Come praticare un'educazione outdoor
Viaggiando in Scandinavia, è impossibile non accorgersi di una particolarità: i bambini giocano, si spostano, addirittura dormono all'aria aperta, nonostante il clima sia tutt'altro che mite. Qui l'educazione outdoor è la norma, un'abitudine consolidata anche grazie ai grandi spazi liberi dal cemento e dalle auto e dal ruolo dominante che la natura ha in questi Paesi. Federica Pepe è una mamma italiana che vive in Svezia con il suo compagno Joakim. Il loro figlio Leonard cresce, come tutti gli altri, saltando nelle pozzanghere e correndo nel fango in grande libertà. Federica racconta la sua vita sulla sua pagina Instagram MammainSvezia e propone un videocorso per genitori di outdoor education. Le abbiamo chiesto qualche consiglio per avvicinarsi a questa pratica, anche per chi vive in città.
Cos’è l’educazione outdoor?
"Con il termine outdoor education ci si riferisce a pratiche educative che valorizzano l'ambiente esterno come ambiente educativo. L'esperienza educativa si basa su ciò che la natura offre: all'aria aperta i bambini possono praticare molteplici esperienze cognitive, motorie, sociali. Questo approccio si basa sul pensiero del learning by doing, introdotto dal filosofo e pedagogista John Dewey. Il principio è tanto semplice quanto efficace: i bambini imparano facendo. Un altro concetto importante sul quale si fonda l'outdoor education è la pedagogia del rischio. È fondamentale distinguere tra pericolo e rischio: il pericolo non deve esserci, ad esempio il pericolo causato da una macchina che passa; il rischio invece è insito in ogni attività di un bambino autonomo. Un bambino che corre rischia di cadere cento volte e va bene così, perché solo cadendo riuscirà a testare i propri limiti, a entrare in confidenza con il proprio corpo e con il mondo esterno, sviluppando abilità e autostima. Il rischio è funzionale all'apprendimento ed è sempre presente nel gioco libero e senza schemi nella natura.
Un bambino che non è mai esposto al rischio, al quale viene sempre detto di fare attenzione, non impara a gestire le situazioni che la vita presenta né diventa consapevole delle proprie capacità".
Quali sono i benefici dell’educazione outdoor?
"I benefici sono numerosi sia sul piano fisico sia su quello cognitivo e relazionale. L'attività all'aria aperta nella natura
- attiva il sistema immunitario
- aiuta la produzione di vitamina D
- riduce lo stress
- facilita il sonno
- migliora l'umore
- stimola la creatività
- migliora lo sviluppo motorio e cognitivo
- facilita la capacità di socializzare
- consente al bambino di sviluppare autostima, fantasia, curiosità e intuizione.
Grazie al gioco all'aria aperta il bambino sperimenta le sue possibilità motorie e le sue potenzialità in un contesto reale, impara a riconoscere i suoi limiti e come gestirli".
Molti genitori hanno paura del freddo: perché questo timore non esiste in Paesi ben più freddi dell’Italia?
"In effetti, le mie amiche italiane tendono a vestire i loro bambini molto più di quanto faccia io con Leonard quando ci sono dieci gradi sotto zero! Il problema è che se i bambini sono troppo imbacuccati poi sudano e non possono muoversi liberamente. Il mito del freddo va smentito: non ci si ammala a causa del freddo; è sempre necessario il contatto con un virus. Il freddo gioca un ruolo - questo sì - con le temperature fredde dell'inverno, periodo dell'anno nel quale i virus sono più diffusi (anche - soprattutto - negli ambienti interni!) e con gli sbalzi climatici ripetuti tra ambienti interni ed esterni: sottoponendo il corpo a questi sbalzi le difese immunitarie si abbassano, mentre trascorrere diverse ore all'aria aperta contribuisce a rafforzarle. Quindi, prendere freddo, di per sé, non significa nulla. Il contatto con un virus deve sempre esserci. Pensate che in Svezia i bimbi dormono all'aperto: è comune vedere i genitori dentro un caffè e il bimbo nel passeggino all'esterno che fa un pisolino, così si evita appunto lo sbalzo di temperatura e il bambino riposa meglio.
Anche all'asilo i bimbi dormono fuori, ovviamente con l'abbigliamento adatto. Leonard fa il pisolino all'aperto anche se ci sono - 15 gradi".
Si può fare outdoor education in città?
"Non nego che sia meno facile, ma è comunque possibile sfruttando i parchi cittadini e attivando in ogni caso la stessa attitudine all'esplorazione e al gioco libero, anche per le strade di una città (evitando ovviamente i pericoli). Ad esempio, in una giornata di pioggia si può saltare nelle pozzanghere e fare delle belle passeggiate nelle zone meno trafficate. Quando si ha più tempo a disposizione vale sempre la pena prendere un mezzo e raggiungere zone con più ampi spazi naturali, che sia campagna, montagna, mare".
Puoi suggerire 3 attività da fare all’aperto con i propri bambini quando fa freddo e piove?
"L'idea generale dell'outdoor education è lasciare liberi i bambini di improvvisare: la natura offre moltissimi spunti, un ramo può diventare una bacchetta magica, una foglia il vestito di una bambola; ci sono mille nascondigli e occasioni per divertirsi e quasi sempre sguazzare nel fango è la scelta preferita. Posso suggerire tre semplicissimi spunti adatti per bambini:
- costruire una torre con i sassi
- raccogliere le foglie per comporre un quadretto
- cucinare con acqua e fango".
Consigli sull’abbigliamento per bambini che trascorrono molte ore all’aperto?
"Ovviamente l'idea che i bambini non si debbano sporcare va abbandonata, ma quando piove o c'è fango io utilizzo sempre dei vestiti impermeabili, che lo mantengono asciutto e si lavano anche molto facilmente: basta sciacquarli. Quindi stivaletti da pioggia, guanti impermeabili e un completo impermeabile. Online si trovano completi composti da tuta antipioggia, impermeabile e antivento con cappuccio (il link è disponibile sul mio sito). Quando è molto freddo va bene il tutone da montagna o un pantalone da pioggia con una giacca pesante e impermeabile. Vale sempre la regola degli strati e in caso di temperature molto basse si può puntare sull'intimo caldo. Gli abiti vanno scelti per la loro praticità: devono consentire al bambino di fare tutto e di muoversi liberamente.
Consiglio poi di fare delle prove: se suda molto è meglio alleggerirlo. D'estate invece è impossibile usare abiti impermeabili: pantaloncino, maglietta, cappellino e poi tutto in lavatrice".
L'intervistata
L'intervistata è Federica Pepe, laureata in Scienze motorie sullo sviluppo motorio e cognitivo dei bambini e specializzata in outdoor education. Vive in Svezia e sul suo sito si possono trovare consigli per praticare un'educazione outdoor. Federica è seguita sui social col suo profilo Instagram @mammainsvezia.