativa, per insegnare ai bambini a fare da soli.

Marta Versiglia è pedagogista e formatrice del Cpp e autrice dei libri "Imparare giocando", "Attività Montessori all'aperto" (Bur parenting) e "Lasciami crescere" (Bur parenting).

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